Santi LUCEIA (Lucia), AUCEIA e compagni, martiri a Roma (?)
Le notizie su questi martiri sono molto oscure ed intricate e non soltanto per quanto riguarda il numero ed i nomi, ma anche per il tempo e luogo del loro martirio. Nei codici più antichi del Martirologio Geronimiano infatti sono loro dedicati ben sette latercoli e con notevoli differenze: al 1° e al 25 giug. sono attribuiti a Tessalonica solo Luceia ed Auceia; al 24 giug. a Roma con sessantadue o ventidue compagni; al 25 giug. la sola Luceia ad Alessandria e Tessalonica; al 26 giug. tutte e due a Roma o ad Alessandria, ma con la variante di Diogene per Auceia; al 1° lugl. ambedue a Roma, ma con otto o nove soci; al 18 e al 19 dic. ancora a Roma e con ventuno compagni, di cui sono riferiti dodici nomi soltanto. In tanta diversità e confusione è impossibile stabilire quale sia il vero dies natalis, anche perché nessun'altra fonte ci soccorre. Floro di Lione si decise per il 25 giug. e la sua scelta, attraverso Adone ed Usuardo, è stata accolta nel Martirologio Romano, in cui è commemorata, con l'indicazione topografica di Roma, la vergine Luceia con altri ventidue soci. Probabilmente Floro conobbe la passio oggi esistente (BHL, II, p. 740, un. 4980-82) che già il Papebroch giudicava non solo antica, ma anche « sincera graviterque et verosimiliter scripta » e il Delehaye, per quanto la stimasse alquanto favolosa, non osava negare che in essa « forsitan aliquid veri latitare ». A noi sembra però che il benevolo giudizio dei due bollandisti sia alquanto esagerato e che la nostra passio non merita alcuna fede perché priva di qualsiasi valore storico. A prescindere dal fatto che l'autore non sa indicare né il tempo del martirio né il luogo della sepoltura dei protagonisti, indizio eloquente che ha lavorato di fantasia senza alcun fondamento concreto, lo stesso racconto si rivela inconsistente ed inverosimile. Luceia infatti è una vergine religiosa romana che catturata dal re barbaro Auceia sa resistere alle lusinghe del suo padrone, il quale ammirandone la fede e la fortezza non solo le permette di seguire la sua religione, ma si raccomanda alle sue preghiere ogni qualvolta deve intraprendere qualche battaglia contro i suoi nemici. Dopo venti anni di prigionia, però, Luceia è avvertita da una visione che deve ritornare a Roma per subirvi il martirio; Auceia abbandona famiglia e regno e l'accompagna. Giunti a Roma Luceia è arrestata e poiché si rifiuta di sacrificare è tosto uccisa. Allora anche Auceia si presenta al prefetto e, pur essendo pagano, chiede ed ottiene di seguire la sorte di L. Poco dopo altri venti cristiani (che poi risultano ventuno perché di dodici sono riferiti i nomi e di altri nove si dice che sono conosciuti solo da Dio) sono arrestati ed uccisi.Evidentemente non ci si può fidare di questo racconto per accettare l'esistenza storica dei nostri martiri, tanto più che una Luceia martire di Roma è assolutamente ignota alle più antiche e genuine fonti agiografiche e liturgiche. Se ci è lecito prospettare un'ipotesi oseremmo dire che la nostra passio è una degna compagna dell'altra, non meno leggendaria, che ha per protagonisti Lucia e Geminiano, e come questa fu scritta per esaltare la titolare della basilica onoriana, così la nostra fu composta per dare una storia alla titolare di un'altra chiesa, duella cioè del monastero romano, conosciuto con l'appellativo di « Renato » o di « Lucia » la cui esistenza è attestata da S. Gregorio Magno (Didogi, IV, 13; Reg. Epist., XI, 15). Ma la passio di Luceia e Auceia è alla base di un altro errore agiografico sanzionato dal Martirologio Romano. Diversamente dalle fonti latine, il Sinassario Costantinopolitano riferisce una breve sintesi della nostra passio al 6 lugl., ma invece di Auceia ha trascritto « Rizio vicario », e poiché 'all'inizio della stessa passio si dice che Luceia era de territorio su-burbicario, il traduttore pensò alla « campagna romana » e quindi pose in Campania. ' A sua volta il Baronio trascrivendo dal Sinassario e non rendendosi conto che si trattava del gruppo già ricordato il 25 giug., corresse il nome di « Rizio vicario » in quello più noto di « Riziovaro », e attribuì tutto il gruppo dei martiri non a Roma ma alla Campania ( = regione); così accanto al già fantomatico gruppo di Luceia e compagni martiri romani, commemorati il 25 giug. nel Martirologio Romano esiste anche il gruppo di Luceia e compagni, martiri campani, al 6 luglio.
Autore: Agostino Amore
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