† Reun, Germania, 21 giugno 1164
Originario della nobile famiglia dei Biburger, Everardo compì gli studi ecclesiastici a Bamberga. Nel 1133 la sua famiglia fondò il monastero di Biburg, riservandone la dignità abbaziale per Everardo, il quale dapprima rifiutò la carica, che in seguito gli venne attribuita da papa Innicoenzo II. Nel 1147 fu eletto arcivescovo di Salisburgo. Allorché nel 1159, dopo l’elezione di Alessandro III, Federico Barbarossa favorì l’antipapa Vittore IV, Everardo si schierò apertamente per il papa legittimo, di cui in seguito divenne legato. Morì nel monastero di Reun il 21 giugno 1164. L’Ordine Benedettino lo festeggia il 22 giugno.
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Everardo apparteneva alla nobile famiglia dei Biburger; dalla madre, che con le proprie mani aveva preso parte alla costruzione della chiesa del pellegrinaggio di Allersdorf, aveva ereditato una grande devozione alla Beata Vergine. Avendo ricevuto un canonicato a Bamberga, compì in quella città gli studi ecclesiastici. Tentò di entrare nell'abbazia di S. Michele, ma, appena ricevuto, fu fatto uscire per forza. Continuò gli studi a Parigi. Quando era ormai sulla quarantina, ottenne dal vescovo Ottone di abbracciare la vita monastica a Prufening. Nel 1133 la sua famiglia fondò il monastero di Biburg, riservandone la dignità abbaziale per Everardo la cui virtù lo raccomandava a questa carica: egli, però, rifiutò di ricevere la benedizione abbaziale, fino a quando, nel 1138, durante un viaggio a Roma col vescovo di Bamberga, gliela conferì il papa Innocenzo II. L'11 magg. 1147 fu eletto arcivescovo di Salisburgo. Allorché, nel 1159, dopo l'elezione di Alessandro III, Federico Barbarossa, e con lui la maggior parte dei vescovi tedeschi, favorirono l'antipapa Vittore IV, Eveerardo prese apertamente partito per il papa legittimo, senza tuttavia separarsi dall'imperatore, di cui rispettava il potere politico. Federico cercò a più riprese di guadagnare il prelato alla sua causa: a questo fine, nel 1162, dopo la sua entrata trionfale a Milano, lo fece venire in Italia, ma Everardo seppe difendere così bene il suo atteggiamento che Federico lo lasciò ritornare nella sua diocesi. Divenuto legato del papa, Everardo non riuscì a riconciliare il Barbarossa con Alessandro III. Facendo ritorno dalla Stiria, dove aveva assicurato la pace fra il capo militare di Leubnitz e il duca Ottocaro, fu costretto a fermarsi nel monastero di Reun, dove morì il 21 giug. 1164. Il cardinale arcivescovo Burcardo di Weisspriach aveva cominciato le pratiche per il processo di canonizzazione, ma esse furono interrotte alla sua morte nel 1466. Everardo aveva la sua Messa e il suo Ufficio a Salisburgo fino all'introduzione del Breviario romano nel 1598. Quell'anno il duomo fu distrutto da un incendio e le reliquie che erano state messe al sicuro non furono più ritrovate. La memoria del santo si trova nel Martirologio benedettino il 22 giug. Il santo è raffigurato sui fonti battesimali del duomo di Salisburgo, che data dal 1321.
Autore: Rombaut Van Doren
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