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1882 - 1936
Martirologio Romano: Nel villaggio di Picadero de Paterna sempre nel territorio di Valencia in Spagna, beata Maria dei Miracoli Ortells Gimeno, vergine dell’Ordine delle Clarisse Cappuccine e martire, che nella medesima persecuzione fu coronata dal martirio per la testimonianza di fede resa a Cristo.
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Nacque a Valencia il 29 novembre 1882, nella via Zaragoza. Fu la terza e ultima figlia degli sposi D. Enrique Ortells e Donna Dolores Gimeno. Fu battezzata il 30 novembre 1882 nella chiesa parrocchiale di san Juan Bautista. Durante la sua infanzia fu molto devota e l’ambiente familiare in cui crebbe era eminentemente cristiano. Il suo vicini ricordano che: “la sua pietà era straordinaria, il suo amore alla penitenza singolare, fino al punto che un giorno sua madre la sorprese mentre stava aspirando cattivi odori, non avendo altro modo per mortificarsi...In chiesa, invece di sedersi sulla sedia, si sedeva per terra...”. Suor Virtudes, cappuccina, ricorda che suor Milagros “entrò in quest’Ordine cappuccino portata dal suo desiderio di maggiore perfezione. Sua madre le proponeva di essere religiosa Riparatrice, ma essa non volle accettare cercando la maggiore strettezza della Regola cappuccina”. Entrò nel monastero delle Cappuccine di Valencia il 9 ottobre 1902. Lì ricordano che “quando entrò lo fece con molto entusiasmo”. In questo monastero ebbe gli incarichi di infermiera, refettoriera, rotara, sagrestana e Maestra delle novizie, tutti uffici che disimpegnò con fedeltà. Le sue sorelle religiose descrivono la sua autentica personalità con questi tratti: “Era molto caritatevole e si offriva sempre a prestare qualsiasi servizio alle sorelle religiose. La si vedeva sempre raccolta interiormente. Dopo il mattutino di mezzanotte era solita rimanere ancora per un po’ di tempo, con l’intenzione di praticare maggiore penitenza.” “Godeva fama di santità fra le sue sorelle di religione, fino al punto che esclamavano sempre: ‘E’ una piccola santa’”.”La sua pietà era solida; la sua caratteristica più notevole era il suo amore all’Eucaristia e all’Immacolata. La sua penitenza era straordinaria, usava discipline, cilici, ecc. Era molto stimata da tutte le religiose e osservava molto bene tutte le Regole. Evidenti in lei erano la preghiera e la presenza di Dio. Chiaramente manifesta era la sua umiltà, credendosi indegna di cariche e anche di ricevere l’Eucaristia”. Allo scoppio della rivoluzione dovette rifugiarsi in casa della sorella Maria, a Valencia, e lì conduceva una vita di preghiera e di raccoglimento. Poi si rifugiò in una casa della via Maestro Chapí, di Valencia, dove c’erano pure altre religiose della Dottrina cristiana. Lì sarebbe stata presa da un gruppo di miliziani il 20 novembre 1936 e uccisa insieme ad altre 17 religiose della Dottrina cristiana, nel luogo conosciuto come “Picadero de Paterna”. Fu sepolta nel cimitero di Valencia. Il 30 aprile 1940 i suoi resti furono esumati e portati nel monastero delle Cappuccine di Valencia, dove riposano attualmente.
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