Giuseppe Corazzin nacque il 4 marzo 1890 ad Arcade (Treviso). A soli 15 anni contribuì a far sorgere, nel suo paese, il Circolo Giovanile di Azione Cattolica, che fu per lui un vero e proprio laboratorio di formazione, orientandolo a quella sintesi di fede e vita che permeò tutte le sue attività di sindacalista, politico e giornalista.
Nel 1908 conseguì il diploma presso la Scuola Enologica di Conegliano e iniziò a collaborare con il prof. Sacchi ad una scuola ambulante di agricoltura, girando nei paesi per insegnare ai contadini le nuove tecniche colturali. Il contatto diretto con la realtà rurale gli permise di prendere coscienza dello stato di indigenza e sudditanza cui erano sottoposti contadini e braccianti. In questo periodo e in questo contesto Corazzin maturò un forte desiderio di impegno sociale a favore degli ultimi.
Nel 1910 entrò nella direzione diocesana dell’ Azione Cattolica come segretario dell’Ufficio cattolico del lavoro di Treviso.
Il 12 Febbraio 1911 partì per il servizio militare e prese poi parte alla guerra di Libia, durante la quale si ammalò di malaria.
Tornato a Treviso, nel 1914 il vescovo mons. Longhin gli affidò l’incarico di direttore de La Vita del Popolo: egli fu così il primo direttore laico del settimanale diocesano.
Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, sostenne strenuamente la posizione cattolica di neutralità e netta avversione alla guerra. Tuttavia, quando l’Italia entrò in guerra, egli ritenne un dovere civile non sabotare la scelta, pur non condivisibile, del governo. Il 24 maggio 1915 fu richiamato alle armi; ferito ad una gamba, durante la lunga convalescenza proseguì il suo impegno presso la Casa del Soldato aperta a Treviso nella sede dell’Azione Cattolica.
Il 15 Settembre 1917 a Milano sorse la Federazione Nazionale dei Lavoratori Agricoli e Corazzin ne venne nominato segretario nazionale. Il Cardinal Ferrari, Arcivescovo di Milano, lo nominerà poi Segretario della locale giunta diocesana di Azione Cattolica.
Nel 1918 contribuì a fondare a Roma la Confederazione italiana dei lavoratori (Cil), precorritrice della Cisl, e fu eletto vicesegretario nazionale.
Il 4 marzo 1919 fu tra i fondatori del Partito Popolare Italiano.
Il 15 Ottobre 1919 uscì il primo numero de Il Piave quotidiano popolare da lui fondato, la cui tipografia verrà devastata dai fascisti nel luglio del 1921. Senza farsi intimorire, nel 1923 Corazzin rispose all’assalto fascista dando vita ad un altro giornale, L’idea, con cui continuò coraggiosamente a diffondere gli ideali di solidarietà e giustizia sociale e a invitare a resistere alle violenze fasciste e degli agrari.
Il 1920 fu un anno cruciale per le lotte sindacali: Corazzin guidò le leghe contadine nelle agitazioni contro gli agrari, con l’obiettivo di modificare sostanzialmente i tradizionali patti colonici.
In una sera dell’ottobre del 1924 Corazzin venne aggredito da una squadra di camicie nere, assieme alla moglie, Emilia Calderino, che perse il bimbo che portava in grembo. Il 18 novembre 1925, a soli 35 anni, morì di peritonite, a seguito dei postumi del pestaggio subito, ma anche a causa delle malattie riportate in guerra. Nella sua breve ma luminosa esistenza era riuscito a concretizzare a pieno lo spirito del Vangelo e a calarlo nelle urgenti vicende sociali del suo tempo.
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