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Padre Pietro Gastaldi Oblato di Maria Vergine

Festa: Testimoni

Benevagienna, Cuneo, 31 ottobre 1827 - 19 settembre 1902

Pietro Gastaldi nacque in provincia di Cuneo nel 1827. Orfano di padre e di madre ancora in tenera età fu preso in cura dalla duchessa Costanza de Laval-Montmorency che anche lo introdusse agli studi ecclesiastici. Ordinato sacerdote nel 1850 gli venne affidato il compito dell'insegnamento della filosofia ai chierici. Si dedicò alla predicazione di numerosi Esercizi e Missioni popolari nelle diocesi di Torino, di Como e di Nizza Marittima. Curò anche molto il ministero della riconciliazione e fu direttore spirituale di alcuni ordini religiosi femminili. Gastaldi scrisse quattro grandi biografie: quella del Lanteri, del Cottolengo, del beato Benigno da  Cuneo e della beata Enrichetta Dominici. Oltre a queste scrisse anche altre opere minori. E' grazie al p. Gastaldi che gli Oblati, dopo la legge del 1855 che li costrinse a rifugiarsi in gran numero a S. Ponzio presso Nizza, poterono ritornare in Piemonte. Aprì una casa a Pinerolo con annessa la nuova chiesa del Sacro Cuore che fece costruire, ed una a Carignano nell'ex convento dei francescani. Morì il 19 novembre 1902 a 75 anni.



Pietro Gastaldi, figlio unico di Giuseppe e di Agnese Sarsotti, nacque a Benevagienna, provincia di Cuneo e diocesi di Mondovì, il 31 ottobre 1827. Fu battezzato il giorno dopo, il 1 novembre, con i nomi di Pietro e Giovanni Battista.
Fu orfano di padre e di madre ancora in tenera età. Fu aiutato da uno zio sacerdote e da una zia suora.
A 10 anni, il 28 maggio 1837, fu cresimato nella collegiata di Bene da Mons. Luigi Fransoni, arcivescovo di Torino.
Verso questa età fu preso in cura dalla duchessa Costanza de Laval-Montmorency, nata De Maistre, figlia di Joseph de Maistre, la quale lo accolse nel suo castello di Borgo Cornalese presso Villastellone (Torino). Il giovane Gastaldi conobbe molte famiglie del patriziato piemontese imparentate con i De Maistre e Laval-Montmorency.
La duchessa lo avviò agli studi ecclesiastici e lo fece accettare nel seminario di Fossano nel quale conosceva il canonico Luigi Craveri, prendendosi carico di tutte le spese.
A Fossano Gastaldi vi restò per tre anni, dal 1842 al 1845, ove frequentò i corsi del ginnasio e del liceo con ottimi risultati. Suo compagno di studi fu Francesco  Ghignetti (1822-1845) di Levaldigi, presso Fossano, che nel 1844 entrò tra gli Oblati nella casa di santa Chiara. Nello stesso anno il Gastaldi conobbe gli oblati in occasione della predicazione che fecero nella chiesa di S. Filippo.
Gastaldi entrò nella congregazione degli Oblati il 7 ottobre 1845. A Pinerolo, dove frequentò il noviziato, fu seguito dal padre Michele Bocco (1819-1850). Fatta la professione religiosa il 1 novembre 1846 fu mandato nella casa della Consolata a Torino per gli studi teologici. Il 21 dicembre 1850 fu ordinato sacerdote dall’oblato Mons. Ceretti nella chiesa dei padri Lazzaristi di Torino. Celebrò la prima messa alla Consolata il 24 dicembre.
Un anno dopo, il 27 gennaio 1852, superati gli esami di teologia morale fu abilitato all’esercizio del sacramento della riconciliazione.
Nello studentato della Consolata gli fu affidato l’incarico di ripetitore di teologia morale.
Nel febbraio 1853 fumandato a Pinerolo come insegnante di filosofia dei chierici. Come insegnante ebbe il dono di saper comunicare agli allievi con facilità e in modo metodologico le conoscenze che egli apprese dalla sua continua applicazione allo studio [1] che egli stesso definì “una passione”. [2]
Dopo i quattro anni di residenza a Como, tra il 1855 e il 1859, e la permanenza nell’ospizio di san Giuseppe a Carignano dove scrisse la vita del Lanteri, nell’ottobre del 1871 insegnò “retorica” a San Ponzio per un periodo di cinque anni, fino a quando nel 1876 gli fu affidato l’incarico di scrivere la biografia del Cottolengo.
Il Gastaldi si dedicò instancabilmente al ministero della predicazione. Solo tra il 1853 e il 1877 diede 83 mute di Esercizi spirituali e missioni popolari nelle diocesi di Torino, di Como e di Nizza Marittima. Negli anni di permanenza a Como nella casa della Gibellina (1855-1859) percorse tutta la vasta diocesi di Como predicando nella città e nelle parrocchie sparse nelle vallate (la Valtellina, la val d’Intelvi e la val Chiavenna).
Il Gastaldi diede molta importanza al ministero della riconciliazione. Soprattutto nelle case della Consolata e nelle chiese di san Bernardino e del Sacro Cuore a Pinerolo dove visse gli ultimi venti anni della sua vita dedicò molto tempo al confessionale.
Accanto al ministero della riconciliazione si dedicò anche alla direzione spirituale. Nonostante non siano state conservate le lettere di direzione da lui scritte e ricevute sappiamo che ebbe frequenti rapporti con le suore della Visitazione di Pinerolo e di Torino, con le Clarisse di Carignano, con le suore di Sant’Anna di Torino e con altri monasteri femminili dove era spesso chiamato per gli Esercizi. Fu anche direttore spirituale di alcuni sacerdoti del clero di Torino e di Pinerolo.
Il Gastaldi fu sempre un apostolo convinto dell’importanza formativa del buon libro. Nel 1883 pubblicò l’opuscolo di padre Isnardi, La Voce Angelica, rivedendone la forma e lo stile, per distribuirlo nelle missioni popolari; nel 1898 fece stampare a Torino l’opera Tesori di confidenza in Dio del padre Giuseppe Loggero.
Il Gastaldi ha scritto quattro grandi biografie: quella del Lanteri, del Cottolengo, del Beato Benigno da Cuneo e della Beata Enrichetta Dominici. Inoltre scrisse altre opere minori.
Fu cominciata dal Gastaldi, allora di 36 anni, nel 1863 nell’ospizio di San Giuseppe a Carignano per incarico del Rettor Maggiore padre Isnardi e portata a termine in quattro anni.
L’ archivista padre Dadesso fornì al Gastaldi la documentazione necessaria, ma dato il discreto disordine dell’archivio dopo i frequenti traslochi di quegli anni e la mancanza di un locale e di una sistemazione conveniente, i documenti furono forniti a poco a poco nella misura in cui venivano trovati e ordinati. Il Gastaldi scrive al padre Dadesso:
"Mi spiacerebbe che vengano poi fuori altri documenti che o non appoggiassero i primi o loro contraddicessero o in qualunque altra maniera essi guastassero le uova nel paniere. Voglia dunque per amore del padre Lanteri guardare se trova qualche cosa e spedirla entro questi giorni. Io spero che Maria Vergine e san Giuseppe mi aiuteranno in questa faccenda".
Il disegno iniziale dell'opera prevedeva quattro libri  o parti: dall’infanzia al sacerdozio (1759-1785), l’attività apostolica dal 1786 al 1811, la fondazione degli Oblati e la morte (1811-1830), e infine  la spiritualità lanteriana.
Nel febbraio 1867 il lavoro era pressoché terminato. Il manoscritto fu fatto avere al Rettor Maggiore Biancotti che lo approvò.
Nel 1870 il tipografo Marietti stampò circa 3.500 copie in diverso formato. La biografia del Lanteri fu inviata in omaggio a tutti i vescovi del Piemonte, alle comunità religiose, a diversi sacerdoti del Piemonte, di Como, di Nizza. Nella Civiltà Cattolica del 1870 (quaderno 505) fu pubblicata una breve recensione.
Nel maggio del 1877 il padre Luigi Anglesio (1803-1881), successore di Giuseppe Benedetto Cottolengo alla Piccola Casa, fu ricevuto in udienza dal Papa.  Pio IX, che aveva dichiarato Venerabile il Cottolengo, lo incoraggiò a far scriverne la vita. Ottenuto il beneplacito del Rettor Maggiore l'Anglesio incaricò il Gastaldi di scrivere la biografia il quale, portatosi a Torino e successivamente a Borgo Cornalese ospite della duchessa Costanza, si servì non soltanto dei documenti d’archivio della Piccola Casa e di tutti gli incartamenti e testimonianze già raccolte per il processo diocesano, ma anche delle testimonianze dirette dei sacerdoti, delle suore e dei laici ancora viventi che erano convissuti e avevano collaborato con il Venerabile.
Verso il 1878 il Gastaldi terminò l'abbozzo dell'intera opera e nell'estate del  1879, dopo ventidue mesi di intenso lavoro, la biografia fu pronta. Approvata dai superiori della Piccola Casa l'opera, dal titolo I prodigi della carità cristiana descritti nella vita del Servo di Dio Venerabile Giuseppe Benedetto Cottolengo, fu stampata dal Marietti nel 1882 in tre volumi. Ricorreva in quell'anno il quarantesimo della morte del Cottolengo. La stampa fu seguita in pochi anni da altre tre edizioni e dalla traduzione in francese.
Il Gastaldi compose altre opere a carattere biografico che vanno dagli elogi funebri alle quattro biografie vere e proprie.
La prima è la biografia della contessina Francesca Ottavia de  Maistre (1821-1861), figlia del conte Rodolfo de Maistre e nipote della duchessa Costanza di Montmorency.
La vita del venerabile  Benigno  Dalmazzo da  Cuneo (1673-1744) fu scritta dal Gastaldi per incarico di Monsignor Andrea Formica, vescovo di Cuneo, che gli fornì tutto il materiale e i documenti necessari. Fu stampata a Torino nel 1889.
Su richiesta dal teologo Giovanni Boccardo, pievano di Pancalieri (Torino), fondatore della Congregazione delle Povere Figlie di San Gaetano, il Gastaldi nel 1899 scrisse  un opuscolo sulle origini storiche della Congregazione stessa.
L’ ultima opera fu la vita di Suor Maria Enrichetta Dominici (1829-1895), ora beata, prima Superiora Generale delle Suore di sant'Anna fondate dalla marchesa Giulia di Barolo. L'opera uscì postuma, un anno dopo la morte del Gastaldi, nel 1903.
Tutta la vita del Gastaldi fu al servizio dell’istituto come insegnante negli studentati, come rettore a San Ponzio, come Procuratore generale e d economo generale.  Come storico ha saputo promuovere la conoscenza del fondatore e dei primi padri. In Piemonte fondò le due comunità di Pinerolo e di Carignano. Fece trasportare nella chiesa del Sacro Cuore di Pinerolo, tenuta dai padri oblati, la salma del padre Lanteri dalla vicina chiesa di Santa Chiara.
La legge del governo sardo del 1855 aveva estromesso gli Oblati dalle lo case di Pinerolo e di Torino. Con il p. Gastaldi gli Oblati ritornarono in Piemonte.
Il Vescovo di Pinerolo Vassarrotti, chiamato a succedere a Mons. Lorenzo Renaldi nel 1874, conosceva gli Oblati ancora dal periodo nel quale era parroco a Cavallermaggiore. Tre padri Oblati, Borgatta, Lingua e Gastaldi, ave-vano predicato una missione nella sua parrocchia ed egli ne scriveva entusiasta al padre Dadesso:
“La loro memoria in questa famiglia parrocchiale è in benedizione; fin dai primi giorni la frequenza fu considerevolissima, l’affollamento ai tre confessionali fuori del comune; la loro maniera di predicare è soda, sostanziosa, piena di unzione e non può non riportare gran frutto”.
Quando arrivò a Pinerolo in qualità di vescovo non esisteva alcuna co-munità religiosa maschile. Tramite don Giovanni Battista Rossi, priore di Sommariva Bosco, si mise in contatto col Rettor Maggiore degli Oblati padre Stefano Rossi. Il Rettor Maggiore incaricò il Procuratore generale padre Berchialla di esaminare l’affare. Berchialla si portò a Pinerolo per incontrare il vescovo. Data l’impossibilità di riavere la casa di Santa Chiara Mons. Vassarotti offrì agli Oblati la chiesa di San Giuseppe annessa al vecchio ospedale che per il momento era chiusa. Questa antica chiesa fu dei gesuiti fino al 1773, anno della soppressione della Compagnia. Berchialla incaricò il Gastaldi di recarsi sul posto per visitare la chiesa che riconobbe bisognosa di molti e urgenti restauri. Esclusa allora tale possibilità ricominciarono le trattative con il  vescovo.
Nel marzo 1881 la piccola comunità formata dai padri Gastaldi e Prinetti e da fratel Nicola si sistemò in un alloggio  preso in affitto in via Silvio Pellico 12 dove vi rimasero un anno o due. Nel 1884 si spostarono in via dell’Ospedale 5 in un alloggio restaurato con modica spesa da Mons. Vassarotti e messo a disposizione degli Oblati. Gastaldi nominato rettore dell’ “Ospizio”. [5]
Nell’agosto 1881 morì Mons. Vassarotti all‘età di 66 anni. Il 18 novembre 1881 fu nominato vescovo Mons. Filippo Chiesa (1839-1886) di Montà d’Alba. Agli oblati venne affidata la chiesa di san Bernardino, in via Archibugieri di San Giorgio, la quale era vacante da anni. Anche questa chiesa era bisognosa di urgenti e costosi restauri. Tuttavia i padri oblati iniziarono in essa le funzioni religiose e si misero a disposizione dei fedeli per le confessioni.  Una particolare importanza fu data ai mesi di marzo in onore di San Giuseppe, di maggio in onore della Madonna e di giugno in onore del Sacro Cuore. Le sacre quarantore furono celebrate nel mese di otto-bre.
Nel 1886 gli Oblati entrarono nella nuova casa di via Sommeiller 16 che il padre Gastaldi comperò dal conte Maffei di Boglio. A spese della Congregazione in un’ala dello stabile dall’ingegnere Giovanni Battista Ferrante di Torino fece costruire la chiesa del Sacro Cuore. La costruzione terminò nella primavera del 1887. Venne inaugurata e consacrata il 15 settembre 1887 dal vescovo di Pinerolo Mons. Giovanni Maria Sardi.
Il 20 luglio 1887 fu stabilito ufficialmente  il noviziato nella casa del Sacro Cuore. Gastaldi fu nominato maestro dei novizi e prefetto degli studenti.
Il 31 ottobre 1896 il p. Gastaldi fu invitato a Torino nella canonica di Santa Teresa dove il parroco, il Teologo Domenico Muriana (pronipote del padre Reynaudi o.m.v.) e il Teologo Bernardino Caudana lo attendevano per trattare l’affare della chiesa delle Grazie a Carignano che era vuota già da una trentina d’anni ed era ufficiata saltuariamente dal clero secolare. Infatti con la legge del 1866 la comunità francescana di Nostra Signora delle Grazie fu soppressa, i frati dispersi, il convento passò in proprietà del comune di Carignano e la chiesa fu chiusa. La consulta generale degli Oblati aveva già preso in considerazione l’offerta della chiesa delle Grazie nella sua riunione del set-tembre precedente. Bisognava però ottenere il benestare del prefetto di Torino e l’assenso dell’Arcivescovo.
Sette mesi più tardi, il 28 maggio 1897, il Gastaldi fu convocato un’altra volta a Torino dal Consiglio Provinciale amministrativo, il quale si dichiarò favorevole alla cessione della chiesa e del convento agli Oblati a norma della richiesta presentata: si aspettava solo la domanda formale del sindaco di Carignano. Anche i padri francescani di San Tommaso, a cui di diritto spet-tava chiesa e convento, erano favorevoli alla cessione.
Il municipio di Carignano firmò l’atto di consegna davanti al Gastaldi il 31 agosto 1897. Il solenne ingresso degli Oblati in Nostra Signora delle Grazie avvenne il 24 ottobre 1897.
Per l'acquisto della casa fu incaricato il Gastaldi, il quale solo il 6 novembre 1899 poté pagare al municipio in rogito lire 11.000 più altre 1.000 per diritto di successione, trascrizione e notaio. La cospicua somma fu fornita dal conte Eugenio de Maistre, amico d'infanzia del Gastaldi.
Nel 1900 il p. Gastaldi poté celebrare  il cinquantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale nell'intimità della sua famiglia religiosa e circondato dal clero cittadino che ebbe sempre di lui molta stima.
Nel 1901 il p. Gastaldi volle far trasportare, con i dovuti permessi  del prefetto di Torino e della Curia di Pinerolo, la salma del Lanteri della chiesa di S. Chiara alla nuova chiesa del Sacro Cuore.
L'11 settembre 1902 il vescovo di Biella, Mons. Giuseppe Gamba (1857-1929) lo accompagnò a fare un corso di Esercizi al clero nei locali annessi al santuario mariano di Graglia (Vercelli). Tornato da Graglia abbastanza stanco trovò un altro invito di predicazione di Esercizi alle suore della Piccola Casa. Anche a questo secondo invito non seppe dire di no. Terminò gli Esercizi con la confessione di tutte le suore malgrado la stanchezza e l'inappetenza che sentiva. Tornato a Pinerolo poté riposarsi alquanto, ma l'inappetenza non accennò a diminuire.
Il 19 settembre 1902 ricevette l'unzione degli infermi e la Benedizione Papale. Alle ore 9 del mattino entrò in agonia. Morì verso le ore 23.


Autore:
Oblati di Maria Vergine

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Aggiunto/modificato il 2009-12-29

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