Strona Biellese, Biella, 1° dicembre 1883 - Biella, 26 marzo 1935
Don Oreste Fontanella, sacerdote della diocesi di Biella in Piemonte, fu rettore del seminario diocesano morì in fama di santità. E’ sepolto nella cripta del seminario. La sua causa di canonizzazione, introdotta il 12 luglio 1982, ha portato sino ad oggi al riconoscimento del titolo di “venerabile” da parte del papa Giovanni Paolo II il 21 dicembre 1991.
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Nasce a Strona il 1° dic. 1883 da Federico, panettiere del paese e da Desolina Calvino-Prina. Le Suore del B. Federico Albert, durante la permanenza all'asilo infantile, e poi il maestro elementare Pacifico Cesa, aprono il fanciullo al senso di Dio ed ai valori della solidarietà umana. A nove anni gli muore la madre (1892) e l'anno seguente il padre emigra in Australia; è affidato ai nonni insieme ai suoi due fratelli minori. La vita di Oreste Fontanella è immersa nelle trasformazioni, nei progressi ma anche nelle lotte e nei traumi che il processo di industrializzazione nelle sue varie fasi ha prodotto nella vita economica, sociale, ma soprattutto religiosa del biellese, caratterizzato da un forte movimento liberale nell'800 e socialista nel '900. Nell'ott. 1896 entra come alunno nel seminario di Biella e vi esce ordinato prete (al santuario di Oropa) nel 1907. Dal 1907 al 1909 è viceparroco a Strona, suo paese natale, dove è all'origine di un risveglio religioso. Durante la sua formazione in seminario, una influenza tutta particolare sul F. aveva esercitato un giovane direttore spirituale di grande valore, il can. Giuseppe Botta (1874-1970), Proprio al can. Botta don F. fu chiamato a succedere, nel 1909, a soli 26 anni, come direttore spirituale e in questa mansione consumerà, con una dedizione totale, tutta la sua vita (salvo la breve parentesi di soldato in un ospedale militare di Torino, durante la guerra 1915-18). Fu un direttore spirituale nato: capace di proporre le più esigenti mete del Vangelo affascinando gli alunni. Uomo intuitivo, più portato all'azione che allo studio, segui, nel metodo della sua direzione spirituale, s. Francesco di Sales, il cui culto ha una tradizione antica nel clero biellese. La figura del F. è caratterizzata da un singolare connubio, di mitezza e di forza, che si manifesta come una costante nei 26 anni di direzione spirituale. Si deve principalmente a lui se, nel 1919, il seminario di Biella, già trasformato in ospedale militare e ridotto in cattive condizioni, sia nello spirito che nella disciplina, si risollevò. In un'altra grave prova, il seminario fu coinvolto negli anni trenta: il fallimento (1927) del Credito Biellese, banca nata per sostenere le opere cattoliche, aveva impoverito le istituzioni diocesane; il seminario era povero più d'ogni altra. L'economia del seminario venne allora gestita con metodi duramente e rigidamente economici, che rischiarono di soffocare la possibilità di creare quell'ambiente, povero si, ma caldo e familiare, che è indispensabile perché un ragazzo cresca. Ciò che l'istituzione-seminario non poteva dare, E lo diede giorno e notte con carità eroica, pagando di tasca propria e di persona. Uomo dotato dell'«istinto del si», non c'è forse parrocchia della diocesi a cui non abbia portato la sua opera di predicatore e di formatore di coscienze. Al momento della morte, 26 mar. 1935, e dei funerali, emerse la fama di santità di cui già in vita era circondato. Dal 1957 al 1965 si è svolto a Biella il processo informativo ordinario. La sua salma è deposta nella cripta del seminario.
Autore: Angelo Stefano Bessone
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