Badi, Bologna, 11 novembre 1914 – Faenza, Ravenna, 15 dicembre 1999
Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini; fu un religioso semplice, umile, povero e austero che trascorse la sua vita spendendosi unicamente per il Signore e per il prossimo. La sua fede era fondata sulla preghiera, praticata in un cammino spirituale altamente contemplativo, nel quale il silenzio e il raccoglimento avevano un ruolo predominante. Papa Francesco l'ha dichiarato Venerabile il 23 maggio 2024.
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Il Venerabile Servo di Dio Guglielmo Gattiani (al secolo: Oscar) nacque l’11 novembre 1914 a Badi, frazione del comune di Castel di Casio, (Bo), e venne battezzato quattro giorni dopo con i nomi di Oscar Luciano. Secondogenito di quattro figli, trascorse l’infanzia aiutando i genitori nella conduzione del loro negozio di alimentari e frequentò assiduamente la chiesa parrocchiale. Dopo aver ricevuto la Comunione e la Cresima, avendo colto in lui la vocazione religiosa, fu inviato dal suo parroco nel seminario dei Cappuccini di Faenza. Compiuto il noviziato nel convento di Cesena, emise la professione religiosa assumendo il nome di Guglielmo. Intrapresi a Bologna gli studi di teologia e filosofia, il 22 maggio 1938 fu ordinato sacerdote. Venne inviato dai Superiori come docente nei seminari di Faenza, Lugo e Ravenna e trascorse il periodo bellico a Cesena insegnando ai frati studenti liceali e impegnandosi nell’assistenza ai feriti e agli sfollati. Divenne maestro dei novizi nel convento di Cesena mantenendo questo incarico fino al 1964. Cercò di vivere una vita di radicale povertà e di ritiro spirituale, incoraggiato in questo da padre Pio da Pietrelcina, che padre Guglielmo incontrò in alcune occasioni a San Giovanni Rotondo. Nel 1980 si recò in Terrasanta trattenendosi per alcuni mesi e chiedendo ai Superiori di potervi rimanere, ma essi lo richiamarono, destinandolo al Santuario del Ss. Crocifisso di Faenza, ove si dedicò all’impegno catechetico e pastorale, accompagnando spiritualmente molte famiglie. Negli ultimi anni di vita accusò problemi cardiaci che gli fecero rallentare le sue attività e lo condussero alla morte il 15 dicembre 1999.
Il Venerabile Servo di Dio fu un religioso semplice, umile, povero e austero che trascorse la sua vita spendendosi unicamente per il Signore e per il prossimo. La sua fede era fondata sulla preghiera, praticata in un cammino spirituale altamente contemplativo, nel quale il silenzio e il raccoglimento avevano un ruolo predominante. Alimentava al massimo la sua unione con il Signore praticando molte ore di adorazione di giorno e di notte, meditando la Parola di Dio. Curò molto anche il culto alla Madonna e fu animato da una particolare e intensa venerazione per San Giuseppe, al quale dedicò diversi scritti di carattere agiografico e apologetico. Il suo stile di vita era basato sull’affidamento totale al Signore e tale fede, umile e profonda, traspariva nella sua opera catechetica e pastorale. Fu sempre ubbidiente alle disposizioni dei Superiori e, mosso da una sincera ansia evangelizzatrice, riceveva senza esitazioni le persone che desideravano incontrarlo per ottenere consigli, guarigioni spirituali e anche fisiche. Già durante la sua vita godette una fama di santità che travalicava i confini regionali, tanto che lo stesso San Pio da Pietrelcina, legato al Venerabile Servo di Dio da rapporti di conoscenza personale e stima, ricevendo alcuni pellegrini di Cesena li indirizzò nuovamente alla sua saggia guida.
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