Barbara Micarelli nacque a Sulmona il 3 Dicembre 1845 e lo stesso giorno fu battezzata nella Cattedrale di San Panfilo. Era una bambina quando la famiglia, per lavoro, si trasferì a L’Aquila. Visse in un contesto sociale povero ma sereno, segnato dal fenomeno dell'immigrazione. Intorno ai venti anni una grave malattia la ridusse in fin di vita, ma San Giuseppe, suo particolare protettore, miracolosamente la guarì. Scrisse: “Con la guarigione ebbi la visione chiara e precisa di quel che dovevo fare negli anni di vita che il Signore misericordioso mi concedeva ancora: consacrarmi al bene dei miseri, degli afflitti, degli orfani, degli abbandonati, e per giunta divenire madre spirituale di anime con creare un Istituto di Suore che con me lavorassero nella Chiesa di Dio". Come Terziaria Francescana si impegnò nelle parrocchie aquilane dedicandosi al catechismo e all'assistenza degli orfani e degli ammalati. Il 21 novembre 1870, insieme alla sorella Carmela, si stabilì in un locale in via del Carmine. Tre anni dopo iniziò ufficialmente la vita comunitaria delle due sorelle con Caterina Vicentini, che sarà una compagna straordinaria, alla quale si unirono poi altre donne. I locali risultarono insufficienti, essendo anche cresciuto il numero di bambine assistite, e la comunità cambiò più volte sede. Finalmente nel 1878, grazie alla dote della Vicentini, e con l'aiuto di un frate minore francescano, si acquistò Palazzo Picalfieri che divenne la Casa Madre della futura congregazione. Nel Natale 1879, a Roma, nella Cappella delle Suore della Compassione, Barbara vestì il saio francescano prendendo il nome di Sr. Maria Giuseppa di Gesù Bambino. Padre Bernardino da Portogruaro accolse i suoi voti di obbedienza, castità e povertà. Nacquero quel giorno le suore Terziarie Francescane di Gesù Bambino che guarderanno sempre, nella loro missione, all’Amore nato nella "felice grotta" di Betlemme. Tra le numerose attività a cui la serva di Dio si dedicò la più importante fu l'istruzione e l'educazione delle fanciulle. Diceva alle sue suore: "l'ignoranza e la miseria sono incentivi al male", "nell'educazione dovete essere tutto amore". Fu la sua pedagogia. Accoglieva con un bacio sulla fronte sia le orfanelle sia le postulanti. Una suora testimoniò che, giovane novizia, si confessò da un padre austero. La Fondatrice, vedendola in seguito piangere, nella sua camera le parlò con dolcezza e le disse che doveva creare nel suo cuore una piccola cella dove confidare a Gesù pene e gioie. Moltissime furono le persone da lei beneficate, la sua fu una carità autentica. Curava le bambine colpite da malattie contagiose, accoglieva quelle abbandonate. Nel 1897 vide realizzarsi il desiderio di una casa ad Assisi, vicino alla Porziuncola, in cui si stabilì il noviziato. Seguirono poi vicende complesse e dolorose che la portarono a Roma, nel 1898, in una sorta di esilio dall’istituto. Si ammalò ma, quando le contrarietà sembravano superate, sebbene debole, tornò a Assisi. Morì però ospite delle Francescane Missionarie del Giglio, perdonando e benedicendo le sue figlie, il 19 Aprile 1909. Oggi le Suore Francescane Missionarie di Gesù Bambino vivono il carisma della loro Fondatrice in diversi paesi del mondo.
Autore: Daniele Bolognini
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