In Francia, alla fine del Cinquecento, erano molte le comunità religiose. La maggior parte monasteri femminili di clausura, mentre alcune erano dedite all'educazione delle giovani di famiglia agiata. Tra le Orsoline, che si ispiravano al carisma di S. Angela Merici, si distinse una giovane di Bordeaux, Anna de Beauvais. Nata nel 1587 in una nobile famiglia, giovanissima sentì la vocazione e, grazie ad un fratello sacerdote a Castillon, entrò nella Compagnia di S. Orsola professando nel 1606. Nonostante la giovane età fu nominata maestra delle novizie e, in seguito, prima superiora del monastero di Laval. La Beauvais si distinse per le penitenze, le mortificazioni e il dono della profezia, nonostante fosse vessata dal demonio. Si racconta che nel 1610 fu presente in spirito all’assassinio, per mano di un fanatico, di Enrico IV, sovrano amato e popolare. Anche le altre consorelle lasciarono testimonianze edificanti della loro vita.
Anna visse con eroismo la consacrazione, contemplando la croce giunse alle vette della perfezione evangelica. Era detta “la madre che ama tanto Dio”. La sua fama e il suo misticismo si diffusero in tutta la Francia tanto che ci furono disordini tra i fedeli quando ne fu disposto il trasferimento nella nuova comunità di Saumur. Lei accettò per obbedienza, ma morì dopo pochi anni il 10 giugno 1620, a soli trentatre anni.
Il direttore spirituale che fu testimone delle sue rare virtù, padre Loyrot, collaborò con l’autore della prima voluminosa biografia, Pierre Villebois, teologo, consigliere e predicatore del re. Venne pubblicata a Parigi a soli due anni dalla morte e dedicata alla regina regnante. Nel 1667 Jacques Coret pubblicò a Lille una nuova vita che titolò «Il ritratto delle anime amanti di Gesù rappresentate da Anne de Beauvais». In entrambe si evocano i miracoli che Anna compì dopo la morte, come il particolare profumo che nella sua cella fu percepito per molto tempo. Numerose grazie furono attestate da persone ragguardevoli. Nella rara iconografia che la rappresenta, Anna de Beauvais tiene in mano un cuore perché durante una esperienza mistica lo scambiò con quello di Gesù Bambino.
Autore: Daniele Bolognini
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