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Padre Ignace de la Potterie Sacerdote gesuita
Festa:
Testimoni
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Waregem, Belgio, 24 giugno 1914 – Heverlee, 11 settembre 2003
Dopo aver compiuto negli anni 1925-1932 gli studi classici (greco-latino) presso il collegio dei Gesuiti di Gand, entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù della stessa città di Gand il 23 settembre 1932. Compì poi gli studi filosofici e teologici alla facoltà gesuita di Lovanio, e venne ordinato presbitero il 24 agosto 1945. Dal 1947 al 1950 fu iscritto al Pontificio Istituto Biblico conseguendo il 17 giugno 1949 il grado accademico di Licenza in Sacra Scrittura. Il 3 giugno 1965 difese, sempre al Pontificio Istituto Biblico, la sua tesi di dottorato dal titolo: "Alêtheia". La notion johannique de vérité et ses antécédents historiques, moderatore il padre Stanislas Lyonnet S.J. Dal 1950 al 1960 fu professore di Sacra Scrittura (Nuovo Testamento) alla Facoltà di teologia gesuita di Lovanio. Nel 1961 si trasferì a Roma all'Istituto Biblico come professore, e vi rimase fino al termine della sua attività accademica. Diventato professore emerito nel 1984 (al compimento del 70° anno), continuò il suo insegnamento fino al 1988-89. Il 15 dicembre 1989 concluse la sua attività di insegnamento accademico con una conferenza pubblica su Sacra Scrittura e scienza della fede. Era stato anche membro della Pontificia Commissione Biblica e consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede. Nel 2000 lasciò la comunità gesuita del Biblico per tornare nella sua provincia di origine (Belgio). I suoi campi di specializzazione furono: i vangeli, in particolare gli scritti e la teologia di San Giovanni; la storia dell'esegesi cristiana; i problemi dell'ermeneutica.
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Volentieri metto per iscritto qualche ricordo di un carissimo confratello e amico, il padre Ignazio de la Potterie S.I., che il Signore ha chiamato a sé poco tempo fa.
Ci conoscemmo al Pontificio Istituto biblico all’inizio degli anni Sessanta. Eravamo colleghi: lui studiava e insegnava soprattutto il Vangelo di Giovanni, io mi dedicavo alla critica del testo. Era il tempo del Concilio Vaticano II, il tempo in cui si stava elaborando la costituzione dogmatica Dei Verbum.
Ci trovammo subito in grande sintonia a proposito delle attese degli esegeti cattolici a riguardo di questo documento. Mi ricordo come padre de la Potterie si impegnò molto per aiutare i vescovi del Concilio a comprendere i problemi che stavano dietro ai grandi temi della Parola di Dio e della Sacra Scrittura. Egli fu valido aiuto anche nell’elaborazione di alcune formulazioni significative, poi entrate nei testi conciliari. Appena fu approvato il documento Dei Verbum ne difese con forza il carattere di novità, anche di fronte a casi di traduzioni maldestre di qualche frase che oscuravano il messaggio del documento.
Fin da quel tempo egli approfondiva soprattutto il tema della verità in san Giovanni, che divenne poi la sua tesi di dottorato e il suo libro più significativo. Ma egli si occupò a fondo di tanti altri temi giovannei, come il Prologo, il racconto della passione e la sua struttura, e di molti altri temi di esegesi e di teologia biblica. In tutto questo egli si mostrava un ricercatore accurato, rigoroso ed esigente e insieme molto attento ai bisogni della comunità cristiana e al contesto di fede nel quale egli operava.
In questa sua ricerca maturò sempre più la sua attenzione ai Padri della Chiesa e all’esegesi patristica, anche con una tensione polemica, più viva negli ultimi anni, rispetto a un’esegesi storico-critica troppo chiusa in se stessa.
Era un religioso esemplare, uomo di preghiera, umile, servizievole e insieme un ardente ricercatore e difensore della verità. Ora contempla quella Verità eterna che ha servito con tutte le sue energie, la sua intelligenza e la sua passione.
Autore: Card. Carlo Maria Martini
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