Wladyslaw Miegon è uno dei tanti sacerdoti cattolici che hanno dato la vita per la fede nel campo di concentramento di Dachau, vicino a Monaco di Baviera in Germania.
Nato il 30 settembre 1892 a Samborzec, nei pressi di Swietokrzysie in Polonia, Wladyslaw è crebbe in una famiglia ed in un ambiente improntati ad una profonda religiosità. Completati gli studi, entrò nel seminario della sua città natale e fu ordinato sacerdote il 2 febbraio 1915. Si distinse in particolare per la sua opera pastorale nel contesto della seconda guerra mondiale.
Fu il primo cappellano nella Marina polacca, ottemperando alle proprie funzioni con grande entusiasmo e dedizione, come tutti ebber a riconoscergli. I soldati lo rispettavano per la sua gentilezza e presero a chiamarlo “nostro padre”. Ben presto sorse tra di essi la convinzione di avere con loro un santo, “un santo che ha voluto spalancare tutte le porte del cielo”. Don Miegon intraprese una campagna per la formazione culturale della gente di mare, creando a tal fine anche una biblioteca e fondando un’orchestra. Fu sempre presente al loro fianco durante la guerra, anche visitando i feriti in ospedale ed i detenuti a Flensburg, Schleswig-Holstein e Rotenburg.
Era il 19 settembre 1939 quando fu arrestato dai nazisti. La sua patria era infatti al tempo soggiogata da questo regime nemico di Dio e degli uomini. Pagò questo prezzo per un atto eroico di carità: aver rifiutato di abbandonare i marinai feriti. Venne prima detenuto nei campi di Rotenburg e di Fulda, poi il 18 aprile 1940 fu deportato nel campo di concentramento di Buchenwald. Infine dal 7 luglio 1942 venne trasferito nel campo di concentramento di Dachau, dove sopravvisse solo pochi mesi date le condizioni spaventose.
Le torture subite gli meritarono il 15 settembre 1942 la corona di gloria dei martiri. San Giovanni Paolo II, Pontefice suo connazionale, il 13 giugno 1999 durante un viaggio apostolico in Polonia ha beatificato Don Wladyslaw Miegon con altri 107 martiri sterminati dai nazisti, vescovi, sacerdoti, religiosi e laici che non hanno esitato a versare il loro sangue per Cristo.
Autore: Don Fabio Arduino
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