PALAZIA e LAURENZIA, sante, martiri di Ancona
Gli Atti di queste due martiri, trasmessi da un antico manoscritto anconitano, ora perduto, e da un altro della Biblioteca Vallicelliana di Roma, contengono senza dubbio molti elementi leggendari, desunti dalle passiones di s. Cristina, s. Barbara e s. Vittoria, epertanto non sono stimati attendibili dalla moderna critica agiografica. Nondimeno è possibile ritenere probabile, in conformità di tradizioni e antichi monumenti liturgici e iconografici, che, nativedi Ancona, Palazia e Laurenzia siano state relegate a Fermo,ivi abbiano subito il martirio, forse all'epoca di Diocleziano, e che in seguito le loro spoglie sianostate traslate ad Ancona, loro città d'origine. Il loro culto è ancora diffuso in varie località dell'antico Piceno (Fermo, Osimo, Camerino, ecc.). In Ancona il nome di Palazia è invocato in antichi libriliturgici e la sua figura appare in lastre graditedel sec. XI. Più tardi sorsero in suo onore unachiesa e un monastero; l'iconografia la rappresentòspesso insieme agli altri santi locali, e talvolta conla sua nutrice Laurenzia. La raffigurazione più nota èquella del Guercino, che si ispira ad alcuni episodidella passio. I resti di queste martiri, a quanto sembra.conservarono a lungo in un'arca marmorea pressola cattedrale e quindi nella chiesa dedicata a s. Palazia;dopo la ricognizione del 1775, furono raccolti inuna piccola urna di bronzo, lavoro di imitazioneberniniana, donata alla cattedrale dal papa Benedetto XIV, già vescovo di Ancona. La loro festa si celebra l'8 ottobre.
Autore: Mario Natalucci
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