Sarebbe giusto chiamarla “donna della santa pazienza” e la potrebbero utilmente invocare quanti tra noi sono impazienti, “non stanno nella pelle” e vorrebbero bruciare le tappe anche verso gli obiettivi più nobili e giusti. Lei, Hendrina Stenmanns, invece, comincia ad aver pazienza fin da bambina; e non solo per sopportare le immancabili contrarietà che la vita riserva a tutti, ma addirittura per realizzare il sogno della sua vita. Perché Hendrina, forse grazie ad una zia suora, sente fin da piccola il desiderio di farsi suora. E non una suora qualsiasi, ma “suora francescana”, a dimostrazione che da sempre ha le idee chiare ed è anche ben determinata nei suoi propositi. Mentre comincia a pazientemente aspettare l’età giusta per entrare in convento, tanto per non perdere tempo fa un “noviziato di carità” nella case dei poveri di Issum, il piccolo paese tedesco del Basso Reno in cui è nata nel 1852. A guidarla in questo pellegrinaggio di casa in casa sono i suoi genitori, soprattutto mamma, che oltre ad allevare sette figli trova il tempo per prendersi cura degli altri. Finita la scuola, impara a lavorare come tessitrice di seta e contribuisce così a mandare avanti la famiglia. Quando “l’età da convento” arriva, mamma si ammala e muore e, a lei agonizzante, Hendrina promette di prendersi cura di tutta la famiglia, di cui è la maggiore; così deve continuare a pazientemente aspettare e a rimandare la realizzazione della sua vocazione. E non è un’attesa da poco, se si considera che prima che tutti i suoi si sistemino scoccano per lei i 32 anni. Come mamma le ha insegnato, continua nel suo esercizio di carità a domicilio, vegliando i malati di notte e curando gli anziani, il tutto secondo le sue possibilità e con un inalterabile sorriso, che rende piacevole e desiderabile ogni sua visita. Si iscrive anche al Terz’Ordine, per vivere almeno un po’ quella spiritualità francescana che ancora aspetta e spera possa diventare un giorno sua norma di vita. Evidentemente i progetti di Dio son diversi e questa snervante attesa altro non fa che modellare in lei la pazienza, che viene ad assumere i contorni sempre più definiti di autentica virtù cristiana. La sua strada si incrocia così con quella di un apprendista di suo padre che vuole diventare missionario e che le parla della Congregazione dei Verbiti fondata in Olanda da un prete, Arnoldo Janssen, suo quasi conterraneo. Hendrina, che ormai ha “perso il treno” con le Francescane, si lascia infiammare dall’ideale missionario e, mentre aiuta quel giovanotto a preparare il corredo necessario per entrare dai Verbiti, finisce per desiderare di essere anche lei missionaria. Nel 1884 va così a Steyl, in territorio olandese, dove il reverendo Janssen, dopo aver fondato la congregazione maschile dei suoi missionari, sta pensando anche ad una congregazione femminile. Ma proprio perché ancora la sta solo pensando, non può offrire ad Hendrina che un bel periodo di gavetta, precisamente nella cucina del suo seminario, affiancandola ad una certa Helena Stollenwerk, che da un paio d’anni fa qui la domestica, in attesa anche lei di entrare nella futura congregazione di padre Janssen,. In questa cucina Hendrina prega soffre e spera per cinque anni, lunghi anche per lei, pur già abituata ad aver pazienza e ad aspettare. L’8 dicembre 1889, finalmente, padre Janssen è in grado di accogliere Hendrina, Helena ed altre quattro donne nella nuova congregazione, cui dà il nome di Serve dello Spirito Santo. Le attendono altre cinque anni, tra postulantado e noviziato, prima di poter emettere i voti. Della nuova congregazione Helena è la superiora e Hendrina (diventa suor Giuseppa) la maestra delle novizie, alle quali soprattutto insegna la cosa che meglio ha imparato a fare nella sua vita: aver pazienza. “Viviamo ora per ora, giorno per giorno, e lasciamo il futuro a Dio”, ripete loro instancabilmente, mentre lei di se stessa dice “Il mio cuore è pronto” e sussurra ad ogni movimento e ad ogni sua azione “Vieni Spirito Santo”. Quando suor Maria Elena Stollenwerk passa tra le adoratrici perpetue (l’altra congregazione fondata da Padre Janssen) tocca a suor Giuseppa diventare superiora delle Serve dello Spirito Santo: più che una carica è un servizio, che esercita con pazienza e amore, ma per poco tempo. Infatti deve ancora imparare ad esercitare la pazienza quando la salute vacilla, il male le toglie le forze e la crocifigge in un letto, fino a che un attacco di asma la stronca il 20 maggio 1903, a 51 anni neppure compiuti. Il 28 giugno 2008 Madre Hendrina Giuseppa Stenmanns è stata elevata alla gloria degli altari, dove l’hanno preceduta padre Arnoldo Janssen (canonizzato nel 2003) e Madre Maria Helena Stollenwek (beatificata nel 1995).
Autore: Gianpiero Pettiti
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