1296 - 1359
Gregorio Palamas fu monaco del Monte Athos in Grecia e poi Arcivescovo di Tessalonica. Fu un eminente esponente della teologia esicastica. La Chiesa Ortodossa, nella cui liturgia la seconda domenica di Quaresima è appunto chiamata “Domenica di Gregorio Palamas”, lo venera come santo. Alcune delle sue opere sono raccolte nella Filocalia. I suoi confratelli del Monte Athos chiesero inizialmente a Gregorio di difenderli dagli attacchi del filosofo Barlaam di Calabria, il quale credeva che i filosofi conoscessero Dio meglio dei profeti e reputava che lo studio e l'apprendimento fossero più importanti della preghiera e della contemplazione. Riteneva perciò una perdita di tempo sottratto allo studio lo stile di vita dei monaci dell'Athos, interamente incentrato sull'orazione. Gregorio ribatteva che, in realtà, i profeti hanno un grado inequivocabilmente maggiore di conoscenza di Dio, potendo essi realmente vederlo e sentirlo. In merito alla questione della possibilità da parte dell'uomo di maturare la conoscenza di un Dio trascendente e sostanzialmente inconoscibile, Gregorio distinse fra il conoscere Dio nella sua essenza e il conoscere Dio nelle sue energie. Gregorio mantenne la convinzione che fosse impossibile conoscere Dio nella sua essenza, ma mostrò la possibilità di conoscerlo nelle sue energie, dal momento che Dio si è rivelato nel Figlio suo. Nelle sue argomentazioni Gregorio si rifece ai Padri della Chiesa che lo precedettero, in particolare ai Padri Cappadoci. Gregorio in seguito asserì che i discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni, testimoni oculari della trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor, abbiano visto in effetti la luce increata di Dio, nonché sia possibile anche ad altri pervenire alla visione della medesima, con l'aiuto di certe discipline spirituali quale l'esicasmo e della preghiera contemplativa, ma solo dopo un lungo itinerario di fede ed in ogni caso per grazia, senza alcun automatismo o meccanicismo.
|