Nel periodo della Rivoluzione, Bordeaux, come più o meno tutte le città della Francia, fu vittima di una persecuzione sanguinosa, abbattutasi con particolare accanimento sulla Chiesa Cattolica. Preti, religiosi e religiose, fedeli uomini e donne vi hanno trovato la morte in odio alla loro fede. Le vittime sono generalmente conosciute come «i martiri di Bordeaux», anche se alcuni erano originari di altre città, perché tutti a Bordeaux hanno soggiornato e tutti vi hanno testimoniato con la loro vita, la propria fede. Dal 1789 al 1792, gli sconvolgimenti che si succedettero a Bordeaux, come nel resto della Francia, non ebbero effetti particolarmente gravi. Ma, a partire dal 1792, questi cominciarono a moltiplicarsi. Il 15 lug. di quell'anno, il sac. Simone di Langoiran, vicario generale della diocesi, fu massacrato sulla scalinata dell'arcivescovato (oggi sede del municipio), insieme al sac. Luigi Dupuy, beneficiato di Saint-Michel. La loro memoria è ancora oggi viva a Bordeaux. Poi, la persecuzione andò crescendo di intensità con la vittoria della Montagna e la proscrizione dei Girondini (2 giu. 1793). La Convenzione mandò in missione a Bordeaux due suoi rappresentanti: Ysabeau e Tallien. Essi fecero la loro comparsa nella città, che avevano prima ridotto alla fame, il 16 ott. 1793; la ghigliottina fu eretta in piazza della Nazione (oggi Gambetta) e vi restò fino al 14 ago. 1794. Fu l'era dei massacri. Gli storici dividono i nove mesi del Terrore in tre periodi. Nel primo (23 ott. 1793 -11 febb. 1794), comparvero davanti al tribunale rivoluzionario 459 accusati, 85 dei quali furono condannati a morte. Nel secondo (12 febb. - 3 giu. 1794), su 127 processati, si contano 19 esecuzioni capitali. Nel terzo (4 giu. - 31 lug. 1794), quello più sanguinoso, 198 persone salirono sul patibolo. In totale, si ebbero più di 5.000 sospetti incarcerati, 858 comparsi davanti alla commissione militare, 376 assolti, 37 rinviati per ulteriori indagini, 125 condannati al carcere con o senza ammenda, 58 condannati alla sola ammenda e 302 condannati a morte. I preti che avevano cercato un rifugio in città, furono braccati. Le possibilità di ottenere asilo erano molto scarse, perché le nuove leggi condannavano a morte sia loro che quelli che davano loro ospitalità. Ciò nonostante vi furono donne che si assunsero il rischio di nascondere i preti in pericolo. Allo stato attuale delle ricerche, sappiamo che almeno 28 di esse pagarono con la vita dal 6 giu. 1794 (8 pratile dell'anno II) al 2 lug. 1794 (8 termidoro dell'anno II) la loro generosità. Tra queste donne, alcune spiccano particolarmente. Una delle più conosciute è certo Maria Gimet. Nacque il 25 sett. 1763 a Bordeaux da genitori calvinisti e agiati negozianti del quartiere dei Chartrons, centro delle attività economiche sul porto. Fu battezzata il giorno successivo nel tempio di Chartrons. Educata cristianamente, visse nella pratica delle virtù. Sappiamo che suo fratello Isacco era entrato nella Chiesa Cattolica il 12 mar. 1789 e che era stato accolto dal sac. Simone Raynal, vicario della parrocchia di Saint-Michel di Bordeaux, nel quartiere cattolico per eccellenza della città. Un anno dopo, il 17 mar., ella compi lo stesso passo nello stesso luogo e fu accolta parimenti dal Raynal. Per ragioni che ignoriamo, ella esercitava il mestiere di inamidatrice. Dal 1782 si era legata di stretta amicizia a Maria Bouquey, originaria del villaggio di Pomerol nella Gironda, sposata e madre di famiglia. Quando la persecuzione si scatenò in tutta la sua violenza, lei e la sua amica accolsero presso di loro i preti ricercati. Poiché la loro casa, situata in città, non si presentava adatta, ne affittarono una fuori della città, in rue Notre Dame de la Place n. 1, oggi rue Kléber n. 30. Avevano appena organizzato il rifugio che tre preti vennero a cercarvi la salvezza: Giovanni Molinier, Luigi Soury e Giovanni Villefumade. Per sei mesi tutto procedette bene, ma nella primavera 1794 entrambe furono denunciate, la loro casa fu perquisita e gli abitanti arrestati. Tradotti davanti alla commissione militare il 6 giu. 1794 (18 pratile dell'anno II), le due donne e i tre preti che esse nascondevano, furono condannati a morte e giustiziati in odio alla loro fede. Era l'inizio di una lunga serie di esecuzioni. Qualche giorno più tardi, il 24 giu. (6 messidoro), Anna Degans, inamidatrice, sua sorella Maria, una loro locataria Clara Gary, nonché un prete che esse nascondevano (J.B. Verneuil), economo del Seminario Minore di Bergerac, furono arrestati in rue Hugla n. 9, uno dei centri della resistenza in città, condannati a morte e giustiziati nello stesso giorno. Il 4 lug. (16 messidoro), la repressione si fece ancor più feroce. Undici donne vennero arrestate in rue du Grand Cancera, nel rifugio del Buon Pastore: Francesca Austray, Anna Blutel, Giovanna Leberre, Francesca di Beauretour, Giovanna Alix, Clara Mimault, Margherita Milon, Maria Tiffré, Margherita Launay, Giovanna Sauveau e una religiosa delle Figlie di Nostra Signora di S. Giovanna di Lestonnac, Maria Dubert, nonché un portatore d'acqua al servizio del Buon Pastore, Leonardo Pauze e il p. Giovanni Cazeau, provinciale dei Recolletti, uno dei direttori spirituali più stimati della città, che fino alla sua esecuzione assicurò un ministero attivo in quest'ultima. Tre giorni dopo, il 7 lug. (19 messidoro) vi fu una nuova ecatombe: sei religiose furono messe a morte: Giovanna Briol, della Visitazione, Anna Gassiot e Caterina Maret, orsoline, Giovanna Dumeau e Enrichetta Lebray, del rifugio delle Madelonettes, e Margherita Giraud, delle orfanelle di S. Giuseppe. Un paio di settimane dopo, il 21 lug. (3 termidoro) furono giustiziate due donne che si erano consacrate al servizio dei preti: Teresa Thiac e la sua amica Anna Rosa Bernard. Nello stesso giorno fu giustiziato uno dei più illustri religiosi che Bordeaux contasse nella sua storia: il p. Simone Pannetier, carmelitano dell'Antica Osservanza (1718-94). Infine, il 25 lug. (7 termidoro), la commissione militare inviò alla ghigliottina due annunziatine di S. Giovanna di Francia, Rosalia e Giovanna Couraule, e due orsoline, Maria e Margherita Giraud (quest'ultima da non confondersi con l'omonima succitata). Terminata la Rivoluzione, il ricordo dei martiri, di cui la sua storia è stata costellata, non si offuscò. Alcune testimonianze, come quella del sac. Amato Guillon nella sua opera capitale, Les martyrs de la foi pendant la Revolution, 4 voli., Parigi 1820-24, hanno contribuito a trasmetterlo alle nuove generazioni. Ma la preoccupazione che i cattolici avevano del perdono, nonché la mancanza di studi storici, hanno avuto l'effetto di ritardare l'inizio della causa di beatificazione di questi martiri. Bisognò attendere la fine della Prima Guerra mondiale perché sorgesse un movimento in questo senso. Occorre però riconoscere che da questo momento esso non ha cessato di allargarsi. Delle ricerche sono state intraprese a Bordeaux a questo fine sin dagli anni 1920, per desiderio del card. Pietro Paolino Andrieu, arcivescovo di Bordeaux (1909-39). La direzione di esse fu affidata a mons. Martino Adam (1844-1929), dei Padri della Congregazione dello Spirito Santo, già vicario apostolico del Gabon e vescovo titolare di Tmuis dal 1897 al 1914, che ritiratosi a Bordeaux assolveva alle funzioni di vescovo ausiliare del cardinale. Il marianista E.-F. Spenner, la cui congregazione fu fondata a Bordeaux dal servo di Dio C.-J. Chaminade, il cui apostolato era stato molto attivo durante la Rivoluzione, lo aiutò nel suo compito. Mons. Adam, già avanti negli anni, intendeva fare presto. Nel costituire il dossier, concentrò la sua attenzione sulle donne considerate martiri, trascurando deliberatamente i preti, i religiosi e i laici di sesso maschile. Il processo ordinario su queste martiri fu aperto a Roma 111 magg. 1925. Ma dopo un primo esame, la S. Congregazione dei Riti fece sapere che era dispiaciuta che non le fosse stata presentata allo stesso tempo la causa dei preti a cui queste pie donne avevano reso servizio e che avevano incontrato la morte con loro, generalmente lo stesso giorno. Bisognò dunque intraprendere un nuovo processo. Così, i preti che abbiamo nominato sopra furono integrati nel dossier: il p. Giovanni Cazeau, provinciale dei recolletti di Bordeaux, personaggio di alte qualità; il p. Simone Pannetier, carmelitano dell'Antica Osservanza, che svolse un ruolo notevole nella vita religiosa della città; Giovanni Molinier, della diocesi di Montauban; Luigi Soury, della diocesi di Limoges; Giovanni Battista di Villefumade, della diocesi di Périgueux. Fu introdotto parimenti nel processo il portatore d'acqua Leonardo Puze, che abbiamo visto figurare fra i condannati a morte del 16 messidoro. Infine, fu deciso di aggiungere alla lista dei martiri la signora di Fumel d'Argicourt, giustiziata il 1° febb. 1794 (13 piovoso dell'anno II), figlia di un antico sindaco di Bordeaux, accusata di aver fatto celebrare nella sua casa alcuni matrimoni religiosi: una donna eccezionale. Nonostante tutte queste aggiunte, il dossier in questione non appare completo, anzi è il caso di dire che si fonda su una scelta veramente restrittiva. Si potrebbe includervi anche altri nomi, per esempio quelli dei sacerdoti Simone di Langoiran e Luigi Dupuy, per non citarne che un paio tra i molti, perché il tributo di martiri che Bordeaux ha pagato alla Rivoluzione è stato veramente molto pesante. In questa «voce» mi sono sentito costretto a tener conto ovviamente solo dei nomi che figurano nei processi di beatificazione come si presentano oggi. Il nuovo dossier è stato oggetto di un lavoro d'insieme apparso a Bordeaux nel 1932 a cura del p. Spenner. Ma da allora la causa non ha fatto passi avanti. Ora essa dovrebbe poter essere ripresa in condizioni migliori: la storia della Rivoluzione a Bordeaux, infatti, è oggi più conosciuta. Del resto, vari processi bordolesi, molto seriamente intrapresi per lo stesso periodo, dovrebbero facilitare il compito degli inquirenti: quelli di Guglielmo Giuseppe Chaminade, fondatore dei marianisti (1761-1850); di Maria Teresa di Lamourous (1754-1836), fondatrice della Misericordia di Bordeaux, da cui sono usciti gli istituti della Misericordia in Polonia; della madre Maria Adele di Batz di Trenquelléon (1789-1828), fondatrice delle Figlie di Maria Immacolata.
Autore: Raymond Darricau
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