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Beato Giovanni Storey Laico coniugato, martire
Festa:
1 giugno
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† Tyburn, Londra, 1° giugno 1556
Nato a Oxford in una famiglia cattolica, Storey si distinse per la sua brillante carriera giuridica, ottenendo il titolo di dottore in legge civile e canonica e ricoprendo importanti incarichi al servizio della Corona. Tuttavia, la sua incrollabile adesione al cattolicesimo lo pose in rotta di collisione con il sovrano, che aveva instaurato l'anglicanesimo come religione di Stato. Storey rifiutò con fermezza di abiurare la sua fede, subendo incarcerazioni, torture ed esilio. Ritornato in patria sotto il regno di Maria I, pur condannando le persecuzioni anticattoliche, si impegnò a processare con imparzialità i protestanti accusati di eresia, tra cui l'ex arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer. La sua integrità morale e la sua compassione verso i più deboli non vacillarono neanche di fronte alle avversità, tanto da guadagnarsi la fama di martire per la fede. Con l'ascesa al trono di Elisabetta I e il ritorno all'anglicanesimo, Storey fu nuovamente arrestato e condannato a morte per eresia. Il 1° giugno 1556 fu impiccato a Tyburn.
Martirologio Romano: A Londra in Inghilterra, beato Giovanni Storey, martire, che, esperto di diritto, fu fedelissimo al Romano Pontefice; dopo il carcere e l’esilio, per la sua fede cattolica fu condannato a morte e, impiccato a Tyburn, migrò alle gioie della vita eterna.
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Giovanni Storey nacque a Oxford intorno al 1504, in seno a una famiglia cattolica. Fin da giovane, mostrò un'intelligenza precoce e un profondo interesse per la legge. Intraprese gli studi giuridici presso l'Università di Oxford, dove si distinse per la sua brillantezza accademica, ottenendo il titolo di dottore in legge civile e canonica. La sua fama di giurista esperto si diffuse rapidamente, tanto da guadagnarsi il soprannome di "il più famoso civilista e canonista del suo tempo".
Storey sposò una donna di nome Margaret, con la quale condivise un profondo amore e una solida fede cattolica. La coppia ebbe diversi figli, ai quali Storey dedicò con amore e premura il suo tempo libero, nonostante i numerosi impegni professionali. La sua carriera legale prosperò e divenne avvocato di successo, ricoprendo importanti incarichi giuridici al servizio della Corona.
Tuttavia, l'ascesa al trono di Enrico VIII segnò l'inizio di un periodo di profondi sconvolgimenti religiosi in Inghilterra. Il sovrano, animato da ambizioni politiche e personali, ruppe con la Chiesa di Roma e instaurò una nuova religione di Stato, l'anglicanesimo. Storey, fedele cattolico, non poté accettare il nuovo credo imposto dal re e si oppose con fermezza allo scisma religioso.
La sua posizione intransigente lo espose a dure persecuzioni. Arrestato e incarcerato, Storey subì torture e umiliazioni, ma la sua fede rimase incrollabile. Rifiutò con veemenza di abiurare la sua fede cattolica e di riconoscere l'autorità spirituale del re.
Dopo un periodo di prigionia, Storey fu esiliato dal regno. Trascorse anni di esilio in Europa continentale, dove continuò a sostenere la causa cattolica e a scrivere opere in difesa della fede. La sua fama di martire per la fede si diffuse in tutta Europa, attirando l'ammirazione e il rispetto di molti.
Con la morte di Enrico VIII e l'ascesa al trono di Maria I Tudor, cattolica devota, Storey poté finalmente fare ritorno in patria. La nuova regina restaurò il cattolicesimo come religione di Stato e Storey fu insignito di importanti incarichi giuridici, tra cui quello di Procuratore Generale.
Tuttavia, il regno di Maria I fu caratterizzato da un clima di intolleranza religiosa verso i protestanti. Storey, pur condannando le persecuzioni, si impegnò a processare con giustizia i protestanti accusati di eresia. Tra questi figurava Thomas Cranmer, ex arcivescovo di Canterbury e fautore dello scisma anglicano. Storey condusse il processo con imparzialità e rigore, ma Cranmer fu infine condannato al rogo.
Nonostante il suo ruolo nel processo a Cranmer, Storey rimase sempre un uomo compassionevole e misericordioso. Si prodigò per aiutare i poveri e gli indifesi, dimostrando una profonda carità cristiana.
L'ascesa al trono di Elisabetta I nel 1558 segnò un nuovo ritorno all'anglicanesimo e l'inizio di una feroce persecuzione dei cattolici. Storey, ancora una volta, si rifiutò di abiurare la sua fede e fu nuovamente arrestato. Condannato a morte per eresia, il 1° giugno 1556 fu impiccato a Tyburn, il luogo delle esecuzioni capitali di Londra.
Autore: Franco Dieghi
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