XII sec.
Nel XII secolo, Aberilla, una donna del Bregenzerwald, si recò al monastero di Mehrerau, sul lago di Costanza, per intraprendere la vita monastica. In base alla tradizione, Aberilla fu reclusa nella cella di Santa Viborada, ma è più probabile che fosse una monaca. Il suo culto, inizialmente locale, si diffuse rapidamente e il suo nome fu inserito nelle litanie della diocesi di Costanza. Il suo corpo fu sepolto nella basilica dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, dove rimase fino alla fine del XVIII secolo, quando fu traslato nella cripta degli abati.
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Fu reclusa nel monastero di Mehrerau, sul lago di Costanza, e fiorì probabilmente all'inizio del sec. XII. La leggenda secondo cui Aberilla sarebbe stata nominata badessa di Mehrerau da s. Gallo, e sarebbe quindi vissuta nel sec. VII, sembra che sia nata non prima del sec. XVI a sostegno delle pretese del monastero che vantava di esser una fondazione di s. Colombano o di s. Gallo. Che Aberilla (forma chiaramente latinizzata di un nome tedesco, forse Eberwilla) sia del Bregenzerwald sembra tradizione degna di fede, così come quella secondo cui Aberilla fu monaca o reclusa a Mehrerau: come in tutte le fondazioni della riforma di Hirsau, certamente nelle vicinanze doveva esserci anche un monastero femminile. La tradizione del monastero di S. Giorgio, in San Gallo, indicava Aberilla come reclusa nella Cella di S. Viborada (Wiborada). Forse ha ragione il Landolt (Die hl. Wiborade, S. Gallo 1868, pp. 60 sg.) quando afferma che Aberilla fu chiamata a Bregenz per erigervi un monastero femminile.
Il culto di Aberilla, anche se solo locale, incontrò subito i favori dei popolo : immagini della beata furono diffuse tra i fedeli e il suo nome fu inserito nelle litanie, della diocesi di Costanza. Secondo Haller, a Wohlfurt, presso Bregenz, era una statua di Aberilla e, nella chiesa del paese, una delle due statue barocche che ornavano l'altare di Maria, raffigurava Aberilla.
Il corpo della beata fu sepolto a Mehrerau nella basilica dei SS. Apostoli Pietro e Paolo dinnanzi all'altare di s. Caterina (di questo sepolcro si trova memoria nel 1650), poi fu traslato dinnanzi all'altare di s. Giovanni, dove rimase fino alla fine del sec. XVIII, mèta di numerosi pellegrinaggi.
Nel 1781 le ossa della beata vennero trasportate nella cripta degli abati, secondo Haller per interrompere il culto in attesa di una conferma ufficiale; secondo altri questa traslazione fu dettata dal « Giuseppinismo ».
Aberilla è ricordata il 30 gennaio.
Autore: Alfonso M. Zimmermann
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