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Beato Dermot (Dermizio) O’Hurley Vescovo e martire
Festa:
20 giugno
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Emly, Irlanda, 1530 – Dublino, Irlanda, 20 giugno 1584
Nato da nobile famiglia irlandese, Dermot O'Hurley si distinse per il suo acume intellettuale conseguendo il titolo di "Dottore in utroque iure" e ricoprendo la carica di decano presso l'Università di Lovanio. Consacrato Arcivescovo di Cashel da Papa Gregorio XIII, O'Hurley fece ritorno in Irlanda in segreto per esercitare il suo ministero cattolico in un clima di accesa repressione religiosa. Catturato dalle autorità protestanti, fu sottoposto a torture e ad un processo sommario che lo condannò a morte per presunto alto tradimento. Nonostante le sofferenze e le pressioni, O'Hurley rimase fedele alla sua fede, rifiutando di abiurare il cattolicesimo e riconoscere la supremazia spirituale della regina Elisabetta. Il 20 giugno 1584 fu impiccato a Dublino.
Martirologio Romano: A Dublino in Irlanda, passione del beato Dermizio O’Hurley, vescovo e martire, che, avvocato laico, divenne vescovo di Cashel per volontà di papa Gregorio XIII; sotto la regina Elisabetta I, interrogato e torturato per mesi, respinse fermamente ogni accusa e professò davanti al patibolo issato ad Hoggen Green di essere pronto a morire per la fede cattolica e per il suo ministero episcopale.
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Dermot O’Hurley nacque nel 1530 nel distretto di Emly, contea di Tipperary, in Irlanda. Suoi genitori erano Guglielmo O’Hurley ed Onoria O’Brien, famiglia assai benestante. Frequentate nella sua patria le scuole elementari, proseguì gli studi nella prestigiosa università di Lovanio, ove divenne “Doctor Utriusque iuris” e decano della facoltà di legge. Dopo quindici anni, passò ad insegnare a Rheims per altri quattro. Dal 1570 si trasferì a Roma, ove undici anni dopo Papa Gregorio XIII lo consacrò Arcivescovo di Cashel, sebbene fosse a quel tempo ancora laico. Il 27 novembre fu dunque ordinato e gli venne imposto il pallio.
Nell’agosto seguente a Rheims organizzò il suo viaggio per raggiungere in segreto l’Irlanda. Le autorità protestaanti erano venute a conoscenza del suo rientro in patria ed egli si trovò dunque costretto a vestire abiti borghesi per passare inosservato.Esercitò il suo ministero a Waterford, poi nel castello di Slane ed ancora presso Carrikc-on-Shannon, ospite del conte Tommaso Butler di Ormone, simpatizzante cattolico seppur egli stesso apostata. Venuto a sapere i guai in cui era incorso il barone di Slane per averlo precedentemente ospitato, decise di consegnarsi spontaneamente agli agenti governativi venuti per arrestarlo.
Rinchiuso dapprima nelle prigioni di Kilkenny, venne trasferito il 7 ottobre 1583 nelle carceri di Dublino insieme a Margaret Ball. Fu qui sottoposto a varie torture, fra cui quella detta degli “stivali”: i suoi piedi, messi in scarponi di metallo pieni di olio, furono così riscaldati sopra il fuoco auspicando che il vescovo rivelasse il complotto escogitato dal Papa e dalla Spagna ai danni dell’Inghilterra. Egli sopportò tutto con fermezza eroica, non cedendo all’invito dei giudici ad abiurare la sua fede cattolica ed a riconoscere la supremazia spirituale della regina sulla Chiesa Anglicana.
Dermot O’Hurley, considerato reo di alto tradimento, il 19 giugno 1584 fu infine condannato senza però un regolare processo. All’alba del giorno seguente fu dunque impiccato alla periferia di Dublino. Papa Giovanni Paolo II ha beatificato questo glorioso martire il 27 settembre 1992, insieme ad altre sedici vittime della medesima persecuzione.
Autore: Fabio Arduino
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