Nacque a Tokyo il 22 ago. 1929 da Kitaha-ra Kimschi, docente universitario, e da Ei Matzura. Nella famiglia trascorse una fanciullezza serena educata nella religione buddhista e avviata agli studi. Coinvolta poi nel dramma della guerra mondiale e costernata dalla tragedia della patria, formulò per sé e per altri questo programma di vita: «Coscienti del giorno della ripresa, sforziamoci di agire». Concluse gli studi laureandosi presso l'Istituto Superiore Femminile di medicina (Schova); nel contempo, attratta dalla sublimità della religione cristiana, frequentò i corsi di dottrina cattolica nella scuola delle Missionarie Mercedarie. Ricevette il battesimo il 30 ott. 1949 assumendo il nome di Elisabetta, cui in seguito aggiunse quello di Maria per la singolare devozione che nutriva per il mistero dell'Immacolata Madre di Dio.
L'attuazione del suo programma di vita illuminato ormai dalla fede divenne per lei una inderogabile esigenza cristiana. Nel 1950, per rendersi utile a coloro che la guerra aveva duramente colpito e costretto a vivere in estrema indigenza, iniziò a collaborare nelle opere caritative organizzate da fra Zeno della Missione dei Frati Minori Conventuali istituita da s. Massimiliano Maria Kolbe. La zona di Tokyo detta Arinomachi (Villaggio delle Formiche: cioè di uomini abbandonati, di sfollati subito dopo la guerra, anonimi come le formiche), dove intere famiglie e persone di ogni età, povere ed emarginate, si erano rifugiate e organizzate per ricavare da vivere mediante la raccolta e la rivendita di rifiuti cercati per le vie della città, divenne il campo dell'apostolato di Elisabetta Maria Satoko. Qui tra le altre virtù cristiane rifulse la carità eroica della serva di Dio verso i bisognosi cui prodigò assistenza spirituale e materiale con ammirevole dedizione. Per essere pienamente solidale con loro abbandonò definitivamente la famiglia, le comodità della condizione agiata, e le prospettive di una brillante carriera nella società, e si trasferì ad Arinomachi dove, totalmente dedita a Dio e al prossimo, visse tra i poveri fino alla morte.
Con straordinaria abnegazione si dedicò alla promozione umana e cristiana dei poveri di Arinomachi e specialmente dei bambini, sostenuta sempre da fede viva e ardente preghiera, e da una fervida devozione alla Vergine Immacolata. Eresse una cappella come luogo di preghiera e di istruzione cristiana che divenne il centro spirituale di Arinomachi dove molti si convertirono alla fede cattolica e ricevettero il battesimo. Dopo un periodo di attività febbrile, Elisabetta Maria, colpita da tubercolosi per le fatiche e gli stenti, si senti costretta a ridurre il suo lavoro; e infine si raccolse tutta in se stessa e in Dio, lieta di potersi dedicare alla preghiera intensa e di soffrire ancora per amore del Signore e del prossimo. L'attività svolta da Satoko Kitahara ad Arinomachi aveva già assunto una dimensione di rilevanza nazionale quando la protagonista, nota ormai in tutto il Giappone come «Maria del Villaggio delle Formiche», moriva alla età di 29 anni il 23 genn. 1958. Fu sepolta nel cimitero di Tokyo dopo un rito funebre cui avevano partecipato alte personalità ecclesiastiche e civili e una folla innumerevole di ammiratori riconoscenti.
La fama della straordinaria testimonianza cristiana di Elisabetta Maria Satoko Kitahara si diffuse presto dal Giappone nel mondo. L'Ordine dei Frati Minori Conventuali volle promuoverne la causa di canonizzazione con il consenso dell'arcivescovo di Tokyo, per cui dispose nel 1975 che fosse condotta una inchiesta preliminare sulla fama di santità della serva di Dio. Nel 1981 mons. Peter Seiichi Schiroyanagi arcivescovo di Tokyo istruiva il processo cognizionale, la cui validità è stata dichiarata con decreto della S. Congregazione per le Cause dei Santi, il 5 ott. 1984. E in corso la compilazione della Positio sulle virtù eroiche della serva di Dio.
Autore: Ernesto Piacentini
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