Alberto Bondielli, nasce a Massa, il 17.11.1900.
Fin da ragazzo, ha militato nell’Azione Cattolica. Negli anni 20′ il suo impegno si traduce nella costruzione di una cappella ed un circolo ricreativo, su un terreno di sua proprieta’, dove i giovani potevano ascoltare messa e crescere seguendo gli insegnamenti della fede cattolica e queli di Baden Powell, fondatore dello scoutismo. In questo senso, erano frequenti i soggiorni al Puntato, un alpeggio di pastori, dove i ragazzi, con la guida di un sacerdote, tempravano anima e corpo. Dal 1935 al 1937 il Vescovo Arduino Terzi gli affidò l’incarico di presidente della federazione giovanile di Azione Cattolica e nonostante le pressioni del regime, mantenne l’oratorio quale luogo di pensiero libero, spazio protetto e non prese mai la tessera del fascismo.
Coerentemente a questa impostazione, durante la seconda guerra mondiale Alberto Bondielli fu tra i fondatori del movimento partigiano e, alla fine, fu nominato dagli alleati presidente del Comitato di Liberazione Nazionale. A liberazione avvenuta, nel 1945, accetta la carica di Presidente della Deputazione Provinciale, primo nucleo delle nuove istituzioni democratiche locali; carica che ricopre fino al 1951.
Personaggio dalla visione ecumenica del mondo, negli anni ‘70 prese contatto con il movimento dei focolari e accolse presso di se giovani provenienti da tutto il mondo. In particolare, negli anni ‘80 ha dato ospitalita’ a giovani africani ed asiatici che si rifugiavano in Italia per fuggire le angherie dei regimi di provenienza o per studiare. A loro forniva un aiuto, una casa e una guida.
In particolare, credeva fermamente nel dialogo tra i popoli, nella necessita’ di costruire una civilta’ cristiana multietnica, aperta, denunciando con rigore gli egoismi tipici della civilta’ del benessere e favorendo l’inserimento, la crescita, l’integrazione e lo sviluppo per le persone meno fortunate.
E’ consigliere parrocchiale dell’Azione Cattolica fino agli anni ’80 e le sue innumerevoli opere di apostolato sono frutto del suo profondo radicamento nella vita associativa e nella Chiesa locale.
Nell’Ottobre del 1993, mentre, nonostante a veneranda età, è intento ai consueti lavori di fine falegnameria, cade malamente, viene operato ed è costretto all’immobilità che nel volgere di nove mesi lo porta, assistito dai figli, ad una morte serena nella sua casa che tanto amava. E’ il 7 Luglio 1994.
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