Nato ad Haltern in Vestfalia nel 1865, lavorò per qualche tempo da falegname prima di entrare nel 1887, come converse, tra I cistercensi del monastero di Mariastern nella Bosnia, dove fece la sua professione religiosa l’8 dicembre 1889. Nel 1902 venne inviato nella Nuova Pomerania, isola principale dell’arcipelago di Bismarck, allora colonia tedesca (attuale Nuova Britannia), insieme con un confratello per studiare la possibilità di stabilirvi una fondazione. Si stava adoperando, infatti, per organizzare la nuova chiesa nella missione di S. Paolo, quando la stazione missionaria fu assalita, il 13 agosto 1904, da un folto stuolo di indigeni canachi, aizzati da uno di loro, a cui i missionari avevano impedito di commettere adulterio. Colpito mortalmente al petto e alla nuca, il Bley spirò quasi subito, coronando con il martirio una vita uniformata strettamente alla Regola monastica ed animata sempre da un grande spirito di sacrificio. Insieme con lui subirono il martirio i padri Matteo Rascher ed Enrico Rutten dei Missionari del S. Cuore di Gesù, due fratelli conversi e cinque suore missionarie di Hiltrup. Introdotta nel 1933 presso l’allora S. Congregazione dei Riti, la causa di beatificazione di Luigi Bley e dei nove suoi compagni martiri è attualmente ferma.
Autore: Niccolò Del Re
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