Campodolcino, Sondrio, 25 marzo 1841 – 13 giugno 1891
Sorella di San Luigi Guanella, nacque il 25 marzo 1841 a Fraciscio, frazione di Campodolcino (Sondrio), in diocesi di Como, da Lorenzo e Maria Bianchi, coniugi di fede profonda e di vita cristiana esemplare. Fino a 27 anni visse con i genitori, poi, trasferitasi a Savogno, presso il fratello don Luigi, futuro apostolo della carità, allora parroco di quel minuscolo e solitario paese di Val Bregaglia, lo coadiuvò nelle opere parrocchiali scrivendo un regolamento secondo il quale ordinare la sua attività e a cui rimase fedele. Più tardi diresse la scuola di Prosto e la gioventù femminile del luogo. Trasferitosi il fratello a Torino, lei tornò a Fraciscio. Morì in fama di santità a Campodolcino presso la sorella il 13 giugno 1891. Il 10 gennaio 1914 fu aperto il processo ordinario di beatificazione.
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Caterina nasce a Fraciscio (Sondrio) il 25 marzo 1841. Il giorno dopo viene battezzata: Maria Caterina Anna. E’ l’ottava della numerosa famiglia (13 figli) di Lorenzo Guanella e di Maria Bianchi; nell’anno successivo nascerà il futuro san Luigi Guanella. Fin dall’infanzia, Caterina è legata al fratello da profondo affetto: condivide con lui sogni, progetti, ideali di bene. Il gioco che i due fanciulli amano fare insieme, “la minestra per i poveri”, diventerà realtà nella loro futura missione. Fino ai 27 anni Caterina rimane a Fraciscio, poi segue don Luigi nella Parrocchia di Savogno (Sondrio) dal 1866 al 1875. Lo affianca nel suo ministero infaticabile: insegna nella scuola elementare, si occupa della catechesi, dell’assistenza agli anziani e agli infermi. Caterina considerata dai parrocchiani un “angelo di buon esempio” gode di un “alto credito di virtù”; sostiene don Luigi nelle difficoltà e nelle incomprensioni con la preghiera e il sacrificio. Quando nel 1875 don Luigi si reca da don Bosco a Torino, Caterina ritorna a Fraciscio e assiste la madre fino alla mor-te. Nel 1877 don Lorenzo Sterlocchi, parroco di Campodolcino e suo direttore spirituale, erige canonicamente la Pia Unione delle Figlie di Maria e Caterina ne è la direttrice. Si distingue come maestra di spirito, consigliera saggia e illuminata. Il suo stile educativo è stato definito da chi l’ha conosciuto “forte e soave”. Nell’ultimo periodo di vita coltiva in cuore il desiderio di fondare un piccolo istituto per donne nubili che avendo fatto il voto di verginità, potessero vivere insieme dedicandosi all’apostolato caritativo in favore dei poveri. Ma la malattia poi la morte le impediscono la realizzazione del progetto. Caterina muore il 13 giugno 1891. Su invito del Papa S. Pio X, don Guanella avviò il processo di canonizzazione.
Così due testimoni d’eccezione hanno detto di lei:
“La serva di Dio Caterina giustamente si considera un fiore proprio di virtù perché nella sua anima accordata a mirabile armonia con quella del fratello, accolse e fecondò con la preghiera tutte le confidenze, i disegni, gli ideali di Don Luigi, dedicando a lui, fin quando potè, la sua opera, lasciando alle Istituzioni di lui il suo spirito, l’esempio delle sue virtù e dei suoi patimenti, la preziosa protezione celeste”. (don Leonardo Mazzucchi)
“Caterina godette finché visse gran fama di santità. La ferma opinione delle sue virtù non fu mai contraddetta da alcuno e appare più grande ed apprezzabile, quando si considera che la santità di Caterina non era di tal genere che suscitava strepito per fatti grandiosi ed imprese rumorose, ma si distingueva per una elevatissima perfezione interiore che si manifestava nel raccoglimento dello spirito, nel fervore della preghiera e della contemplazione, nella sua immensa carità”. (mons. Aurelio Bacciarini)
Attualmente, le spoglie della Serva di Dio Caterina Guanella sono conservate nella medesima cripta di madre Marcellina Bosatta, nella casa Madre delle Suore Guanelliane a Como Lora.
La rilettura della figura di Caterina Guanella rappresenta un momento importante nel vissuto della comunità ecclesiale per incontrare una persona che, nella sua essenziale semplicità, ha illuminato coloro che la Provvidenza le ha fatto incontrare e ha costituito per tanti un sereno e luminoso punto di riferimento. La lettura contemporanea della figura di Caterina ci illustra la vera spiritualità di chiunque scelga il Cristo. Ella è l’espressione della fecondità del battesimo, che vive dell’eucaristia e che nella ricerca della virtù vive la conversione battesimale, mentre nello stile semplice ed evangelico di ogni giorno, diventa donna che semina in modo continuo la speranza e la libertà dello Spirito Santo. Nell’attuale crisi “culturale”, ella può dirci molto perché ci introduce nel luogo in cui alberga il vero senso della vita: ciò che veramente opera in una persona e la costruisce nella sua verità è rappresentato dalla sua interiorità come clima esistenziale in cui si sviluppa il dialogo con il Padre in Cristo e nello Spirito.Meditando, custodendo e amando l’eredità di Caterina, ogni discepolo del Signore avvertirà un costante processo di trasformazione interiore e percepirà la fecondità evangelica della Sua presenza nel vissuto quotidiano.
Autore: Pietro Gini
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