“O Gesù, fa che il nostro povero cuore sia qui sulla terra sempre la tua casa e fa che in Cielo il Cuor Tuo sia per l’eternità la nostra casa”. Questo breve pensiero di Madre Maria Margherita Lazzari, quasi una giaculatoria, riassume incisivamente il credo vissuto di una donna che ha risposto sì alla chiamata, un’autentica apostola che si è fidata del maestro. È singolare l’esperienza terrena di questa Serva di Dio, un’insegnante che visse buona parte della propria vita nella società, dal cui cuore ebbe origine una famiglia religiosa.
Maria Virginia nacque a Torino il 6 giugno 1885 in una famiglia molto religiosa, primogenita di tre fratelli. Aveva solo dieci anni quando il padre, trasferito a Portici per ragioni di lavoro, morì a causa di un'infezione. La madre, molto colta, crebbe i figli trasmettendo sani principi cristiani e un'ottima istruzione. Virginia si diplomò e lavorando continuò gli studi universitari, avendo dall’età di ventuno anni come direttore spirituale Don Filippo Rinaldi, terzo successore di Don Bosco. Per sostenere la famiglia, prese servizio come impiegata alle Ferrovie dello Stato benchè sentisse la chiamata alla consacrazione. Don Rinaldi le suggerì l'Istituto secolare delle Figlie del Cuore di Maria, dove entrò (1909) col nome religioso di Margherita Maria di Gesù che tenne poi per tutta la vita. Nel 1912 emise i voti e nello stesso anno, vinto un concorso, iniziò la carriera scolastica come insegnante e segretaria. Prima a Camerino, fu poi trasferita a Pinerolo, quindi all'Istituto Magistrale "Rosa Govone" di Mondovì e nuovamente a Pinerolo. Nel gennaio 1914, mentre scoppiava la Grande Guerra, in Casa Lazzari per la seconda volta entrava sorella morte. Nel fiore dell'età morì la sorella Rosmunda. Il 24 maggio 1915 il fratello Cesare venne arruolato nell'esercito, ma tre anni dopo, colpito dalla “spagnola”, morì anch’egli, in concetto di santità (già nel 1924 vennero pubblicati brevi suoi Cenni biografici). Dal 1917 al 1923 Virginia prestò servizio al Magistrale Berti di Torino, quindi passò al Liceo D'Azeglio. Il 5 dicembre 1931 morì il Beato Filippo Rinaldi, suo confessore, tre anni dopo fu la volta dell'amatissima mamma. Virginia non aveva più vincoli familiari; erano trascorsi ventiquattro anni dai voti religiosi, vissuti nella società con profondo spirito cristiano. Nei momenti liberi era al Cottolengo o in altri istituti per insegnare gratuitamente o visitava i poveri, cui portava soccorso ma soprattutto la parola di Dio. Già dal 1922 Don Rinaldi le aveva raccomandato di pregare per una grande missione cui era destinata, gliene parlava di tanto in tanto senza riuscire a specificarle quale fosse. Finalmente nella Quaresima dell'Anno Santo 1933, ricevendo nel Monastero della Visitazione un pacco di immagini con il "quadrante della Passione", comprese che era di divulgare l`”Ora di guardia con Gesù nelle ore della Sua Santa Passione". Ne fece stampare e ne distribuì, raccogliendo adesioni fra i suoi numerosi conoscenti, pensando che l’Opera fosse da affidare ad un istituto religioso. Nel luglio 1933 incontrò il Provinciale dei Passionisti e gliene parlò. Nell'autunno 1934 si rivolse a Firenze alle Sorelle della Riparazione Notturna. Nel gennaio 1935 ebbe però l’ispirazione a scrivere di getto, come sotto dettatura, un “programma” che a Padova propose alle Ancelle della SS.ma Trinità. Non era la strada giusta. Conobbe P. Alessio Magni, un gesuita che dopo attento esame le riferì: «…non approvo che cerchi di affidarla ad altri. Vada a Torino e dia principio all'Opera adunando quelle figliole che mostrassero vocazione». Virginia scrisse poi nelle sue memorie: «Compresi che facendo diversamente andavo contro la Divina Volontà e, pur sentendo profondamente la mia nullità, mi posi completamente a disposizione di Dio». Non aveva nulla, neppure un luogo in cui radunare le eventuali compagne, avendo sempre alloggiato, come pensionante, presso istituti religiosi. A quei tempi abitava presso le Suore Terziarie Carmelitane di Pozzo Strada. Fu però provvidenziale che un giorno le capitasse tra le mani un libretto dedicato alla Passione scritto da P. Giuseppe Petazzi, un gesuita triestino che riuscì a contattare. Si accordarono, con reciproco impegno, di diffondere i libretti e le immaginette sacre. Nel dicembre 1935 scrisse una meditazione di preparazione al probandato ed una formula di ammissione che nella notte di Natale pronunciò privatamente nella chiesa della Visitazione, e ripetè al mattino, con tre amiche, nella Cappella della Sindone. Era l'inizio dell'Opera. Solo il 31 maggio 1936, Pentecoste, potè trasferirsi con il poco mobilio che aveva, in un’abitazione del centro di Torino. La nascente congregazione, voluta dalla Provvidenza, iniziò ad essere conosciuta, contando tra i sostenitori il Servo di Dio Mons. G. B. Pinardi, Vescovo Ausiliare. Arrivarono le prime aspiranti, mentre Virginia iniziò a viaggiare per portare avanti la sua missione. Ai primi di agosto andò a Rovigo presso alcuni parenti, poi a Brescia. Il 30 settembre 1936 fu ricevuta in udienza dal Card. Maurilio Fossati che la incoraggiò. Il 5 dicembre venne approvato lo Statuto delle Missionarie della Passione di Gesù, due giorni dopo fu emesso il Decreto di Erezione come Pia Unione. La piccola comunità ricevette fin da subito molte richieste di collaborazione da parte di sacerdoti e vescovi: giunsero da Navasa di Limana presso Belluno, da Padova e da Trieste, da quel gesuita che aveva conosciuto. Per tale motivo Virginia chiese di insegnare presso un istituto di quella città. Il suo stipendio era al momento l’unica fonte certa di reddito. Avrebbe concluso la sua carriera scolastica tre anni dopo. Alla fine del 1936 si potè acquistare una casa in Villanova presso Mondovi, grazie ad una suora salesiana amica del defunto beato Rinaldi. Era fatiscente, ma accessibile alle loro possibilità economiche e per una felice coincidenza sorgeva su un’altura detta Monte Calvario. È l’attuale Casa Madre Generalizia.
Furono anni di grandi sacrifici, vissuti però cristianamente. Madre Margherita era madre e maestra, consigliera e confidente di tutte. La povertà era grande, ma altrettanto grande era l'entusiasmo. Le richieste di aiuto si moltiplicarono: nell'autunno 1938 il parroco di Chiusa Pesio, da anni alla ricerca di religiose per aprire un orfanotrofio, fu il primo. Ne seguirono altri cui Madre Margherita rispose come potè, superando difficoltà enormi, spinta dalla consapevolezza del bene che veniva compiuto. Fu il tempo della Seconda Guerra Mondiale e della penosa vicenda della casa di Trieste. Quella casa, acquistata grazie al generoso aiuto di una nobildonna, che permetteva l’apostolato nella periferia, tra i più emarginati, vide nascere un gruppo di suore dissidenti capeggiate da un gesuita. Era "la prova del fuoco". Dopo tante pene nel 1942 Madre Margherita fu costretta, con l’aiuto dei P. Serviti, alla chiusura. Chi le rimase fedele testimoniò quali furono le sue parole: "Aver cura di dimenticare ogni parola offensiva che possiamo aver ricevuto e non serbare rancore con chicchesia, perchè altrimenti si inaridisce il cuore e si paralizzano i sentimenti più delicati della carità". Tre anni dopo capitò un fatto straordinario, quasi una risposta dall’Alto allo zelo apostolico dell’Opera. Mentre si recava in treno a Mondovi, una delle più valenti Missionarie, Suor Carla De Noni, fu ferita mortalmente da una raffica di mitraglia. Ricoverata in fin di vita e assistita dalla Lazzari, sopravvisse inspiegabilmente, ma il 26 aprile fu portata in Casa Madre perché spirasse tra le consorelle. Non vi erano speranze umane, ma Madre Margherita, radunata la comunità, disse di pregare chiedendo l’intercessione di Padre Rinaldi di cui aveva come ricordo un fazzoletto. Lo diede alla povera suor Carla, che con grande stupore, ebbe un miglioramento repentino. Scampata la morte, dovette essere sottoposta ad una ventina di brevi ma dolorosissime operazioni per l’estrazione delle schegge ossee che aveva nel volto. Rimaneva disgiunta la mandibola, per la mancanza di due centimetri d’osso, e la lingua penzoloni. Un pomeriggio Suor Carla si assopì, al risveglio l’osso era sanato, come risultò dall'esame radiologico. Il miracolo suggellò la beatificazione nel 1990 di don Filippo Rinaldi.
In Piemonte l’istituto prosperò in pochi anni. Madre Margherita, che dal 1942 aveva accettato la cura della Casa di Esercizi Spirituali della diocesi monregalese, aprì nel 1947 una scuola materna gratuita. Dal ‘49 ebbe la responsabilità della Casa Alpina a Balma di Frabosa per lavoratori poveri, tre anni dopo le fu affidato l'Ospizio Maschile di Mondovì che stava per chiudere. Accettò inviando le uniche suore che in casa le erano d’aiuto. Nel 1958 fu la volta di una colonia a Marina di Finalpia (Savona), nel 1960 la casa di riposo di Piozzo. In molte occasioni, se ne contano un centinaio, dovette rispondere di no, assolutamente impossibilitata.
Nei due ultimi anni di vita la Madre si preparò serenamente alla morte. Il 15 maggio 1961 partì con alcune consorelle per Lourdes, il 14 luglio fu a Villanova per l'ultima volta. Ritiratasi a Torino, all’alba del 12 dicembre spirò serenamente. Nel 1964 ha avuto luogo la solenne traslazione della salma nella Casa Madre di Villanova Mondovì. La congregazione è oggi presente oltre che in Italia (Casa Madre e Torino), in Ecuador e Romania.
PREGHIERA
Dio Padre misericordioso, Tu perdoni i peccati del mondo e trasformi i cuori
più induriti per il sangue del Cristo Tuo Figlio, fatto uomo, umiliato fino
alla morte di croce e risorto glorioso. Tu hai instillato la vera "compassione"
e condivisione salvatrice per la sofferenza redentrice di Gesù nel cuore della
Tua fedele serva Madre Maria Margherita Lazzari, fa che, per il suo esempio e
aiuto, possiamo accettare e serenamente portare ogni giorno la nostra croce; e
se rientra nei Tuoi santi voleri, concedile anche qui in terra quella
glorificazione riservata ai Tuoi santi. Per i meriti della Passione di Gesù, e
il carisma di condivisione della Tua serva Madre M. Margherita alle Sue
sofferenze, concedi la grazia che ti chiediamo.
Per maggiori informazioni:
SUORE MISSIONARIE DELLA PASSIONE DI N.S.G.C.
Piazza Santa Caterina 9
12089 Villanova Mondovì (CN)
Tel: (+39) 0174 69.90.43
Fax: (+39) 0174 59.91.00
e-mail: mpnsgc@tiscali.it
Autore: Daniele Bolognini
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