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Salford, Inghilterra, 1496 - Londra, 29 aprile 1538
Monaco certosino che visse in Inghilterra durante il regno di Enrico VIII. Era un uomo devoto che dedicò la sua vita alla preghiera e al lavoro manuale. Quando Enrico VIII decise di rompere con la Chiesa cattolica e imporre la sua religione al popolo, Salt si rifiutò di piegarsi. Per questo fu arrestato, torturato e imprigionato. Morì di fame in carcere nel 1538.
Martirologio Romano: A Londra in Inghilterra, beato Roberto Salt, monaco della Certosa di questa città e martire, che, per aver conservato con fermezza contro il re Enrico VIII la fedeltà verso la Chiesa, detenuto nel carcere di Newport, vi morì di fame.
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Nato in un'epoca di fermento spirituale, Salt abbracciò la vita monastica certosina, dedicandosi a una vita di preghiera, contemplazione e lavoro manuale. Tuttavia, la sua serenità fu bruscamente interrotta dal tumulto del regno di Enrico VIII, quando il sovrano inglese ruppe con la Chiesa cattolica e impose il proprio credo religioso al popolo. Salt, fedele ai suoi voti e alla sua coscienza, si rifiutò di piegarsi alle pressioni del re, diventando un simbolo di resistenza e un martire per la sua incrollabile fede.
Roberto Salt nacque a Salford, in Inghilterra, intorno al 1496. Fin da giovane, mostrò una profonda inclinazione verso la spiritualità e la devozione religiosa. Attratto dalla vita contemplativa e austera dei monaci certosini, entrò a far parte della Certosa di Londra nel 1525. L'ambiente monastico fornì a Salt il terreno fertile per coltivare la sua fede e la sua dedizione a Dio. Immerse nella preghiera, nel silenzio e nel lavoro manuale, Salt divenne un monaco esemplare, guadagnando il rispetto e l'ammirazione dei suoi confratelli.
L'ascesa al trono di Enrico VIII nel 1509 segnò l'inizio di un periodo di profondi sconvolgimenti religiosi in Inghilterra. Il re, desideroso di svincolarsi dall'autorità papale e consolidare il proprio potere, proclamò la Chiesa d'Inghilterra come religione di stato e impose la rottura con Roma. I cattolici che si rifiutavano di conformarsi al nuovo credo venivano perseguitati e puniti severamente.
Salt, fedele ai suoi voti e alla sua coscienza, non poteva in alcun modo accettare il distacco dalla Chiesa di Roma e il sovvertimento dei principi cattolici. La sua incrollabile fedeltà lo pose in contrasto con il re e lo rese un bersaglio della persecuzione. Arrestato nel 1537, Salt fu imprigionato nella Torre di Londra, dove subì torture e soprusi per costringerlo a rinunciare alla sua fede. Nonostante le sofferenze e le pressioni, Salt rimase irremovibile nella sua devozione, rifiutando di piegarsi al volere del re.
Dopo mesi di prigionia e torture, Salt fu trasferito nella prigione di Newgate, dove le condizioni carcerarie erano ancora più dure e disumane. Privato di cibo e cure adeguate, la sua salute si deteriorò rapidamente. Consumato dalla fame e dalla malattia, Roberto Salt morì il 29 aprile 1538, all'età di circa 42 anni. La sua morte fu l'ultimo atto di un'esistenza dedicata alla fede e alla resistenza all'oppressione, testimoniando la forza incrollabile dello spirito umano di fronte alle persecuzioni.
La fama di santità di Roberto Salt si diffuse rapidamente tra i cattolici inglesi, che lo consideravano un martire per la fede. La sua causa di beatificazione fu avviata nel 1886 e portata a termine nel 1929, quando Papa Pio XI lo proclamò Beato. La sua memoria è venerata dai cattolici inglesi, in particolare dai membri della comunità certosina. La sua festa liturgica si celebra il 9 giugno di ogni anno.
Autore: Franco Dieghi
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