Margherita Grisoni nacque ad Arona il 16 agosto 1958. Il papà Ermanno in quegli anni era capostazione alle ferrovie di Arona e mantenne lo stesso incarico fino al pensionamento; la mamma Angela, maestra elementare, non svolgeva più la professione dalla nascita della prima figlia, Chiara, avvenuta nel 1953.
Margherita fin da adolescente si inserisce attivamente nelle attività della parrocchia di Mercurago e incomincia, anche grazie alla zia Piera, il suo servizio nelle file dell’Azione Cattolica, dove continuerà a lavorare nel settore giovani a livello diocesano. In quegli anni conosce e apprezza la spiritualità focolarina grazie alla presenza di suor Ave in parrocchia, alla quale rimarrà sempre legata, anche dopo la partenza della suora pianzolina per delle missioni in Francia.
Dopo le scuole medie si iscrive all’Istituto Tecnico Commerciale di Arona e nel 1977 consegue il diploma; ad appena un anno di distanza dalla maturità vince un concorso e inizia a lavorare all’Istituto Bancario San Paolo di Torino, presso l’agenzia di Arona.
A diciotto anni si iscrive all’Avis: rimarrà donatrice fino al 1988, anno in cui si ammalerà.
Negli anni che seguono, molteplici sono state le sue esperienze: il suo impegno nella chiesa la vede attiva nella pastorale giovanile, per molti anni sarà animatrice delle Route e dei campiscuola, e dal 18 agosto al 1° settembre 1985, insieme a tre suore pianzoline, partecipa a una missione di apostolato, dando la propria testimonianza di fede, presso le parrocchie del vicariato di Santa Teresa di Riva, nella diocesi di Messina.
Il recente Sinodo Diocesano del 1988, quando vescovo della diocesi di Novara era Mons. Aldo Del Monte, la vede protagonista come segretaria della commissione giovani.
Nel novembre dello stesso anno Margherita scopre un nodulo alla mammella destra che risulterà un carcinoma, per cui, in dicembre, con un ricovero di circa un mese presso l’ospedale di Busto Arsizio, le viene praticata la mastectomia. Negli otto mesi successivi, allontanata dal posto di lavoro, viene sottoposta a chemioterapia.
A settembre riprenderà il lavoro e la malattia resterà sotto controllo per circa quattro anni.
Nell’inverno del 1990 si iscrive alla facoltà di Teologia presso l’Istituto di Scienze Religiose in Novara e allarga il suo impegno anche nel sociale, partecipando politicamente alle elezioni nazionali del 1992, aderendo al movimento della Rete.
Sono questi anche gli anni cruciale della guerra della Bosnia; aderisce al movimento dei Beati i Costruttori di Pace e partecipa all’obiezione delle spese fiscali; non riesce però a realizzare il sogno di unirsi con loro per le missioni di pace, sia per quella che partì anche dalle nostre zone nel dicembre 1992 insieme ai famosi Cinquecento, guidati anche da Mons. Tonino Bello, Vescovo di Molfetta, già gravemente ammalato di cancro (morirà infatti il 20 aprile 1993), sia per quella dell’estate successiva, a causa del prolungarsi della chemioterapia, in quanto la malattia si è rifatta viva in modo abbastanza cruento. Non possiamo dimenticare anche tutti gli sforzi fati per l’unità della chiesa, le serate di ecumenismo, gli amici carissimi che aveva e che appartenevano ad altre professioni cristiane e il gruppo di preghiera che, insieme ad altre amiche, mandava avanti sotto la guida di padre Mario.
Margherita ebbe anche un altro grande amore e fu la montagna: instancabile camminatrice, appena poteva, la montagna diveniva un po’ il suo rifugio, l’alta vetta la più facile comunione con Dio.
La malattia, ripresentatasi in maniera sempre più deleteria, la portò a circa tre anni di sofferenza e difficoltà fisica, ma l’aiuto a scoprire maggiormente il confine tra il dolore e l’amore.
Morì il 16 gennaio 1995.
Aveva trentasei anni.
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