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Sant' Ewaldo il Nero ed Ewaldo il Bianco Monaci e martiri
Festa:
3 ottobre
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Britannia, VII sec. - † Renania, Germania, 3 ottobre 695
I santi con questo nome che vengono ricordati oggi, in realtà, sono due: Edwaldo il Bianco ed Edwaldo il Nero, patroni della Westfalia, così chiamati dal colore dei loro capelli. Di origini anglosassoni, nacquero in Britannia nel VII secolo e seguirono nel 690 il loro abate Willibrordo (657-739), che con undici monaci aveva intrapreso la sua opera evangelizzatrice tra i Frisoni occidentali. Nel 695 Willibrordo li inviò ad evangelizzare i Sassoni. Le loro intenzioni però non poterono attuarsi, perché nello stesso 695, i due monaci subirono il martirio per mano di alcuni fanatici, difensori delle loro tradizioni pagane e timorosi della propagazione del cristianesimo fra il popolo sassone. Il martirio fu diverso per i due monaci; Ewaldo il Bianco fu trafitto subito con la spada, mentre Ewaldo il Nero fu invece torturato a lungo crudelmente e come narra lo storico anglosassone Beda il Venerabile (672-735), gli assassini infierirono su di lui con orribili mutilazioni; i resti dei due martiri furono gettati nel fiume Reno e ripescati e sepolti poi, da un monaco di nome Tilmon. (Avvenire)
Martirologio Romano: In Sassonia, nell’odierna Germania, due santi martiri di nome Evaldo, il primo detto Nero, l’altro Bianco: sacerdoti di origine inglese, formati sull’esempio di san Villibrordo e dei suoi compagni, passarono in Sassonia e, avendo cominciato a predicare Cristo, catturati dai pagani, subirono il martirio.
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La festa dei due santi monaci e martiri Ewaldo, venerati come patroni della Westfalia, viene comunemente celebrata il 3 ottobre, giorno del loro martirio, mentre nella diocesi di Colonia, essi sono festeggiati il 12 ottobre. I due omonimi monaci, sono anche gli unici a portare questo nome, fra la variegata costellazione dei santi e beati del cattolicesimo. Di origini anglosassoni, nacquero in Britannia nel VII secolo e seguirono nel 690 il loro abate s. Willibrordo (657-739), che con undici monaci aveva intrapreso la sua opera evangelizzatrice tra i Frisoni occidentali, (abitanti della Frisia, antica regione dell’Europa nord-occidentale, oggi divisa fra i Paesi Bassi e la Germania). Data la loro omonimia, per distinguerli furono soprannominati uno Ewaldo il Bianco (Albus) e l’altro Ewaldo il Nero (Niger) dal colore dei loro capelli; il Nero si distingueva anche per la sua ottima conoscenza della Sacra Scrittura; ambedue si prodigarono con grande ardore missionario. Nel 695, s. Willibrordo li inviò ad evangelizzare i Sassoni, antica popolazione della Germania di N.O.; le loro intenzioni però non poterono attuarsi, perché nello stesso 695, i due monaci subirono il martirio per mano di alcuni fanatici, difensori delle loro tradizioni pagane e timorosi della propagazione del cristianesimo fra il popolo sassone. Il martirio fu diverso per i due monaci; Ewaldo il Bianco fu trafitto subito con la spada, mentre Ewaldo il Nero fu invece torturato a lungo crudelmente e come narra lo storico anglosassone s. Beda il Venerabile (672-735), gli assassini infierirono su di lui con orribili mutilazioni; i resti dei due martiri furono gettati nel fiume Reno (o in uno degli affluenti che li trascinò poi nel Reno), e ripescati poi, dal monaco ex nobile soldato di nome Tilmon, che li seppellì cristianamente. I due martiri, furono uccisi secondo alcuni a Laer (presso Steinfurt) e secondo altri ad Aplerbeke (presso Dortmund), ma studi concreti affermano che vennero martirizzati in una località della Renania, a nord di Colonia, dove qualche anno più tardi, Pipino di Heristal (padre di Carlo Martello), fece trasportare le loro reliquie, che furono deposte nella Chiesa di S. Clemente, intitolata poi a san Cuniberto, primo evangelizzatore della Germania. S. Beda il Venerabile, nel suo “Martirologio”, compose un elogio in onore dei due gloriosi santi Ewaldo, che poi fu riportato immutato anche da altri scrittori, storici e agiografi, come Floro di Lione, Usuardo, Rabano Mauro, Cesare Baronio.
Autore: Antonio Borrelli
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