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668 - 711
Giustiniano II Rinotmeto fu imperatore dell'Impero Romano d'Oriente dal 685 al 695 e dal 705 a 711.Con lui si estingue la sanguinosa dinastia eracliana (o eraclidea). Non si può esagerare nel definire il suo regno un "disastro", che va a coronare un intero VII secolo "disastroso" per Bisanzio. Passionale, dispotico e mentalmente poco equilibrato, Giustiniano viene sconfitto dagli Arabi a Sebastopoli nel 691 (Bisanzio perde l'Armenia). Nello stesso anno tenta di assoggettare il papa romano Sergio I ai dettami del Concilio di Trullo ma non riesce a prelevare da Roma il pontefice con la forza perché bloccato da truppe romane, ravennati e della Pentapoli; è la prima volta che un imperatore romano non riesce a far valere la sua forza su di un pontefice. Nel 685 viene deposto, subisce l'amputazione del naso (ormai un vero e proprio rituale di famiglia da cui viene anche "Rinotmeto") ed è esiliato in Crimea, sostituito da Leonzio II ed in seguito Tiberio III. Si fa rimettere sul trono nel 704 con l'aiuto del khan bulgaro Tervel e dedica il suo secondo regno alla vendetta personale, gettando la capitale nel terrore e perdendo la Cappadocia e molte fortezze in Cilicia nella ormai secolare battaglia contro gli Arabi.Il popolo si solleva per la seconda volta contro l'eraclide nel 711 appoggiando il colpo di stato dell'armeno Varden che spodesta il trono col nome di Filippico. A Giustiniano stavolta viene tagliata la testa (che fu in seguito spedita a Roma e a Ravenna per essere mostrata alla popolazione).La convocazione del concilio ecumenico Quinsesto e la sua opera in favore della Chiesa gli meritarono di essere venerato come santo.
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