Per gli amici dell’AC di Lodi, ma anche per i colleghi di lavoro e i familiari, è stato semplicemente Cigo. All’anagrafe Gaetano Giulio Cigognini, nato a Brembio (LO) il 16 marzo 1960.
Residente a Casalpusterlengo (LO). Sposato nel 1990 con Cristina Zanelli, avrà tre figli: Monica (1991), Maria (1995), Andrea (1998).
Ha conseguito il diploma di Geometra al “Bassi” di Lodi nel 1979. È membro, dal 1999, del “Chartered Institute of Building” di Londra e possiede una laurea tecnica inglese in campo edile.
Libero professionista dal 1983, ha aperto uno Studio Tecnico Associato in Casalpusterlengo.
Iscritto ininterrottamente al Club Alpino Italiano per 25 anni, ha condiviso insieme all’intera famiglia la passione per la montagna (e la natura in genere).
Ha incontrato l’Azione Cattolica poco prima di terminare le scuole medie, vivendo l’esperienza dell’ACR (Azione Cattolica dei Ragazzi). Ha proseguito il cammino con l’esperienza dell’AC giovanissimi. Dopo la terza superiore è diventato “educatore” proprio dei “giovanissimi”.
Negli anni ’80, in parrocchia e nel vicariato di Casale dopo una lunga esperienza con gli adolescenti, si è occupato, in tempi diversi, di giovani, di famiglie e adulti ed è stato per sei anni presidente parrocchiale.
Contemporaneamente entra nel Centro diocesano di Ac, prima nella commissione giovanissimi, poi in quella giovani, diventando vicepresidente per un paio d’anni (1989-90).
Ha progettato e costruito case, oratori, uffici e il Centro di comunicazione sociale della diocesi.
Ma soprattutto ha costruito la sua casa e l’AC di Lodi: la sua responsabilità associativa a livello diocesano si intreccia fisicamente con la storia della sua famiglia.
Nel 1990 si sposa e l’allora presidente Vittorio Sozzi gli chiede di diventare Segretario diocesano. All’inizio del triennio seguente nasce Monica. Tre anni dopo Maria.
Nel febbraio del 1998 viene nominato dal vescovo Giacomo Capuzzi, presidente dell’AC di Lodi. E nasce Andrea.
Parlava di AC con esempi della sua vita familiare, ritmava la sua vita familiare sui tempi associativi. Chi lo incontrava, facilmente aveva occasione di conoscere la sua famiglia. Chi conosceva la sua famiglia capiva e amava un po’ di più l’AC.
Ha scoperto di essere gravemente ammalato nei mesi precedenti l’Assemblea straordinaria del 29 maggio 2004. Il suo passo si è fatto sempre più chiaro e più spedito. La malattia, vissuta in modo estremamente consapevole, non gli ha impedito di proseguire con passione ed entusiasmo il suo servizio e la sua pubblica testimonianza. Fino al giorno della sua morte, avvenuta il 4 gennaio 2005.
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