Primo figlio di Valdemar Sejr e di Berengaria, nacque nel 1216 e visse in uno dei più tormentati periodi che la Danimarca abbia attraversato. Era stato nominato duca della regione di Sonderjylland nel 1218 ed era stato incoronato re nel 1232, ma cominciò a regnare nel 1241. Uno dei suoi fratelli, Abele, rifiutò di riconoscerlo re e ne nacque una guerra intestina fra i numerosi fratelli durante la quale la più gran parte del Sonderjylland fu devastata. Nel 1249 progettò una crociata in Estonia e per sostenere le spese mise un'imposta su ogni aratro, provocando una sommossa nella Scania, la parte meridionale dell'attuale Svezia, che allora apparteneva alla Danimarca. Da questa imposta gli derivò il soprannome di Plovpennings, con il quale è passato alla storia (da plov = aratro e penning — moneta, danaro). La crociata fu rimandata, ma l'anno dopo Erico entrò improvvisamente nel paese di Abele e costrinse il fratello a sottomettersi. Poco dopo, durante una discussione, Abele fece prendere il fratello a tradimento e lo consegnò ad uno dei suoi nemici mortali, che, fattolo decapitare, ne buttò il cadavere in mare (10 ag. 1250). Quando, il giorno dopo, il cadavere fu trovato da alcuni pescatori, fu sepolto dai « frati neri » (così si chiamavano allora nel Nord i Domenicani) nella loro chiesa. Nel 1257 fu trasportato nella chiesa di Ringsted, dove sono sepolti molti re danesi. La impressionante morte di Erico e la sorte che, come un castigo di Dio, era toccata ai suoi assassini (tutti morirono di morte violenta), fecero sì che il popolo danese lo considerasse come un martire e molte confraternite sorgessero in suo onore e col suo nome. La sorte tragica del re Erico offrì materia al grande poeta danese Ohlenschlager (1779-1850) per un dramma, Enrico ed Abele, scritto nel 1820. La sua festa si celebra il 9 o il 10 agosto.
Autore: Anna Lisa Sibilla
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