Tutto ha inizio il 22 febbraio 1906, allorchè un mandarino, che ha avuto dei problemi con i suoi superiori, si suicida nella casa dei Missionari a Nan-tchang, dove risiede P. Lacruche. Immediatamente si diffonde per la città la voce calunniosa che i missionari hanno ucciso il magistrato. Vengono affissi ai muri della città manifesti che diffondono ogni sorta di calunnie e ingiurie contro i missionari, chiamando alla rivolta. E' organizzata una riunione per il giorno dopo, dove viene reclamata la morte dei missionari e ne nasce una rivolta.
I due missionari presenti, i PP. Jean-Marie Lacruche et Joseph-François Martin, si trovano nelle loro stanze, aspettando l'ora dell'esame particolare, quando una folla arrabbiata invade la casa, sfondando la porta principale. Essi hanno appena il tempo di mettersi in salvo nel giardino, prima che gli assalitori entrino nelle loro stanze e si diano al saccheggio. Ma ecco che un lato del giardino viene invaso. P. Martin, benchè leggermente ferito dal lancio di pietre, riesce a fuggire.
P. Lacruche è nella parte del giardino invasa. Gli viene in mente di andare in tutta fretta verso la Cappella del SS.mo Sacramento, proprio dietro una porta del giardino, per portare con sè il Santissimo e sottrarlo alla profanazione. Riesce a giungere proprio ai piedi del tabernacolo, ma all'ultimo momento deve rinunciare: i suoi assalitori sono arrivati proprio lì!
(Tuttavia, secondo un'altra versione dei fatti, dei pagani, testimoniando sulla sua morte, dicono che lo hanno visto, proprio poco prima di morire, prendere dalla sua veste qualcosa che aveva una forma rotonda e che alcuni hanno preso per un orologio, e che è possibile essere il SS.mo Sacramento, che egli avrebbe quindi preso con sè e conservato fino all'ultimo momento).
Uscendo dalla cappella del SS.mo Sacaramento, P. Lacruche cercando di fuggire si trova subito in presenza di numerosi assalitori che lo spingono e lo buttanto a terra, ferendolo alla testa. I suoi aggressori lo prendono e lo rinchiudono in un mulino al quale danno fuoco. Ma il mulino ha una porta posteriore attraverso la quale P. Lacruche si sottrae a questo nuovo pericolo. Ma viene ripreso. Si grida e si aizza contro il missionario, e lo si colpisce col bastone sulla testa e le spalle, ferendolo crudelmente. Diventa prigioniero di una folla inferocita. Alcuni seminaristi che abitano la casa e che sono riusciti a fuggire racconteranno che hanno visto P. Lacruche con il viso coperto di sangue, il corpo vacillante, salire con dolore questo terribile calvario.
E' mezzogiorno quando giunto sulla strada pubblica, riceve sulle spalle un colpo di bastone così violento che da quel momento il dolore gli paralizza le gambe e non gli permette di fare più neanche un passo. Tenta di rifugiarsi nella casa di una famiglia pagana ricca e rispettata. Il padrone di casa parlamenta con la folla che reclama la sua vittima. Ma la folla delirante che vuole la sua morte invade la casa e si impossessa di lui, prendendolo con la forza. E' allora che riceve un calcio nella pancia che lo fa cadere per non rialzarsi più.
E' in questo momento che dei pagani lo videro prendere dalla tasca qualcosa che possiamo pensare sia la Santa Eucaristia. Accasciato dai colpi e coperto di ferite, respira ancora, quando i suoi uccisori lo trascinano per un piede fino allo stagno di Pé-hou-Kiou, dove rende l'ultimo respiro. E' un'ora dopo mezzoggiorno. Il suo cadavere fu poi estratto dall'acqua e spogliato dei suoi vestiti dai suoi assassini che se li divisero, come il suo orologio e il denaro trovatogli addosso.
Verso sera prenderanno il corpo del missionario per esporlo in una pagoda.
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