Il teologo Gaspare Saccarelli nacque a Torino il 6 giugno 1817 in una famiglia dell’alta borghesia. Divenuto sacerdote, pur nominato cappellano di Re Carlo Alberto, frequentava con modestia e buona volontà la Piccola Casa della Divina Provvidenza, collaborando con S. Giuseppe Cottolengo. Tra le zone più povere della città c’era Borgo San Donato, a quei tempi periferico e isolato, e don Gaspare decise di svolgere lì il suo apostolato, prendendosi cura degli orfani. Pensava in particolare alle bambine, essendo sorti per i giovani l’oratorio di don Bosco a Valdocco e quello di don Cocchi in Vanchiglia. Il giovane prete si trasferì nel borgo ma, a causa della prima guerra di indipendenza (1848-1849), non poté concretizzare la sua iniziativa. Il 1° dicembre 1849 aprì un asilo infantile a Venaria Reale, con la prestigiosa partecipazione di Ferrante Aporti, pedagogista e senatore del regno. Tornò quindi ai suoi progetti, affittando alcune botteghe in via San Donato. Allestì così una cappella provvisoria dove si celebrò, il 6 aprile 1850, l’inaugurazione dell’Oratorio festivo per le fanciulle e la Scuola domenicale per le operaie, aperto anche a ragazze di altre parti della città che lavoravano in opifici e fabbriche. Oltre a ricevere un’educazione religiosa, imparavano a leggere e scrivere e fruivano di momenti di svago con canti e recite. Don Saccarelli distribuiva una merenda alle più bisognose e, quando poteva, a tutte. Ogni domenica si raccoglievano moltissime ragazzine, fino a cinquecento. Dirette e coordinate dalla contessa Carolina Derossi di Santa Rosa, vedova del patriota Santorre, varie signore torinesi collaboravano facendo scuola. Nel 1851 fu impartita la Cresima e, alle alunne delle classi festive, si distribuirono i premi offerti dalla marchesa di Barolo, patronessa della scuola. Saccarelli avvertì per primo la necessità di dotare la zona anche di una chiesa, come documenta la relazione dell’economo generale Abate Moreno al Ministro per gli affari ecclesiastici del 24 settembre 1851. A sue spese acquistò nella stessa via San Donato un terreno ed il fabbricato di una antica bottiglieria e, su progetto dell’architetto Blachier, fece costruire una cappella dedicata alla Sacra Famiglia. Dopo averla benedetta il 1° maggio 1852, a fianco trasferì la scuola oratorio. La contessa Santa Rosa esortava intanto il sacerdote a fondare un istituto per educare al lavoro e alla vita familiare le numerose fanciulle misere ed abbandonate. La nobildonna, in punto di morte, impegnò Saccarelli alla realizzazione del progetto, spirando il 22 maggio 1853. Le prime quattro fanciulle, ospitate in stanze affittate nei pressi dell’Oratorio, erano già presenti alla messa di trigesima della contessa. Nacque così l’Istituto della Sacra Famiglia che si aggiungeva alla Scuola festiva per giovani operaie. Le giovani, dai 10 ai 14 anni, erano ricoverate e istruite gratuitamente fino a quando potevano sostentarsi col loro lavoro. Intervenivano alle processioni funebri parrocchiali ed erano dette “Verdine”, dal caratteristico colore del vestito che indossavano ai funerali, come simbolo di buon augurio e di speranza per l’avvenire. L’Istituto si manteneva con il ricavato di piccoli lavori femminili e con offerte di benefattori. Nel 1869 le giovani ricoverate erano duecentoventi, quaranta gli infanti dell’asilo aperto nel 1854, duecento le alunne della scuola festiva. Il borgo in quegli anni si sviluppava ed era ormai necessaria una parrocchia. L’eccessiva distanza dalla chiesa dei S.S. Simone e Giuda in Borgo Dora persuase l’arcivescovo monsignor Fransoni ad erigere, il 30 gennaio 1855, una parrocchia intitolata alla Immacolata Concezione di Maria (il dogma era stato proclamato da poco più di un mese). Provvisoriamente fu istituita nella cappella dell’Istituto della Sacra Famiglia. Il teologo Saccarelli, per umiltà, aveva rifiutato l’investitura a parroco, limitandosi alla carica di “amministratore parrocchiale”. Si prodigò per raccogliere i fondi necessari, acquistò il terreno mentre arrivava un’offerta di 500 lire dal Papa Pio IX. Saccarelli provvide al suo Istituto fino alla morte, avvenuta il 21 gennaio 1864, due giorni dopo quella della serva di Dio Giulia di Barolo, sua benefattrice, mentre la costruzione della parrocchia non era ancora iniziata. Gli succedette alla guida dell’Istituto il teologo ed avvocato Paolo Bergher, suo fratello maggiore per parte di madre. Una via nel quartiere ricorda oggi il suo benefattore.
Autore: Daniele Bolognini - Milo Julini
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