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Beato Leone Tanaka Religioso gesuita, martire
Festa:
1 giugno
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Omi, Giappone, 1590 circa - Omura, Giappone, 1° giugno 1617
Nacque da una famiglia cattolica giapponese e fin da giovane visse nell'ambito della Compagnia di Gesù. Divenuto catechista cooperò nell'apostolato con Giambattista Machado. Con questi infatti venne catturato nelle isole di Gotò e successivamente trasferito nelle carceri di Omura e di Cori. Era talmente affezionato al Machado che ottenne di accompagnarlo fino al luogo del martirio; dopo la decapitazione raccolse con pannolini il sangue del martire. Qualche giorno dopo l'uccisione del suo maestro poté seguirlo, come desiderava, nella gloria. Infatti il 1° giugno 1617 fu egli pure decapitato assieme al p. Navarrete e a Fernando di S. Giuseppe. Il corpo fu gettato in mare entro una stuoia legata a sassi, per impedirne ai cristiani il recupero e la venerazione. Mentre le salme dei suoi due compagni di martirio vennero ripescate, il suo corpo invece non venne mai ritrovato. Pio IX il 6 luglio 1867 lo proclamò beato.
Martirologio Romano: A Omura in Giappone, beati martiri Alfonso Navarrete, dell’Ordine dei Predicatori, Ferdinando di San Giuseppe de Ayala, dell’Ordine degli Eremiti di Sant’Agostino, sacerdoti, e Leone Tanaka, religioso della Compagnia di Gesù, che in odio alla fede cristiana, per editto del comandante supremo Hidetada, insieme furono decapitati.
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Leone Tanaka nacque in Giappone da una famiglia devota alla fede cristiana. Fin da giovane, si immerse nell'ambiente della Compagnia di Gesù, attratto dai valori di evangelizzazione e servizio al prossimo che essa incarnava.
Mosso da un profondo zelo apostolico, Leone Tanaka divenne catechista, collaborando strettamente con il gesuita Giambattista Machado. Insieme, percorsero le isole di Gotò, diffondendo il Vangelo e rinforzando la fede delle comunità cristiane locali. La loro dedizione non passò inosservata alle autorità giapponesi, all'epoca ostili al Cristianesimo.
Nel 1617, Leone Tanaka e Giambattista Machado furono catturati e incarcerati nelle isole di Gotò. Furono poi trasferiti nelle carceri di Omura e Cori, dove subirono lunghi periodi di detenzione e privazioni.
Nonostante le dure prove, Leone Tanaka rimase fedele al suo mentore e alla sua fede. Il legame tra i due era talmente forte che Leone ottenne il permesso di accompagnare Giambattista Machado al luogo del martirio. Assistette alla decapitazione del suo maestro con immensa commozione e raccolse il suo sangue con dei pannolini, gesto che testimoniava la sua profonda devozione e il suo desiderio di seguire le sue orme.
Pochi giorni dopo la morte di Giambattista Machado, il 1° giugno 1617, Leone Tanaka fu a sua volta condannato a morte. Insieme a padre Alfonso Navarrete e Fernando di San Giuseppe, affrontò il martirio con coraggio e serenità. Decapitato, il suo corpo fu gettato in mare avvolto in una stuoia legata a sassi, nel tentativo di impedirne il recupero e la venerazione da parte dei cristiani.
Nonostante gli sforzi per cancellare la memoria di Leone Tanaka, la sua figura e il suo esempio di fede incrollabile continuarono ad ispirare i cristiani in Giappone. Nel 1867, Papa Pio IX lo proclamò Beato, confermando il suo status di martire e modello di virtù cristiana.
Autore: Franco Dieghi
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