La Venerabile Serva Di Dio Maria Riccarda del Preziosissimo Sangue Beauchamp Hambrough (al secolo: Clarice) nacque a Londra il 10 settembre 1887 e fu battezzata nella religione anglicana, ma dopo poco tempo la sua famiglia, di nobili origini, si convertì al cattolicesimo. Fu educata presso le Dame del Sacro Cuore e maturò ben presto una vocazione religiosa. Il suo direttore spirituale, padre Benedict Williamson, anch’egli convertito al cattolicesimo e vicino all’Ordine Brigidino, la indirizzò alla Madre generale, ora Santa Elisabetta Hesselblad, che stava ricostituendo l’Ordine del Santissimo Salvatore fondato da Santa Brigida, riportandone la presenza a Roma. Nel 1914 la Venerabile Serva di Dio si recò in Italia presso Madre Hesselblad e l’8 settembre di quell’anno ebbe la vestizione religiosa iniziando l’anno di noviziato e ricevendo il nome di Maria Riccarda del Preziosissimo Sangue. Il 12 settembre 1918 emise i voti perpetui e ricevette l’incarico di Maestra delle Novizie. Nell’agosto del 1923 andò in Svezia, patria natale di Santa Brigida, dove fu insediata una comunità brigidina vicino a Stoccolma. Maria Riccarda accompagnò Santa Elisabetta Hesselblad in molti viaggi compiuti per fondare nuove comunità dell’Ordine e visitare quelle esistenti. Dal 1931 le Brigidine riuscirono a stabilirsi nella casa di Piazza Farnese a Roma che era stata abitata da Santa Brigida e dove la santa svedese era morta nel 1373. In quei locali, durante la Seconda guerra mondiale, vennero ospitati molti sfollati e nascosti diversi ebrei perseguitati. Ella fu la più vicina collaboratrice di Madre Elisabetta e, alla morte di questa, venne eletta Abbadessa Generale, ricoprendo tale carica fino al 1964 e reggendo l’Ordine con prudenza e affabilità. Morì due anni dopo, il 26 giugno 1966, in fama di santità. La Venerabile Serva di Dio, sin dal suo arrivo a Roma nel 1914, affiancò Santa Elisabetta Hesselblad nella attività di ricostituzione dell’Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida. Conoscendo bene gli scritti di Santa Brigida, con grande dedizione e in spirito di obbedienza, aiutò la Madre generale a sbrigare la corrispondenza e a tenere la cronaca dell’Ordine, la cui nuova Costituzione era stata approvata da Benedetto XV nel 1920. Fu attenta Maestra delle Novizie curando in particolare la formazione spirituale delle giovani e, seguendo le disposizioni emanate da San Pio X, compì un’ulteriore opera educativa premurandosi di preparare adeguatamente i bambini a ricevere la Prima Comunione. Durante la Seconda Guerra mondiale si prodigò con le consorelle per prestare assistenza a intere famiglie in stato di estrema povertà, privandosi essa stessa del necessario pur di sovvenire ai bisogni degli indigenti. Insieme a Santa Elisabetta, con la quale trascorse gran parte della sua vita, collaborò con alti prelati cattolici e di altre confessioni religiose per favorire l’unione dei cristiani e la promozione del dialogo ecumenico. Lo spirito di preghiera, l’intensa devozione eucaristica espressa particolarmente attraverso l’adorazione quotidianamente praticata e la pietà mariana alimentarono in lei un’esemplare fortezza interiore che le permise di superare anche alcune difficoltà incontrate da Abbadessa a causa di consorelle che la contrastarono e che lei seppe trattare con mansuetudine e delicatezza d’animo. Pur provenendo da una famiglia d’origine nobile, con sobrietà e rinunce seppe adattarsi ad uno stile di vita povero. La sua carità si espresse anche nell’accoglienza agli sfollati e ad alcune famiglie d’ebrei durante il secondo conflitto mondiale. Sono altresì attestate nella sua vita le virtù cardinali di prudenza, giustizia, fortezza e temperanza. Era inoltre particolarmente laboriosa, praticando le virtù connesse ai voti religiosi di castità, povertà, obbedienza e osservanza regolare. Esprimeva la sua maternità spirituale con un servizio pieno di tenerezza, profondamente segnato dall’amore di Dio e del prossimo tanto che le suore dell’Ordine la chiamavano “mamma”. La fama di santità l’ha accompagnata durante la vita, protraendosi anche dopo la sua morte e rimanendo costante nelle comunità dell’Ordine brigidino.
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