Costantino Alekseevic Golubev nacque nel 1852 nel villag-gio di Baranovka, nel distretto di Vol'sk, governatorato di Saratov, dalla famiglia di un sagrestano, e fu battezzato con il nome del pio principe Costantino II Taumaturgo di Jaroslavl' (memoria il 19 sett.). Portati a termine gli studi al seminario di Saratov, entrò a far parte della comunità della Santa Croce di Saratov. Con il permesso del vescovo di Saratov e Caricyn, Tichon, partì come missionario della comunità alla volta del villaggio natale di Baranovka, la cui popolazione subiva la forte influenza dei Vecchi Credenti. Costantino era infatti convinto che l'allontanamento dall'ortodossia avvenisse laddove venissero a mancare la predicazione religiosa e una buona istruzione. Per questo motivo si preoccupò di fondare una scuola religiosa parrocchiale: ne fu direttore e insegnante di catechismo, e stabilì che vi si parlasse la lingua russo-slava.Veniva intanto nominato missionario della comunità della Santa Croce, responsabile degli incontri missionari, e fu incaricato di fondare una biblioteca antiscismatica a Vol'sk. Dopo appena tre anni, il vescovo Ticone, visti i successi ottenuti da Costantino, lo nominò missionario contro gli scismi e le sètte nella diocesi di Saratov, Durante tale servizio, svolto dal 1876 al 1895 e caratterizzato dall'ascetismo e dall'abnegazione, Costantino riuscì a impedire che molti passassero ai Vecchi Credenti o entrassero nelle sètte scismatiche, riuscendo anche a confermare nell'ortodossia più di cinquecento persone, sebbene le testimonianze dei contemporanei affermino che il loro numero fosse «difficile da calcolare». L'attività del missionario attirò su di sé le attenzioni del metropolita di Mosca e di Kolomna, Sergio (Ljapidev-skij), preoccupato dallo zelo dei Vecchi Credenti e dei membri delle sette scismatiche nella provincia di Mosca, in particolare nel distretto di Bogorodsk. Il 4 mar. 1895 Costantino fu assegnato a Bogorodsk e nominato arciprete dal metropolita Sergio, e il 12 dello stesso mese il vescovo Ticone (Nikanorov) lo ordinò sacerdote. Padre Costantino seppe guadagnarsi rapidamente il rispetto non solo dei credenti ortodossi, ma anche dei Vecchi Credenti. In quello stesso anno, fu inserito tra i direttori generali del comitato di tutela delle prigioni nella sezione distrettuale di Bogorodsk e iniziò ad adoperarsi attivamente in favore dei reclusi, celebrando la liturgia nella chiesa della prigione. Per la sua opera di conversione dei Vecchi Credenti all'ortodossia ricevette la croce pettorale. Nella primavera del 1896 fu eletto presidente della sezione della Teofania della Comunità dei Santi Cirillo e Metodio di Bogorodsk. Nel 1897 fu nominato direttore della scuola religiosa parrocchiale di Istomkin, presso la fabbrica dei Fibaev, dove, a parure dal 1901, fu insegnante di catechismo. Nel 1897 ricevette una nomina ai tic anni a membro del Consiglio tutorio della scuola secondaria femminile di Bogorodsk. Questo suo incarico gli fece comprendere la responsabilità dell'educazione religiosa e dell'istruzione delle donne in Russia, dalle quali dipendeva in maniera rilevante l'educazione religiosa del popolo. Così nel 1900 aprì presso la cattedrale di Bogojavlensk una scuola parrocchiale femminile. Nel 1901 venne nominato membro del comitato etico di Bogorodsk. Nonostante le sue numerose attività, Costantino non abbandonò mai il servizio missionario, che lo vide impegnato nelle omelie tenute alla cattedrale e nell'organizzazione di incontri pubblici, sia in città che nelle campagne del distretto di Bogorodsk. Malgrado la vasta attività pastorale, trovava il tempo anche di pensare alla sua famiglia. I suoi sette figli vennero educati nel più rigido spirito ortodosso. Nel 1913 moriva la moglie Maria Nikitina. Al termine di una delle funzioni serali, tra l'aprile e il maggio del 1918 (secondo altre fonti, in settembre-ottobre), fu arrestato dai rappresentanti dell'appena nata autorità bolscevica. Senza che fosse sottoposto a regolare inchiesta e processo, fu condannato alla pena capitale. Costantino non chiese mai di essere liberato, pur sapendo di essere stato condannato a morte. La data della sua morte è ignota. I bolscevichi lo ferirono e lo gettarono in una fossa, ricoprendolo di terra e seppellendolo ancora vivo. I testimoni della fucilazione di Costantino ricordano che insieme a lui furono fucilati una donna che aveva coraggiosamente cercato di difenderlo e un militare che si era rifiutato di eseguire la sentenza di morte. I corpi degli altri due martiri fu-rono gettati nella stessa fossa di Costantino. Per molti decenni il luogo della sua morte fu meta di culto dei cittadini di Bogorodsk, e sebbene gli atei più di una volta avessero spianato la collinetta di terra, tentando di cancellare qualunque segno della sepoltura del martire, i suoi figli spirituali ed estimatori continuarono a ricordare la sua figura, portando sulla tomba fiori, icone e candele, accendendo lampade e celebrando panichide in memoria dell'arciprete assassinato. Alla fine del 1995 sono stati rinvenuti i resti incorrotti di Costantino e quelli degli altri due martiri. Nel 1996 il patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Alessio II ha autorizzato il culto locale, per la diocesi di Mosca, di Costantino e dei due martiri. La loro memoria è celebrata il 19 sett., giorno onomastico di Costantino.
Fonte:
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Bibliotheca Sanctorum Orientalium
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