† Nicomedia, Asia Minore.
Martirologio Romano: A Nicomedia, nell’odierna Turchia, santi Aniceto e Fozio, martiri.
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Furono uccisi a Nicomedia nel 305. Secondo i loro Atti, che i Bollandisti dichiarano fittizi, avendo Aniceto, ufficiale (comes) dell'esercito, contestato pubblicamente a Diocleziano l'errore del paganesimo, fu condotto nel circo per essere sbranato dalle fiere: ma queste si ritrassero e, anzi, un leone gli lambì il volto per detergerne il sudore. Subito dopo, un terremoto, segno della collera divina, sconvolse la città, rovesciando i venerati idoli di Ercole e uccidendo numerosi pagani. Mentre il santo subiva torture terribili quanto inefficaci, Fozio, suo nipote, si presentò a Diocleziano rimproverandogli l'effusione di tanto sangue innocente; immediatamente associato ad Aniceto, ne condivise il glorioso destino. Aniceto e Fozio, infatti, furono bruciati vivi, ma i loro corpi non incenerirono e poterono essere sepolti cristianamente. Qualche anno dopo la loro morte il corepiscopo Dulcizio fece costruire un oratorio dedicato ai martiri a Defeusa, piccola isola situata tra Samo e Lesbo. I martiri di Nicomedia vengono invocati nei riti bizantini dell'Estrema Unzione e nella formula della benedizione dell'acqua. Per loro esiste un intero Ufficio con canone di Giuseppe. Nei Menei greci la passione di Aniceto e Fozio è ricordata con questo distico: «Il fuoco arde Aniceto assieme a Fozio, ed essi la casa della luce, invincibile». La festa dei santi cade il 12 ag., ma alcune fonti indicano l'11 agosto, mentre il Sinassario Abissino (volume dì Giobbe Ludolfo, sec. XV) li celebra l'8 agosto.
Autore: Antonio Koren
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