Maria Teresa Camera nasce a San Lorenzo d’ Ovada l’8 ottobre 1818. La famiglia della piccola Marietta vive del lavoro della campagna, coltivata a mezzadria. La vita dura, la povertà, le fatiche nei campi, i sacrifici per mantenere la numerosa famiglia, forgiano il suo carattere di donna coraggiosa e volitiva. Fin da ragazza si distingue tra la gioventù della borgata per la sua inclinazione allo spirituale: visita sovente il Santissimo Sacramento nella chiesa parrocchiale, raccoglie attorno a sé i bambini e racconta loro di Gesù e di Maria. A vent’anni si unisce alla compagnia delle Orsoline, resta al paese, ma ha ormai intrapreso la sua strada di donna consacrata a Dio. Non par interessata a formare una propria famiglia, lavora nei campi, aiuta i vicini, le famiglie in difficoltà, gli ammalati. Ragazza umile, silenziosa e schiva, fugge da ogni tentazione di popolarità, non lascia scritti, non le interessa di passare alla storia, procede coraggiosa sulla sua strada costellata di gente povera che non potrà mai ripagarla, né osannarla pubblicamente.
Nel 1849, dopo la morte della madre, lascia San Lorenzo per Ovada, ove imperversano malattie e povertà. Prende in affitto due camere non lontano dalla casa natale di San Paolo della Croce, dedica alla cura a domicilio degli ammalati,all’assistenza dei moribondi e dei bisognosi. A lei si uniscono alcune giovani di Molare, di Cassinellee di Ovada. Nasce così, anche se in forma non ufficiale, una nuova comunità che viene detta delleTeresiane. Le donne vivono nell’ombra e nel silenzio, conosciutissime e stimate soprattutto dagli ultimi della città. Prestano servizio presso il piccolo ospedale di Ovada, successivamente presso quello di Roccagrimalda, diventano guardarobiere e cuoche del Seminario di Acqui, aiutano le Madri Pie nei lavori di casa e assistono le madri anziane.
Si recano nelle famiglie, lavano i panni, accudiscono ai bambini orfani di madre, curano gli ammalati, vegliano gli infermi. Vivono attivamente la vita della comunità Parrocchiale: ancora oggi qualcuno ricorda le Teresiane quando andavano in Parrocchia per le funzioni. Lavorano in un panificio come operaie e commesse per guadagnarsi da vivere e per comperare le medicine ai poveri che non hanno di che curarsi. I poveri saranno sempre al centro della sua attenzione: “Le mie pupille” li chiamerà; in loro vede riflessa l’immagine di Gesù crocifisso e sofferente, è a lui che rivolge il suo sguardo nei momenti di difficoltà (e saranno molti): “Volgete lo sguardo al Crocifisso!” dirà alle ragazze che con lei condividono il suo ideale di servizio. Nel 1856 Don Tito Borgatta le inserisce nell’Opera assistenziale “San Tito” da lui fondata, pur rimanendo le Teresiane autonome come gruppo.
Nel 1889 viene nominato Vescovo di Acqui Mons. Giuseppe Marello. Il nuovo pastore si interessa all’opera di Maria Teresa Camera, in collaborazione col vicario Mons. Pagella redige le costituzioni del nuovo Istituto delle Teresiane che diventeranno le Suore della Pietà. Le stesse costituzioni saranno promulgate nel 1892. Nel 1893 le seguaci di M.T. Camera professano i primi voti pubblici di povertà, obbedienza, e castità.
Il 24 marzo 1894, sabato santo, all’età di 76 anni, Maria Teresa rimette nelle mani di Dio il dono grande della sua vita spesa per tutti i “crocefissi” della terra. Lascia nel pianto i poveri e i derelitti della città e le sue figlie a continuare la sua opera di madre amorosa.
Autore: www.figliepieta.it
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