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Sant' Etelredo Re di Mercia, abate
Festa:
4 maggio
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† Monastero di Bardney, 716
Figlio del pagano Penda, re di Mercia, Etelredo succedette a Wulfhere nel 674. Durante la guerra contro il re del Kent, distrusse chiese, monasteri e la città di Rochester, ma in seguito, il leone, divenuto agnello, amaramente si pentì dei suoi eccessi. In seguito alla uccisione della moglie Osthryth, avvenuta nel 697, Etelredo, nel 704, dopo un regno di vent’anni, abdicò in favore del nipote Coenred ed entrò nel monastero di Bardney, dove divenne abate e morì nel 716. E’ ricordato il 4 maggio.
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Etelredo nacque nel VII secolo da Penda, Re pagano di Mercia, un regno situato nell'odierna Inghilterra centrale. Cresciuto in un ambiente guerriero e avvezzo alle lotte di potere, egli stesso si distinse per il suo valore militare, tanto da succedere al fratello Wulfhere nel 674, assumendo il comando del regno.
Il regno di Etelredo fu segnato da numerose battaglie, condotte principalmente contro il Kent, regno rivale situato a sud-est. Nel corso di queste guerre, Etelredo si macchiò di atti di crudeltà, distruggendo chiese, monasteri e la città di Rochester. Tuttavia, come spesso accade nella storia, la ferocia del condottiero lasciò spazio al pentimento del peccatore.
Un evento cruciale nella vita di Etelredo fu la conversione al Cristianesimo, avvenuta in circostanze non del tutto chiare. La fede operò in lui una profonda trasformazione, portandolo a pentirsi amaramente delle sue azioni passate. In segno di espiazione, egli si dedicò con fervore alla religione, compiendo opere di pietà e beneficenza.
Nel 697, Etelredo fu colpito da un grave lutto: la morte della moglie Osthryth. In preda al dolore e al senso di colpa, decise di abdicare al trono in favore del nipote Coenred. Si ritirò quindi a vita monastica nel monastero di Bardney, dove trascorse i restanti anni della sua esistenza in preghiera e penitenza.
Etelredo morì nel 716, lasciando in eredità la memoria di un uomo che, pur essendosi macchiato di gravi colpe, seppe trovare la forza di redimersi e di dedicarsi completamente a Dio.
Autore: Franco Dieghi
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