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Nakaura, Giappone, ca. 1567 – Nishizaka, Giappone, 21 ottobre 1633
Sacerdote gesuita indigeno del Giappone, Giuliano Nakaura subì il martirio nella sua patria nel contesto di feroci ondate persecutorie contro i cristiani. In seguito ad un rapido processo iniziato con il Nulla Osta della Santa Sede concesso in data 2 settembre 1994, è stato riconosciuto il suo martirio il 1° luglio 2007 ed è stato beatificato il 24 novembre 2008, sotto il pontificato di Papa Benedetto XVI, unitamente ad altri 187 martiri giapponesi.
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Un Martire della Fede Giuliano Nakaura, figura tragica e straordinaria della storia giapponese, morì il 21 ottobre 1632, dopo un’agonia insopportabile nella fossa di Nagasaki. La sua morte avvenne meno di tre mesi dopo quella di Nicholas Keian Fukunaga. Nato da un samurai cristiano, Giuliano perse il padre in battaglia quando aveva solo due anni. Cresciuto da una madre devota, entrò in seminario da giovane, dove ricevette una formazione religiosa rigorosa.
Il Viaggio in Europa Selezionato dal padre Valignano come uno dei quattro "giovani ambasciatori", Giuliano intraprese un lungo viaggio verso l'Europa. L’obiettivo principale era incontrare Papa Gregorio XIII. Durante l'udienza, un Giuliano febbricitante fu accolto con calore dal Papa, un momento che segnò profondamente la sua vita e lo sostenne nei momenti più bui.
Ritorno in Giappone Tornato in Giappone nel 1590, Giuliano iniziò il noviziato ad Amakusa e fu ordinato sacerdote nel 1608. A differenza di Fukunaga, che lasciò il Giappone durante le persecuzioni, Nakaura rimase e lavorò in segreto, visitando cristiani perseguitati e viaggiando di notte vestito da laico.
Le Persecuzioni Con l’aumento delle persecuzioni, molti missionari europei furono arrestati e giustiziati. Tuttavia, la sua identità giapponese gli permise di eludere la cattura per anni. Ma la vita clandestina lo lasciò esausto, costringendolo a spostarsi da un luogo all’altro.
Arresto e Martirio Nel 1632, Nakaura fu catturato e imprigionato a Nagasaki. Dopo mesi di tortura, subì il tormento della fossa il 18 ottobre. Anche in quelle condizioni, proclamò: "Sono Julián Nakaura, quello che è andato a Roma". Morì il 21 ottobre, accettando la sua sofferenza per amore di Dio.
Riconoscimento e Beatificazione In seguito a un rapido processo iniziato con il Nulla Osta della Santa Sede concesso il 2 settembre 1994, il martirio di Giuliano Nakaura fu ufficialmente riconosciuto il 1° luglio 2007. Fu beatificato il 24 novembre 2008, sotto il pontificato di Papa Benedetto XVI, insieme ad altri 187 martiri giapponesi.
Eredità Giuliano Nakaura simboleggia il sacrificio e la resilienza dei cristiani giapponesi durante un periodo di feroce persecuzione. La sua vita e il suo martirio continuano a ispirare, richiamando l'importanza della libertà religiosa e della resistenza contro l’ingiustizia.
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