Un profilo della ventenne Giovane Responsabile di Azione Cattolica fu redatto da don Copersino, suo parroco a Frignano Maggiore, piccolo paesino situato nella Diocesi di Aversa, con lo scritto dal titolo Giulia D’Amore, cui si aggiungono le Testimonianze del suo direttore spirituale, il Padre Giovanni Carbone, missionario apostolico del P.I.M.E. in Cina.
Più tardi è stata Francesca Musumeci a scrivere di lei un’articolata biografia dal titolo Un simbolo nella storia dell’Azione Cattolica Italiana, donde si attingono racconti di fatti e avvenimenti, con tutta una serie di notizie e dati documentari, che fu pubblicato dalla Laurenziana, in Napoli, nel 1981.
Giulia D’amore nel fiore dei suoi anni giovanili fu laica impegnata in Azione Cattolica, a livello parrocchiale da presidente e nel Centro diocesano di Aversa da tesoriera della Gioventù Femminile.
La domenica del 27 giugno del 1947, appena diciannovenne, partecipò in Piazza Municipio ad Aversa alla chiusura della “Peregrinatio Mariae” e fu colpita dal commovente discorso tenuto da quel santo uomo politico che fu Giorgio La Pira, allora sottosegretario di Stato. Quel discorso ebbe su di lei l’effetto di affrettare la sua scelta di vita. Il successivo 6 agosto offrì la sua verginità a Gesù Crocifisso, così pregandolo:<<Questo fiore tanto bello e tanto delicato sia di gradimento al vostro amabilissimo cuore>>.
Giulia D’amore << non rifuggiva gli aspetti piacevoli di una vita sana e serena, tuttavia amò la Croce che considerava un mistero di amore. Decise di corrispondere a Gesù ‘amore per amore’, ‘dolore per dolore’, ‘sangue per sangue’, ‘vita per vita’ e il 26 marzo del 1948, Venerdì Santo, si offrì vittima a gloria del Padre celeste e per la santificazione del clero del mondo, offerta che rinnovò in modo solenne il 4 giugno dello stesso anno>>.
La risposta dello Sposo non si fece attendere. Affetta da tifo, Giulia si spense di lì a poco, nel secondo giorno del 1949, nel rimpianto generale e una toccante commozione di popolo.
L’Azione Cattolica rimpianse nel manifesto murale <<il fiore di santità, di castità e di bellezza che allietava di sua fragranza>>.
Da Roma la presidente centrale della Gioventù Femminile scrisse:<<Non piangiamo per averla perduta, ma ringraziamo Iddio che ce l’aveva donata>>.
Da Kaifeng, in agosto, il suo padre spirituale testimoniò “di come Giulia fu per loro e quanti la conobbero, un pregevole dono di innocenza e di amabilità, di impegno generoso verso gli umili, di passione missionaria, di fede gigante che le faceva vedere in ogni fratello l’immagine di Gesù. Io la invidio: è bello morire giovani dopo aver conosciuto ed amato Gesù Cristo e la Chiesa, il fascino della verginità, il sacrificio di una totale donazione; piccola atleta degli interessi di Dio, aspetta la beata risurrezione”.
Significanti testimonianze giunsero una dopo l’altra, nel giro di qualche anno. Nell’ottobre del 1949, la presidente diocesana della Gioventù Femminile di A.C., Maria Verde, da Sant’Antimo, organizzò dal 10 al 15 la Settimana della Giovane; vi partecipò dal centro Nazionale la dirigente per la stampa, Iside De Zolt, che nel discorso tenuto in un cinema, esaltò le singolari virtù della gieffina Giulia, mentre nel pomeriggio un forte discorso commemorativo fu svolto dall’assistente regionale della G.F., padre Carmelo Contiguglia, con la partecipazione del vescovo monsignor Antonio Teutonico, nella piazza gremita da folle di popolo e tante giovani accorse da ogni parrocchia della Diocesi.
Altro attestato significativo, il 10 giugno del 1951, sfilava più imponente che mai per le vie di Frignano, un raccolto corteo di popolo e Autorità, dopo che in piazza il dottor Lanza, della Pontificia Università Gregoriana, ebbe illustrato il significato di uno straordinario avvenimento: la salma di Giulia veniva traslata dal cimitero nella chiesa parrocchiale dei santi Nazario e Celso.
Lo avevano chiesto e voluto le socie della Gioventù Femminile di Azione Cattolica, desiderose di rispecchiarsi più da vicino nel volto sereno e gioioso di “Una” di loro, della quale era stato il sindaco Lupoli ad affermare: <<… si parla di Lei come di una Santa>>.
Queste notizie su Giulia D’Amore, una delle tante figure di santità laicale di Azione Cattolica della Diocesi di Aversa, sono state raccolte dal Prof. Luciano Orabona - Aversa
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