Tommasina nacque a Genova il 15 aprile 1497, figlia di Ettore Vernazza, fedele discepolo di santa Caterina da Genova. La giovane ebbe nei genitori, ma soprattutto nel padre una straordinaria figura di riferimento:notaio,spese tutta la sua esistenza in opere di carità. Nel 1497 fondò una Compagnia per raccogliere elemosine da dare ai poveri, con discrezione, tanto che sovente si copriva il volto con un fazzoletto, un “mandiletto”, quando si recava nelle case per fare la carità. Fondatore dell'Ospedale degli Incurabili, o dei Cronici, i cui primi statuti vennero approvati il 27 novembre 1500dal Senato della Repubblica e del Conservatorio delle Figlie di San Giuseppe per l'educazione di ragazze povere, Vernazza, col contributo del doge Ottaviano Fregoso, aprì inoltre un lazzaretto per appestati nel quartiere della Foce (poi trasferito in Portoria). Come membro della Compagnia del Divino Amore istituì anche due ospedali, a Napoli e a Roma, e fin dal 1512 lasciò disposizioni testamentarie perché fossero create dall'Università di Genova quattro cattedre di medicina.Si può affermare con certezza che Tommasina assimilò fin da giovanissima una vocazione alla santità. Non solo con l’esempio paterno, consideriamo chesua madrina,sia di battesimo che di cresima, fu santa Caterina Fieschi-Adorno.
Il biografo Dionisio da Piacenza scrisse che Tommasina era “per sua natura benigna, affabile e mansueta, di chiaro ingegno e bello intelletto, prudente, officiosa”. A dieci anni compose una lode alla Madonna, a tredici era già novizia nel Monastero di S. Maria delle Grazie delle Canonichesse Regolari Lateranensi, divenendo suor Battistina, in onore del Precursore di Cristo che della città di Genova è patrono.Anche le altre due sue sorelle presero il velo. Tommasina professò il 23 ottobre 1511. Il suo cenobio era stato edificato a metà del XV secolo nella zona del CastrumIanuae – primo nucleo abitativo della città – a pochi passi dalla chiesa di Santa Maria di Castello.
Battistina fu prima 'tesoriera', poi maestra delle novizie, infine ancor giovane fu eletta priora. Studiosa della Sacra Scrittura e letterata, si dedicò però anche – per tutta la vita - alle opere di carità, secondo l’esempio del genitore. Del padre, colpito dalla peste - rimasto vedovo si era ritirato nell'ospedale dei Cronici che aveva costituito erede di ogni sostanza - Battistina pianse la morte il 27 giugno 1524.
Donna Battistina“per la sua virtù ed il suo senno” divenne consigliera di eminenti personaggi, tra i quali il teatino sant’Andrea Avellino. Indirizzò lettere a importanti uomini suoi contemporanei, ma solo per obbedienza acconsentì che alcuni scritti venissero pubblicati mentre era ancora in vita. Idea centrale della sua spiritualità è l’unione dell’anima con Dio, mediante l’intervento dell’amor puro che trasforma l’io egoista. L’opera completa è contenuta in cinque volumi manoscritti autografi, da citare alcuni trattati: un bellissimo "Commento al Pater Noster", "L'unione dell'anima con Dio", "Della conoscenza di Dio", "Della preghiera", "Delle gioie celesti e dei mezzi per raggiungerle", "Di coloro che sono cresciuti con Cristo". Le sue opere furono pubblicate per la prima volta in tre volumi a Venezia nel 1588.
Battistina morì novantenne il 9 maggio 1587, dopo aver sopportato malattie e dolori.
Nell’ex monastero delle Grazie si conservano una lapide in sua memoria e un ovale che la rappresenta (in un altro è raffigurata S. Caterina). È raffigurata come scrittrice e con una spada che le trafigge il cuore, oppure in contemplazione del crocifisso. La causa di beatificazione venne introdotta nel 1639. Le reliquie, già presso il monastero delle Canonichesse di S. Maria in Passione oggi non più esistente, furono traslate presso l’urna di S. Caterina da Genova nella chiesa omonima in Portoria.
Autore: Daniele Bolognini
Madre Battista Vernazza, al tempo Tommasina, nacque a Genova nel 1497 da una famiglia molto religiosa. Il padre Ettore Vernazza, ora servo di Dio, fondò le Figlie di San Giuseppe. Fu figlioccia spirituale di santa Caterina da Genova, di cui ereditò lo spirito religioso. Entrambe le sorelle abbracciarono la vita religiosa.
Tommasina entra a 13 anni fra le agostiniane Canonichesse Regolari Lateranensi nel monastero di Santa Maria delle Grazie in Genova dove il 23 ottobre 1511 emise la professione religiosa. Venne nominata Maestra delle novizie e successivamente Abbadessa del Monastero. La Madre ebbe numerose visioni ed estasi.
Scrisse vari insegnamenti, in prosa ed in poesia, ascetici sulla grazia santificante, sulle nozze spirituali e sulle estasi: le sue opere furono raccolte fra il 1588 e il 1755. L'idea centrale della sua mistica è l'unione dell'anima con Dio, mediante l'amore puro che tende a separare, purificare, distruggere, trasformare l'io egoista. Ebbe una fruttuosa corrispondenza con i maggiori personaggi del suo tempo.
Tra le molte persone che richiedevano un suo parere troviamo Sant'Andrea Avellino. Dionisio da Piacenza scrive di lei: "Per sua natura benigna, affabile e mansueta, di chiaro ingegno e bello intelletto, prudente, officiosa".
Morì nel Monastero delle Canonichesse il 9 maggio 1587, dopo essere stata purificata con malattie e dolori per molti anni.
Nel 1639 venne introdotta la causa di beatificazione ma rimase a lungo sospesa per le difficoltà dei tempi. Il Beato Paolo VI ha promulgato il decreto sulle virtù eroiche il 22 giugno 1972, dichiarandola così Venerabile. Le sue reliquie sono state trasferite accanto all'urna di Santa Caterina da Genova nella omonima Chiesa in Portoria.
Autore: Marco Perfetti
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