† Vaux-de-Cernay, Francia, 8 dicembre 1247
Teobaldo, figlio dei Signori di Marly, parente di Luigi VII, dapprima abbracciò il mestiere delle armi, distinguendosi nei tornei, pur avendo una spiccata devozione verso la Madre di Dio; poi nel 1226 veste l’abito cistercense nell’abbazia di Vaux-de-Cernay. Nel 1235 viene eletto abate, incarico che tenne fino alla morte avvenuta l’8 dicembre 1247. Si narra di lui due episodi significativi: la preveggenza dei figli di san Luigi re di Francia e il fatto che aiutava i muratori nei lavori di in gradimento del monastero. Il culto fu riconosciuto da papa Clemente XI nel 1710. La memoria liturgica è presso l’Ordine Cistercense l’8 luglio.
Martirologio Romano: Presso Vaux-de-Cernay nel pressi di Parigi, san Teobaldo di Marly, abate dell’Ordine Cistercense, che serviva i suoi confratelli svolgendo le mansioni più umili.
|
Figlio di Bou-chard di Montmorency, signore di Marly, e di Matilde di Chateaufort, nipote del re Luigi VII, Teobaldo abbracciò dapprima il mestiere delle armi, distinguendosi nei tornei, cosa che non gli impedì di nutrire una grande devozione alla Madonna. Nel 1226 prese l'abito cistercense nell'abbazia dei Vaux-de Cernay, appartenente alla congregazione di Savigny, che nel 1147 era passata in blocco all'ordine di Cìteaux, nella filiazione di Clairvaux. Fu formato alla vita religiosa dall'abate Tommaso (1212-1229). Nel 1230 fu nominato priore da Riccardo, succeduto a Tommaso, e alla sua morte, nel 1235, fu eletto abate. Egli veniva così ad esercitare un diretto superiorato sull'abbazia di Breuil-Benoit ed anche su quella femminile di Port-Royal, della quale suo padre era stato benefattore. Nel 1237 ebbe pure il governo dell'abbazia delle monache del Trésor, nella diocesi di Rouen. Nella nuova carica Teobaldo dette esempio di umiltà e di pietà, mantenendo la povertà negli abiti e in tutto il suo tenore di vita. Si racconta che aiutò i muratori trasportando pietre e calcina durante i lavori che fece eseguire per ingrandire una sala del monastero e per costruire una parte dell'edificio destinato ai fratelli conversi. La fama della sua santità cominciò a diffondersi e pervenne alle orecchie del re s. Luigi, il quale dopo cinque anni di matrimonio con Margherita di Provenza era ancora senza figli. Si recò dunque con la moglie a trovare Teobaldo ai Vaux-de-Cernay e gli chiese di pregare Dio perché concedesse loro la grazia di avere dei figli. Una pia leggenda narra che il santo abate prese, come risposta, un cesto dal quale uscirono undici gigli di candore smagliante, simbolo che si riferiva agli undici figli che dovevano nascere dalla unione dei sovrani. Il pittore J. M. Vien ha riprodotto questa scena in un quadro eseguito nel 1774, destinato alla cappella del Petit Trianon a Versailles, dove si può vedere ancor oggi. Fu cosi che la regina Margherita dette alla luce, nel 1240, una bambina che ricevette il nome di Bianca. Dopo dodici anni di fecondo governo abba-ziale, T. mori nella sua abbazia dei Vaux-de-Cernay, l'8 dic. 1247 e fu sepolto nella sala del capitolo. Sulla sua tomba fu posta una lastra di pietra sulla quale fu inciso un pastorale, con questa iscrizione: Hic Jacet Theobaldus abbas. La fama della sua santità portò grandi pellegrinaggi ai Vaux-de-Cernay, tanto che nel 1261, sotto la direzione dell'abate di Clairvaux, fu fatta la traslazione delle spoglie nella cappella dell'infermeria, accessibile a tutti. Una seconda traslazione ebbe luogo nel 1270, in un sepolcro costruito nella navata della chiesa, dove si leggeva questo epitafio: Mille bicento septimo cum quadrageno caelo clarescit Theobaldus ubi requiescit. Questa tomba fu profanata nel 1793. Si dice che alcune reliquie conservate nella chiesa di Cer-nay-la-Ville provengano da essa. La festa di Teobaldo veniva celebrata nell'abbazia dei Vaux-de-Cernay e il suo culto fu riconosciuto dal papa Clemente XI, il 25 sett. 1710. Nel XVII sec. gli fu dedicato un altare nella chiesa dell'abbazia di Cìteaux. Teobaldo è onorato nelle diocesi di Parigi e di Versailles. Nell'Ordine Cistercense se ne fa memoria nel Breviario in data 8 luglio.
Autore: Marie-Anselme Dimier
Fonte:
|
|
|
|