La storia delle persecuzioni anticattoliche in Inghilterra, Scozia, Galles, parte dal 1535 e arriva al 1681; il primo a scatenarla fu come è noto il re Enrico VIII, che provocò lo scisma d’Inghilterra con il distacco della Chiesa Anglicana da Roma.
Artefici più o meno cruenti furono oltre Enrico VIII, i suoi successori Edoardo VI (1547-1553), la terribile Elisabetta I, la ‘regina vergine’ († 1603), Giacomo I Stuart, Carlo I, Oliviero Cromwell, Carlo II Stuart.
Morirono in 150 anni di persecuzioni, migliaia di cattolici inglesi appartenenti ad ogni ramo sociale, testimoniando il loro attaccamento alla fede cattolica e al papa e rifiutando i giuramenti di fedeltà al re, nuovo capo della religione di Stato.
Primi a morire come gloriosi martiri, il 4 maggio e il 15 giugno 1535, furono 19 monaci Certosini, impiccati nel tristemente famoso Tyburn di Londra, l’ultima vittima fu l’arcivescovo di Armagh e primate d’Irlanda Oliviero Plunkett, giustiziato a Londra l’11 luglio 1681.
L’odio dei vari nemici del cattolicesimo, dai re ai puritani, dagli avventurieri agli spregevoli ecclesiastici eretici e scismatici, ai calvinisti, portò ad inventare efferati sistemi di tortura e sofferenze per i cattolici arrestati.
In particolare per tutti quei sacerdoti e gesuiti, che dalla Francia e da Roma, arrivavano clandestinamente come missionari in Inghilterra per cercare di riconvertire gli scismatici, per lo più essi erano considerati traditori dello Stato, in quanto inglesi rifugiatosi all’estero e preparati in opportuni Seminari per il rientro.
Tranne rarissime eccezioni come i funzionari di alto rango (Tommaso Moro, Giovanni Fisher, Margherita Pole) decapitati o uccisi velocemente, tutti gli altri subirono prima della morte, indicibili sofferenze, con interrogatori estenuanti, carcere duro, torture raffinate come “l’eculeo”, la “figlia della Scavinger”, i “guanti di ferro” e dove alla fine li attendeva una morte orribile; infatti essi venivano tutti impiccati, ma qualche attimo prima del soffocamento venivano liberati dal cappio e ancora semicoscienti venivano sventrati.
Dopo di ciò con una bestialità che superava ogni limite umano, i loro corpi venivano squartati ed i poveri tronconi cosparsi di pece, erano appesi alle porte e nelle zone principali della città.
Solo nel 1850 con la restaurazione della Gerarchia Cattolica in Inghilterra e Galles, si poté affrontare la possibilità di una beatificazione dei martiri, perlomeno di quelli il cui martirio era comprovato, nonostante i due-tre secoli trascorsi.
Nel 1874 l’arcivescovo di Westminster inviò a Roma un elenco di 360 nomi con le prove per ognuno di loro.
A partire dal 1886 i martiri a gruppi più o meno numerosi, furono beatificati dai Sommi Pontefici, una quarantina sono stati anche canonizzati.
Autore: Antonio Borrelli
Nel febbraio del 1601, Tyburn, presso Londra, due uomini venivano impiccati. Erano un certo Filcock e un tale conosciuto come Barkworth. L’accusa era di tradimento perché sacerdoti. I due, infatti, erano preti cattolici e venivano condannati alla forca quali vittime dell’odio anglicano contro la fede cattolica. Poco prima di morire, padre Filcock ebbe ancora la forza di dire con gioia: «Questo è il giorno fatto dal Signore».
Padre Filcock e padre Barkworth erano solo due delle decine di martiri cattolici che sacrificavano l’esistenza da quando Enrico VIII nel 1534 si era staccato dalla Chiesa di Roma e si era autoproclamato capo dell’anglicanesimo: da quell’anno, fino al 1681, i martiri inglesi sono stati più di trecento: cinquanta uccisi sotto Enrico VIII, 189 sotto Elisabetta I e gli altri sotto i loro successori.
I primi furono un gruppo di Certosini che il 4 maggio e il 19 giugno 1535 immolarono la loro vita sulle forche del Tyburn per non aver voluto separarsi dalla Chiesa Cattolica. Vittime illustri di Enrico VIII furono il Cardinal Giovanni Fischer e Tommaso Moro, il Gran Cancelliere del regno, che pagarono con il supremo sacrificio di sé il loro rifiuto alla “supremazia” imposta dal re.
L’opera di Cranmer
Dal 1533, era diventato primo Arcivescovo anglicano di Canterbury, Thomas Cranmer (1489-1556), il quale odiava la Messa come un nemico vivente e negava la dottrina della transustanziazione, della presenza reale di Gesù e l’offerta sacrificale del Salvatore fatta dal sacerdote per la salvezza del mondo.
Sotto il regno del giovanissimo re Edoardo VI, Cranmer si mosse in modo subdolo e determinato verso l’eliminazione totale del Santo Sacrificio della Messa, pubblicando nel 1549 il primo Book of common prayer, un testo ambiguo indirizzato a trasformare la Messa nella cena protestante, fatto che sarà evidentissimo con il secondo Book of common prayer nel 1552. La “nuova liturgia”, vera negazione della Santa Messa cattolica, avrebbe dovuto sradicare il cattolicesimo inglese che affondava le sue salde radici nei primi secoli dell’era cristiana.
Purtroppo la tristissima operazione era destinata in gran parte al successo. Con l’ascesa al trono di Elisabetta I, nel 1559, con l’Atto di Uniformità, fu proibita la Messa cattolica (detta “la Messa papista!”), e furono imposte agli Inglesi le eresie luterane e calviniste e venne proclamato che il Cattolicesimo era stato solo un coacervo di superstizioni e di invenzioni idolatriche.
Con implacabile odio anticattolico, Elisabetta rese obbligatorio sotto gravissime pene, la partecipazione al nuovo culto anglicano stabilito da Cranmer. Ciò significava la più grande disgrazia per i Cattolici: non poter più partecipare al Sacrificio del Signore e alimentarsi di Lui, vittima immolata al Padre per la salvezza del mondo.
I Vescovi “recusanti”, ancora fedeli a Roma, furono sostituiti con altri più docili alla regina, mentre sempre più numerosi sacerdoti e fedeli finirono in carcere, presto destinati al patibolo. Iniziava così l’era dei martiri d’Inghilterra e il sangue dei cattolici prese a bagnare il suolo britannico.
Nel 1568, il futuro Cardinale Guglielmo Allen (1532-1594) aveva fondato a Douai, poi Reims, in Francia, un Seminario per la formazione di giovani sacerdoti da inviare nella loro patria, l’Inghilterra, a convertire gli Anglicani. Allo stesso modo, nel 1578, il Collegio Inglese di Roma, auspice sempre l’Allen, fu trasformato in Seminario per il medesimo fine.
Seminarium Martyrum
I sacerdoti formati in questi Seminari, nelle Congregazioni e negli Ordini religiosi, in primo luogo nella giovane Compagnia di Gesù, fondata da Sant’Ignazio di Loyola, imbarcandosi per l’Inghilterra, già sapevano che cosa li aspettava, a volte allo stesso loro approdo e dopo pochi mesi di apostolato clandestino: il martirio nel modo più atroce. Il Collegio Inglese di Roma si meritò presto il titolo glorioso di Seminarium Martyrum, Seminario dei martiri. La strada che portava da Roma a Reims e alla terra inglese, diventò “la strada del martirio”.
Elisabetta I odiava soprattutto questi Seminary priests, rotti a tutte le fatiche, pronti a immolare le loro giovinezza per assicurare ai Cattolici inglesi il tesoro più sublime che è il Santo Sacrificio della Messa.
Primo martire fra loro, fu padre Cutberto Mayne, scoperto nel 1577 e impiccato il 30 novembre dello stesso anno. Impossibile scrivere tutti i nomi santi di costoro: viaggiavano in tutte le parti del Regno, predicando, confessando, celebrando la Messa nelle case dei cattolici dove si davano appuntamento gruppi di fedeli altrettanto eroici.
Quando la Messa veniva celebrata, i fedeli trovavano la forza di affrontare qualsiasi difficoltà, anche le torture più atroci, se erano scoperti insieme ai loro sacerdoti.
Intanto, Elisabetta I mobilitava spie e sgherri a caccia dei “papisti”, colpevoli di un solo grande delitto: di essere sacerdoti e di offrire il Santo Sacrificio della Messa; oppure, se laici, di rimanere cattolici e di partecipare al medesimo Sacrificio.
Tra questi martiri, risplende di singolare grandezza il giovane gesuita Edmond Campion, che poté raccogliere qualche frutto della sua opera e inviare una lettera alla regina, documento conosciuto come “la provocazione di Campion”, in cui smentiva la calunnia rivolta ai preti cattolici di essere traditori dello Stato e affermava la loro missione sacerdotale: «Sappiate che tutti noi Gesuiti abbiamo stretta un’alleanza per portare con gioia quella croce che voi ci imporrete e per non disperare mai della vostra conversione, finché ci sarà solo uno di noi per godere le gioie del vostro Tyburn o per sopportare i tormenti delle vostre torture nelle vostre prigioni». Padre Campion salirà al patibolo il 1° dicembre 1581.
In odio alla Messa
Anche i fedeli laici che aiutavano i sacerdoti erano destinati alla morte, come, per citare un solo nome, capitò a Magherita Cliterow, che pagò con la morte più atroce la sua ospitalità ai ministri di Dio. Gli editti di persecuzione si moltiplicarono. Nel 1585, la regina stabilì che qualsiasi uomo nato in Inghilterra era reo di alto tradimento, se dopo aver ricevuto l’ordinazione sacerdotale in un altro Paese, rimetteva piede sul suolo inglese. La pena era di essere impiccato, poi estorto e squartato ancora vivo.
Questo per privare sempre più i Cattolici della Santa Messa. I primi a soffrire per la nuova legge furono il padre Hug Taylor e il laico Marmaduke Bowes, uccisi il 27 novembre 1585 a York. La persecuzione di Elisabetta contro i cattolici proseguì fino alla sua morte, avvenuta nel 1603.
L’era dei martiri però non finì. Sotto re Giacomo I (1604-1618), morirono in venticinque. Ventiquattro sotto Carlo I (1628-1646). Venticinque sotto Carlo II (1678-1681), in base alla legge del 1585. Il più illustre in questo periodo è il padre Giovanni Ogilvie, gesuita scozzese, impiccato a Glasgow nel 1615 a 35 anni.
Proclamata la repubblica (1646), Olivier Cromwell che odiava la Messa e il sacerdozio cattolico, pose una taglia sulla testa di ogni sacerdote uguale a quella per acchiappare un lupo: dall’Irlanda cattolica che non aveva mai accettato lo scisma e l’eresia di Enrico VIII, molti preti furono deportati come schiavi nelle isole Barbados e molte proprietà dei Cattolici furono confiscate.
Anche in Irlanda, la persecuzione mirava ad estirpare la fede cattolica, estinguendo in essa la presenza del Signore Gesù nell’Eucaristia.
L’ultima vittima fu l’Arcivescovo Primate d’Irlanda, Mons. Olivier Plumkett, giustiziato a Londra l’11 luglio 1681.
La maggior parte di questi martiri, sacrificati non solo in odium fidei, ma anche in odium Missæ, sono stati elevati alla gloria degli altari dai Pontefici, da Leone XIII a Giovanni Paolo II.
Alla loro epopea, Robert Benson (1871-1914), convertito dall’anglicanesimo e diventato sacerdote cattolico, anche per il sostegno di Papa San Pio X, a cui dedicò la sua stupenda opera Con quale autorità!, in cui scrive commosso:
«Era la Santa Messa che il governo inglese considerava un delitto ed era per la Messa che creature di carne e ossa erano pronte a morire. Era per la Messa che il cattolico perseguitato possedeva una così profonda vita spirituale da superare ogni difficoltà, l’anima di questa vita era la Messa».
Un secolo dopo, nel suo aureo libro La Messa strapazzata (1760), Sant’Alfonso Maria de Liguori avrebbe scritto che «abolire la Messa è l’opera dell’anticristo», mentre i martiri inglesi, forse i più eucaristici di tutta la Chiesa, con il loro sangue stanno a testimoniare per noi di oggi, che la Messa dev’essere la nostra vita. La Messa è il perenne Sacrificio di adorazione a Dio e di espiazione dei peccati, è il dono che ci ha lasciato Gesù nostro Redentore, affinché abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza (cf Gv 10,10), e sappiamo giungere, se occorre, sino al martirio, per affrettare un’autentica primavera di santità nella Chiesa e nel mondo d’oggi.
Autore: Paolo Risso
SANTI
27850 - John Fisher, Vescovo di Rochester
27900 - Thomas More, Laico
Canonizzazione: 19 maggio 1935
93301 - Quaranta Martiri di Inghilterra e Galles
Canonizzazione: 25 ottobre 1970
93215 - John Houghton, Sacerdote certosino, 4 maggio
93215 - Robert Lawrence, Sacerdote certosino, 4 maggio
93215 - Augustine Webster, Sacerdote certosino, 4 maggio
93215 - Richard Reynolds, Sacerdote brigidino, 4 maggio
90160 - John Stone, Sacerdote agostiniano, 23 dicembre
92157 - Cuthbert Mayne, Sacerdote, 30 novembre
79990 - Edmund Campion, Sacerdote gesuita, 1 dicembre
93208 - Ralph Sherwin, Sacerdote, 1 dicembre
93209 - Alexander Briant, Sacerdote gesuita, 1 dicembre
93302 - John Paine, Sacerdote, 2 aprile
93303 - Luke Kirby, Sacerdote, 30 maggio
93045 - Richard Gwyn, Laico, 17 ottobre
48175 - Margaret Clitherow, Laica, 25 marzo
68150 - Margaret Ward, Laica, 30 agosto
93228 - Edmund Gennings, Sacerdote, 10 dicembre
93228 - Swithun Wells, Laico, 10 dicembre
93228 - Eustace White, Sacerdote, 10 dicembre
93241 - Polydore Plasden, Sacerdote, 10 dicembre
93304 - John Boste, Sacerdote, 24 luglio
42330 - Robert Southwell, Sacerdote gesuita, 21 febbraio
93226 - Henry Walpole, Sacerdote gesuita, 7 aprile
93086 - Philip Howard, Laico, 19 ottobre
90375 - John Jones, Sacerdote dei Frati Minori, 12 luglio
92075 - John Rigby, Laico, 21 giugno
43060 - Anne Line, Laica, 27 febbraio
93218 - Nicholas Owen, Religioso gesuita, 2 marzo
59100 - Thomas Garnet, Sacerdote gesuita, 23 giugno
93229 - John Roberts, Sacerdote benedettino, 10 dicembre
93305 - John Almond, Sacerdote, 5 dicembre
67775 - Edmund Arrowsmith, Sacerdote gesuita, 28 agosto
93306 - Ambrose Edward Barlow, Sacerdote benedettino, 10 settembre
92119 - Alban Bartholomew Roe, Sacerdote benedettino, 21 gennaio
39320 - Henry Morse, Sacerdote gesuita, 1 febbraio
93307 - John Southworth, Sacerdote, 28 giugno
93308 - John Plessington, Sacerdote, 19 luglio
63900 - Philip Evans, Sacerdote gesuita, 22 luglio
93309 - John Lloyd, Sacerdote, 22 luglio
90376 - John Wall (Gioacchino di Sant’Anna), Sacerdote dei Frati Minori, 22 agosto
93310 - John Kemble, Sacerdote, 22 agosto
93227 - David Lewis, Sacerdote gesuita, 27 agosto
90987 - Oliver Plunkett, Arcivescovo di Armagh
Canonizzazione: 12 ottobre 1975
44375 - John Ogilvie, sacerdote gesuita
Canonizzazione: 17 ottobre 1976
BEATI
96273 - Margaret Pole e 40 compagni
Conferma di culto: 29 dicembre 1886
93216 - John Haile, Sacerdote, 4 maggio
93217 - William Exmew, Sacerdote certosino, 19 giugno
93217 - Humphrey Middlemore, Sacerdote certosino, 19 giugno
93217 - Sebastian Newdigate, Sacerdote certosino, 19 giugno
93329 - John Rochester, Sacerdote certosino, 11 maggio
93329 - James Walworth, Sacerdote certosino, 11 maggio
93331 - William Greenwood, Sacerdote certosino, 6 giugno
93332 - John Davy, Diacono certosino, 8 giugno
93333 - Robert Salt, Monaco certosino, 9 giugno
93219 - Walter Pierson, Religioso certosino, 10 giugno
93219 - Thomas Green, Sacerdote certosino, 10 giugno
93334 - Thomas Scryven, Monaco certosino, 15 giugno
93220 - Thomas Reding, Religioso certosino
93335 - Richard Bere, Sacerdote certosino, 9 agosto
93336 - Thomas Johnson, Sacerdote certosino, 20 settembre
93299 - John Forest, Sacerdote Frate Minore, 22 maggio
93337 - Thomas Abel, Sacerdote, 30 luglio
93337 - Edward Powell, Sacerdote, 30 luglio
93337 - Richard Fetherston, Sacerdote, 30 luglio
90547 - William Horne, Monaco certosino, 4 agosto
93300 - Margaret Pole, Laica, 28 maggio
44190 - John Larke, Sacerdote, 7 marzo
44190 - German Gardiner, Laico, 7 marzo
36290 - Thomas Plumtree, Sacerdote, 4 gennaio
93339 - John Felton, Laico , 8 agosto
93340 - John Storey, Laico, 1° giugno
93341 - Thomas Woodhouse, Sacerdote gesuita, 19 giugno
39490 - John Nelson, Sacerdote, 3 febbraio
39950 - Thomas Sherwood, Laico, 7 febbraio
93342 - Everard Hanse, Sacerdote, 31 luglio
93343 - Thomas Ford, Sacerdote, 28 maggio
93343 - John Shert, Sacerdote, 28 maggio
93343 - Robert Johnson, Sacerdote, 28 maggio
93344 - William Filby, Sacerdote, 30 maggio
93344 - Laurence Richardson, Sacerdote, 30 maggio
93344 - Thomas Cottam, Sacerdote gesuita, 30 maggio
93345 - William Lacey, Sacerdote, 22 agosto
93345 - Richard Kirkman, Sacerdote, 22 agosto
93346 - James Thompson, Sacerdote, 28 novembre
93347 - William Hart, Sacerdote, 15 marzo
93348 - Richard Thirkeld, Sacerdote, 29 maggio
96274 - Hugh Faringdon e 8 compagni
Conferma di culto: 13 maggio 1895
90785 - Adrian Fortescue, Cavaliere di Malta e Terziario domenicano, 9 luglio
92692 - Richard Whiting, Sacerdote benedettino, 15 novembre
92692 - John Thorne, Sacerdote benedettino, 15 novembre
92692 - Roger James, Sacerdote benedettino, 15 novembre
92693 - Hugh Faringdon (Cook), Sacerdote benedettino, 15 novembre
92693 - William Eynon, Sacerdote benedettino, 15 novembre
92693 - John Rugg , Sacerdote benedettino, 15 novembre
92694 - John Beche, Sacerdote benedettino, 1 dicembre
92691 - Thomas Percy , Conte di Northumbria e padre di famiglia, 22 agosto
96275 - Thomas Hemerford e 106 compagni
Beatificazione: 15 dicembre 1929
61970 – David Gonson, Laico, 12 luglio
44190 – John Ireland, Sacerdote, 7 marzo
75630 – John Slade, Laico, 30 ottobre
76020 – John Bodey, Laico, 2 novembre
92849 – Thomas Hemerford, Sacerdote, 12 febbraio
92849 – James Fenn, Sacerdote, 12 febbraio
92849 – John Nutter, Sacerdote, 12 febbraio
92849 – John Munden, Sacerdote, 12 febbraio
50180 – James Bell, Sacerdote, 10 aprile
50180 – John Farmer, Laico, 10 aprile
60960 – Thomas Alfield, Sacerdote, 6 luglio
38415 – Edward Stransham, sacerdote, 21 gennaio
50770 – Robert Anderton, Sacerdote, 25 aprile
50770 – William Marsden, Sacerdote, 25 aprile
80040 – Richard Langley, Laico, 1 dicembre
67840 – William Dean, Sacerdote, 28 agosto
67840 – William Gunter, Sacerdote, 28 agosto
67840 – Robert Morton, sacerdote, 28 agosto
67840 – Hugh More, sacerdote, 28 agosto
67840 – Thomas Holford, Sacerdote, 28 agosto
67840 – James Claxton, Sacerdote, 28 agosto
93953 – Thomas Felton, Chierico dell’Ordine dei Minimi, 28 agosto
96263 – Richard Leigh, Sacerdote, 30 agosto
96263 – Edward Shelley, Laico, 30 agosto
96263 – Richard Martin, Laico, 30 agosto
96263 – John Roche, Laico, 30 agosto
71640 – William Way, Sacerdote, 23 settembre
93387 – Robert Wilcox, Sacerdote, 1 ottobre
93387 – Edward Campion, Sacerdote, 1 ottobre
93387 – Christopher Buxton, Sacerdote, 1 ottobre
93387 – Robert Widmerpool, Laico, 1 ottobre
72605 – Ralph Crockett, Sacerdote, 1 ottobre
72605 – Edward James, Sacerdote, 1 ottobre
93388 – John Robinson, Sacerdote, 1 ottobre
73080 – William Hartley, Sacerdote, 5 ottobre
73080 – Robert Sutton, Laico, 5 ottobre
73080 – John Hewett, Sacerdote, 5 ottobre
45640 – John Amias, Sacerdote, 15 marzo
45640 – Robert Dalby, Sacerdote, 15 marzo
43380 – Christopher Bales, Sacerdote, 4 marzo
52060 – Francis Dickenson, Sacerdote, 13 (o 30) aprile
52060 – Miles Gerard, Sacerdote, 30 aprile
49320 – Edward Jones, Sacerdote, 6 maggio
49320 – Anthony Middleton, Sacerdote, 6 maggio
61070 – Roger Dickinson, Sacerdote, 7 luglio
61070 – Ralph Milner, Laico, 7 luglio
93242 – Laurence Humphrey, Giovane laico, 7 luglio
93242 – Brian Lacey, Laico, 10 dicembre
93242 – John Mason, Laico, 10 dicembre
93242 – Sidney Hodgson, Sacerdote, 10 dicembre
38460 – William Patenson, Sacerdote, 22 gennaio
47090 – James Bird, Giovane laico, 25 marzo
36680 – Edward Waterson, Sacerdote, 8 gennaio
39580 – John Speed, Laico, 4 febbraio
41510 – William Harrington, Sacerdote, 18 febbraio
60680 – John Cornelius, Sacerdote gesuita, 4 luglio
60680 – Thomas Bosgrave, Laico, 4 luglio
60680 – John Carey, Laico, 4 luglio
60680 – Patrick Salmon, Laico, 4 luglio
64450 – John Ingram, Sacerdote, 26 luglio
64460 – George Swallowell, Laico, 26 luglio
93990 – Alexander Rawlins, Sacerdote, 7 aprile
66060 – William Freeman, Sacerdote, 13 agosto
60690 – William Andleby, Sacerdote, 4 luglio
60690 – Henry Abbot, Laico, 4 luglio
60690 – Thomas Warcop, Laico, 4 luglio
60690 – Edward Fulthorp, Laico, 4 luglio
41520 – John Pibush, Sacerdote, 18 febbraio
96390 – Mark Barkworth, Sacerdote benedettino, 27 febbraio
92881 – James Duckett, Laico, 19 aprile
92129 – Robert Watkinson, Sacerdote, 20 aprile
92125 – Francis Page, Sacerdote gesuita, 20 aprile
43070 – William Richardson, Sacerdote, 17 febbraio
65270 – Thomas Welbourne, Laico, 1 agosto
69200 – William Browne, Sacerdote, 5 settembre
48740 – Edward Oldcorne, Sacerdote gesuita, 7 aprile
93391 – Ralph Ashley, Religioso gesuita, 7 aprile
49240 – George Gervase, Sacerdote benedettino, 11 aprile
76880 – George Napper, Sacerdote, 9 novembre
93250 – Thomas Somers, Sacerdote, 10 dicembre
55170 – Richard Newport, Sacerdote, 30 maggio
55170 – William Scott, Sacerdote benedettino, 30 maggio
60140 – Thomas Maxfield, Sacerdote, 1 luglio
62370 – Thomas Tunstal, Sacerdote, 13 luglio
67950 – Richard Herst, Laico, 29 agosto
64470 – William Webster, Sacerdote, 26 luglio
96392 – Thomas Green, Sacerdote, 21 gennaio
64470 – John Lockwood, Sacerdote, 29 agosto
64470 – Edward Catherick, Sacerdote, 29 agosto
66820 – Hugh Green, Sacerdote, 19 agosto
82770 – Thomas Holland, Sacerdote gesuita, 12 dicembre
69580 – John Duckett, Sacerdote, 7 settembre
69580 – Ralph Corby, Sacerdote gesuita, 7 settembre
60030 – Philip Powell, Sacerdote benedettino, 3 agosto
54020 – Peter Wright, Sacerdote gesuita, 19 maggio
80210 – Edward Coleman, Laico, 3 dicembre
38630 – William Ireland, Sacerdote gesuita, 24 gennaio
38630 – John Grove, Laico, 24 gennaio
52480 – Thomas Pickering, Religioso benedettino, 9 maggio
58660 – Thomas Whitbread, Sacerdote gesuita, 20 giugno
58660 – William Harcourt, Sacerdote gesuita, 20 giugno
58660 – John Fenwick, Sacerdote gesuita, 20 giugno
58660 – John Gavan, Sacerdote gesuita, 20 giugno
58660 – Anthony Turner, Sacerdote gesuita, 20 giugno
62530 – Richard Langhorne, Laico, 14 luglio
74890 – Thomas Thwing, Sacerdote, 23 ottobre
93211 – William Howard, Laico sposato, 29 dicembre
96272 - George Haydock e 84 compagni
Beatificazione: 22 novembre 1987
93355 - Dermot O’Hurley e 16 compagni
Beatificazione: 27 settembre 1992
SERVI DI DIO
96276 - Richard Creagh e 41 compagni
Decreto di validità dell’inchiesta diocesana: 12 febbraio 2000
Elenco a cura di Emilia Flocchini e Fabio Arduino
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