In due cataloghi episcopali, il Cartulario della cattedrale di Quimper, trascritto ca. nel 1417 e inventariato tra i mss. latini della Biblioteca Nazionale di Parigi con il n. 9891, e il Cartulario di Quimper le (ms. del sec. XII), in cui furono ricordati i vescovi fino a Rodolfo (1158), e in seguito fino a Ranoldo (1245), il nome di Alor segue, nella forma Allorus, quelli di Chorentinus e Guennoc (Guenuc). Il santo visse nel VI sec. e il suo culto si diffuse in varie parrocchie della diocesi bretone, che, dal primitivo nucleo territoriale, alla confluenza dello Steir con l'Odet, giunse, con il passare degli anni, a comprendere l'odierno compartimento del Finistère. Le parrocchie dove il culto di Alor è ancora oggi particolarmente sentito sono Plobannalec, Tre-guennec, Erqué-Armel e Lennon. La sua festa si celebra il 26 ottobre. Il santo viene invocato come protettore dei cavalli. Non c'è nulla che giustifichi questo patronato, oltre la probabile confusione con Eligio (588-660), vescovo di Noyon, e tesoriere di Clotario II e di Dagoberto, venerato come protettore dei fabbri ferrai. Circa la grafia del nome non esistono veri e propri problemi, ma soltanto incertezze; J. Loth (Les noms des saints bretons, Parigi 1910, p. 9) propose la forma Talor.
Autore: Giovanni Battista Proja
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