Sergej Bulgakov è considerato uno dei più importanti pensatori nella storia plurisecolare dell’Ortodossia. Nasce nel 1871 a Livny cittadina della Russia centrale posta tra Mosca e Charcov, in un famiglia numerosa. Il papà è un sacerdote ortodosso, dedito al bere. La mamma si rivela economicamente dissennata, creando costante instabilità economica. Bulgakov non rinnegherà mai la sua famiglia di origine superando la travagliata infanzia guidato da un senso profondo della Provvidenza, particolarmente dopo la conversione. Ai genitori con affetto e devozione Bulgakov dedica il suo capolavoro “La luce senza tramonto”. Frequenta il Seminario dove entra nel 1884 per lasciarlo tre anni dopo in preda ad una forte crisi spirituale che lo farà scivolare nelle spire dell’ateismo materialista. Egli abbraccia il diffuso stile del nichilismo raccontato da Turgenev in Padri e Figli. Si tratta di una vicenda comune a innumerevoli giovani intellettuali russi di questo periodo storico. Studia diritto ed economia a Mosca e lavora nella stessa Università dove diviene docente pubblicando un numero considerevole di saggi nei quali, in modo critico, mette a tema il significato del marxismo in un clima che allude già nel 1905, alla rivoluzione d’Ottobre. Inizia una lunga fase di avvicinamento alla fede che è contemporaneamente riavvicinamento all’ortodossia e alla Chiesa Ufficiale, in aperto contrasto con altre esperienze simili di altri intellettuali che pur proclamandosi credenti non accettarono il rapporto con la Chiesa ufficiale. Bulgakov è in costante comunicazione con gli esuli e con la grande tradizione della teologia russa, che si concentra particolarmente sulla liturgia e sul significato della bellezza iconografica. Sul terreno filosofico Bulgakov sviluppa un serrato confronto critico con la filosofia occidentale, soprattutto tedesca, instaurando il pensiero, comune a Solov’ev, della Sofia quale forza cosmica, la sapienza biblica mediatrice tra Dio e il cosmo, che pervade e anima l’Universo. Dinanzi al materialismo dialettico Bulgakov professa progressivamente il suo orientamento idealistico quale recupero pieno della spiritualità umana, affermando come proprio al genio russo lo spirito religioso. Un accenno alla sua definitiva conversione è il viaggio in treno attraverso il Caucaso sul inire dell’ottocento, dove egli avverte con definitiva sicurezza la presenza del divino nel mondo. Ma il tema fondante della sua teologia è quello dello svuotamento del divino, la kenosis, di Dio nella persona umano-divina di Cristo. Sposato felicemente con Elena che gli darà quattro figli. Pienamente convertito diventa un riferimento importante degli intellettuali credenti. Nel 1818 in piena rivoluzione pochi mesi dopo l’insediamento dei bolscevichi Bulgakov viene consacrato sacerdote. Per la sua singolare attitudine alla rielaborazione teologica e alle applicazioni alla vita concreta con una prodigiosa capacità di scrittura, Bulgakov esercita un forte influsso antitetico alla rivoluzione materialista; per questo viene esiliato dal regime comunista nel 1922. Si rifugia a Parigi dove si è formata una colonia di esuli russi il cui peso sarà decisivo per la diffusione della conoscenza e dello spirito dell’Ortodossia in Europa: Qui egli fondò l’ Istituto di teologia Ortodossa di san Sergio, tuttora grande centro dell’Ortodossia a livello mondiale ed ecumenico.. Bulgakov muore nel 1944.
Autore: Don Mario Neva
Fonte:
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