Augusto venne dall’Africa. Secondo la tradizione è uno dei dodici religiosi africani, che, a causa delle incursioni vandaliche di Genserico (che saccheggerà Roma del 455), dovettero lasciare la loro terra, caricati su un vecchio battello senza remi e senza vela, e che approdarono miracolosamente sulle coste della Campania.
Il Martirologio romano v.e., fissava al 1 settembre la festività di S. Augusto. In esso leggiamo: “s. Prisco vescovo, il quale fu uno di quei sacerdoti, che nella persecuzione vandalica, per la fede cattolica diversamente tormentati e posti su una vecchia nave, pervennero dall’Africa ai lidi della Campania, propagarono mirabilmente la religione cristiana. Furono anche suoi compagni Castrese, Tammaro, Rosio, Eraclio, Secondino, Adiutore, Marco, Augusto, Elpidio, Canione e Vindonio”.
Considerato primo vescovo dell’antica Galazia, città della Campania presso la via Appia, è venerato nella diocesi di Casa Hirta (Caserta) dopo che la sede vescovile fu spostata nella cittadella collinare a motivo della distruzione dell’antica città un secolo prima del mille dai saraceni.
Augusto morì probabilmente verso il 490, in età avanzata, e fu sepolto monastero di Santa Maddalena e san Marciano, nei pressi dell’attuale città di Maddaloni. Sebbene storici locali accennando in particolare a sant’Augusto, hanno affermato di non sapere realmente chi fosse, questo culto non può in alcun modo mettersi in dubbio.
Una pergamena longobarda del 1020 riporta l’esistenza di una chiesa dedicata a S.Augusto nel territorio dell’attuale città di San Prisco e nonostante la mancanza di un’ ufficiatura liturgica propria fino al 1897, non si può sradicare questa figura dalla storia religiosa e civile di Caserta.
Anche il Papa Giovanni Paolo II nella visita pastorale a Caserta del maggio 1992 ebbe ad affidare la Città alla protezione di S. Augusto, vescovo.
Autore: Don Giuseppe Di Bernardo
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