Nato nel 742, Tassilone III duca di Baviera già nel 748, prestò nel 757 ancora quindicenne il giuramento di vassallo a suo zio Pipino il Breve a Compiègne. Ciò nonostante lo abbandonò durante la campagna di Aquitania nel 763 e regnò politicamente indipendente, avendo sposato Liutberga, figlia di Desiderio, re dei Longobardi (765). Sebbene avesse rinnovato l'atto di omaggio davanti a Carlo Magno nel 781, Tassilone III strinse alleanze ostili ai Franchi, tra l'altro con gli Avari pagani, fino a quando Carlo Magno, con la minaccia di tre eserciti franchi, lo costrinse ad arrendersi; riconosciuto traditore fu condannato a morte nel 788 ad Ingelheim. Carlo però tramutò la pena in relegazione a vita in un monastero. Al sinodo imperiale di Francoforte nel 794, Tassilone III dovette rinunciare ancora una volta a tutti i suoi diritti sulla Baviera, per sé e per i figli del resto già chiusi in un monastero. Fonti antichissime parlano di una relegazione nel monastero di Jumièges, mentre Otto di Frisinga (metà sec. XII) menziona in proposito il monastero di Lorsch. Stollenmayer risolve tale contraddizione nel senso di un soggiorno di Tassilone III in Lorsch negli anni 788-94 e dal 794 a Jumièges, dove mori e venne sepolto col suo figlio Theodo. Il monumento sepolcrale dei deux énervés (sec. XIII) circondato da tante leggende e conservato oggi nel Museo di Jumièges, sarebbe il monumento sepolcrale di T. e di Theodo. L'anno della morte di Tassilone III è ignoto e come giorno si riferisce l'11 dic. Durante il suo governo Tassilone III presiedette tre sinodi, destinati a consolidare l'esistenza della Chiesa in Baviera. Sotto di lui furono fondati e rinnovati numerosi monasteri che lo dovevano appoggiare contro i vescovi « francofili » e che — specialmente dopo la vittoria riportata da lui sui Carantani, pagani della Carinzia, nel 772 — dovevano servire come base alla colonizzazione ed alla missione nel Sud-Est, cosi per es. Innichen e soprattutto Kremsmunster (777), dove si conserva ancora oggi il celebre calice di Tassilone III, uno dei capolavori più tipici dell'arte del suo tempo. I giudizi sul carattere e sull'operato di Tassilone III oscillano tra la disapprovazione (Hauck) e l'elogio: è stato infatti chiamato anche « principe pio ». La leggenda (Rudolf von Polling, Protestatto veritatis de Tassilonis vita et degradatione [1281], ed. G. Leidinger, in Neues Archiv der Gesellschaft fur altere deutsche Geschichtskunde, XXIV [1899], pp. 681-84) cerca di colmare le numerose lacune circa gli ultimi anni di vita di Tassilone III; ci racconta che Carlo Magno lo fece accecare, ma lui veniva guidato sicuramente dagli angeli; inoltre ci narra che mori beatamente e che presso la sua tomba (a Lorsch!) furono esaudite molte preghiere. Molti monasteri, che a ragione o a torto, vedono in Tassilone III il promotore della loro fondazione, lo ricordano a volte quale « beato », appoggiandosi alla leggenda di Rudolf di Polling; dal sec. XVI alcune raffigurazioni ce lo mostrano negli abiti monacali, ornato dell'aureola. A partire dal Wion (1595) è ricordato in parecchi martirologi. Ancora oggi i monasteri di Kremsmùnster e di Frauenchiemsee celebrano l'11 dic. un Ufficio solenne in sua memoria ed il suo nome è ancora oggi ricordato nella professione solenne. Ora tuttavia non gode più apertamente del titolo di beato, sebbene nella preghiera che le monache di Frauenchiemsee recitano l'11 di ogni mese dopo il vespro, ricorra l'espressione beati Tassilonis Confessoris. Già Rader (1615) si asteneva dall'accettare o dal rifiutare l'appellativo di « beato », e Ma-billon non si sentiva in grado di dargli il titolo di « santo ».
Autore: Konrad Kunze
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