Fondatore dell’Antoniano di Bologna, Ezio Caroli, nominato poi Padre Ernesto, nacque a Misileo – frazione di Palazzuolo (Fi) – il 9 Gennaio 1917. Educato all’insegna della semplicità, del lavoro e della religione nel 1930 volle entrare nei frati a Cotignola “dopo aver saputo che li si giocava molto e si mangiava bene”. Proseguendo negli studi frequentò a Parma il Liceo Classico poi si trasferì a Bologna, dove rimase 4 anni, per studiare Teologia. Ancora studente partì per l’Albania come cappellano militare fino a che, l’8 settembre del ’43, non venne trasferito in un lager in Germania quale prigioniero dei tedeschi. “L’esperienza del lager è durata 28 mesi… due cose mi hanno segnato: l’incontro con migliaia e migliaia di giovani soldati (da lì è nata l’idea di fare qualcosa per i giovani) e poi la fame; ero arrivato a pesare 38 chili tanto che un mio pensiero fisso è stato quello dei poveri senza cibo; da qui è nata l’idea di una mensa per i poveri”. Dell’esperienza del lager però, Padre Ernesto portò con se anche ricordi positivi, fortemente legati al suo spirito religioso ed intraprendente che lo spinse a creare nel campo una sorta di scuola con conferenze, spettacoli, celebrazioni liturgiche ed anche un bollettino. Una volta liberato e tornato in Italia, prima di tutto riprese gli studi laureandosi in Teologia Morale a Roma poi, ritrasferitosi a Bologna, mise a frutto il bene e il male di quell’intenso trascorso inaugurando nel 1954, presso l’Antoniano, la Mensa dei Poveri, il Cinema a sostegno di essa ed un Accademia di Arte Drammatica. Alternando l’impegno civile a quello sociale, fece crescere l’Antoniano che divenne una realtà sempre più articolata, di non facile comprensione agli occhi di alcuni – forse meno lungimiranti – i quali non vedevano di buon occhio alcune iniziative di impronta a loro avviso poco spirituale. Al contrario, Padre Ernesto aveva una mentalità assolutamente calata nel suo tempo e, vedendo in prospettiva, negli anni Sessanta fu ben felice di realizzare ed utilizzare come mezzi di comunicazione sociale gli studi televisivi, all’interno dei quali iniziò ad essere trasmesso lo Zecchino d’Oro. Allo stesso tempo però, aveva ben presente la sua missione evangelizzatrice e, nel 1957, fece nascere, sempre all’Antoniano, il "Centro cattolico per la diffusione della Parola di Dio", dal 1967 “Società del Vangelo”, che aveva ed ha tutt’oggi lo scopo di diffondere il Vangelo e la Bibbia nei luoghi pubblici, in particolare negli alberghi: da allora ha edito e distribuito milioni e milioni di copie del testo sacro in varie lingue, con grande diffusione anche il Russia e nei paesi dell’Est. Per aiutare concretamente i bambini e i ragazzi con problemi che non potevano accedere all’assistenza riabilitativa, diede vita ad Antoniano Insieme, un centro per bambini affetti da Sindrome di Down dove volontari ed esperti si adoperano tutt’oggi per favorire lo sviluppo sociale, mentale ed espressivo del bambino. Tra e tante iniziative promosse e volute da Padre Ernesto, sono poi a ricordare le Biennali di Arte Sacra Contemporanea, il Premio Paola e Antonio Malipiero per la Ricerca Teologica, la Mostra Mondiale Arte dei Ragazzi nonché la ricostruzione dell’Eremo di S. Antonio in Albania, al quale in occasione della festa del santo salgono oltre mezzo milione di pellegrini di ogni credo religioso. Molto impegnato e presente anche all’interno del suo Ordine, in qualità di Segretario della Conferenza dei Ministri Provinciali fu promotore, nel 1972, di un incontro ad Assisi dal quale nacque il Mo.Fra. (Movimento Francescano), del quale Padre Ernesto venne eletto Segretario ed il cui intento era quello di creare un orizzonte comune ai tre Ordini francescani e alle diverse famiglie dei singoli ordini. In quest’ottica, portò avanti anche importanti progetti editoriali quali un messale comune, un breviario comune, le Fonti Francescane e il Dizionario di spiritualità francescana. Negli anni a venire ha poi conquistato l’Unione di tutti i Francescani d’Europa. Nel 1995 divenne Rettore del Santuario di Montepaolo (Fc), dove è custodita una reliquia di S. Antonio da Padova che lì si ritirò nel 1221 per nove mesi. Grazie all’intervento di Padre Ernesto l’Eremo offre oggi accoglienza a gruppi per esperienze di ritiro spirituale, week-end formativi per coppie sposate nonché la possibilità di ripercorrere visivamente la vita di S. Antonio attraverso un itinerario di 10 affreschi e la sua permanenza all’Eremo con 18 quadri a mosaico collocati nel viale antistante il santuario. Padre Ernesto lascia alla comunità cittadina di Bologna un patrimonio di impegno religioso, sociale e culturale che da qui si diffonde in tutto il mondo.
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