Terza di sette figli, nacque il 15 giugno 1843 nel palazzo di Quinta do Bosque (“Villa del Bosco”), nell’attuale città di Amadora, in Portogallo. I suoi genitori, Nuno Tomás de Mascarenhas Galvão Mexia de Moura Telles e Albuquerque, e Maria da Purificação de Sá Carneiro Duarte Ferreira, erano di stirpe nobiliare. Il 2 settembre del medesimo anno la bambina ricevette, con il Battesimo nella chiesa di Nostra Signora del Rifugio a Benfica, il nome di Libânia do Carmo.
Trascorse un’infanzia felice, in un contesto particolarmente agiato. A sette anni, tuttavia, venne duramente provata dalla morte della madre, nel corso dell’epidemia di colera che imperversava a Lisbona. Non molto tempo dopo, perse anche il padre, ammalatosi di febbre gialla. Venne quindi ospitata nell’Asilo Real da Ajuda, gestito dalle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli.
Una nuova persecuzione antireligiosa, dopo cinque anni, costrinse le suore a lasciare il Paese. Libânia venne quindi accolta dai marchesi di Valada, amici di famiglia, e condivise il loro tenore di vita, lussuoso e mondano. Dentro di lei, però, cominciavano a sorgere grandi domande: così, nonostante avesse incontrato opposizioni, nel 1867 andò a vivere nel Pensionato di San Patrizio, situato in un antico convento dallo stesso nome.
Quell’istituzione era stata fondata da padre Raimondo degli Angeli (al secolo Raimundo Maria Ferreira da Silva Beirão), che era stato costretto a lasciare il suo convento a causa del decreto con cui, nel 1834, il governo portoghese aveva bandito gli istituti religiosi.
Nel 1840, durante una delle sue predicazioni itineranti, aveva incontrato a Montijo la comunità claustrale delle Terziarie Cappuccine di Nostra Signora della Concezione. Dopo essersi reso conto della miseria nella quale versavano, cominciò a sostenerle con le elemosine che lui stesso riceveva. Nel 1857, ebbero una nuova destinazione, a Palma de Cima; non molti mesi dopo, trovarono accoglienza nel convento di San Patrizio. Lì padre Raimondo, per dar loro un mezzo di sussistenza, le incaricò dell’educazione delle ragazze nobili.
Quando il religioso incontrò Libânia, intuì che poteva trattarsi di colei che Dio gli inviava per fondare una congregazione che assistesse gli emarginati. Nel 1869 la giovane prese il velo tra le Terziarie Cappuccine di Nostra Signora della Concezione e assunse il nome di suor Maria Clara di Gesù Bambino. Per ricevere una formazione più stabile, venne inviata in Francia, insieme a tre compagne, perché compissero il noviziato tra le suore Francescane Ospedaliere e Maestre di Calais; emise la professione religiosa il 14 aprile 1871.
Tornata immediatamente in Portogallo, il 3 maggio venne nominata da padre Raimondo superiora e maestra delle novizie di quante, tra le Cappuccine, avessero voluto seguire quella nuova via. Da allora, quella data è ritenuta l’inizio della nuova Congregazione, che ottenne l’approvazione da parte del Governatore Civile di Lisbona il 22 maggio 1874. Il nome adottato era «Suore Ospedaliere dei Poveri per Amore di Dio», qualificate come associazione di beneficenza, unica forma lecita per esistere da parte delle congregazioni religiose. Il passo successivo fu l’approvazione pontificia, giunta da parte di papa Pio IX il 27 marzo 1876. Nel quinto anniversario dalla fondazione, in una cerimonia informale, suor Maria Clara assunse l’incarico di Superiora Generale: da allora in poi, venne considerata madre fondatrice. Due anni dopo, il 13 luglio 1878, padre Raimondo venne a mancare.
La congregazione ricevette un impulso notevole: nel 1880 contava 150 religiose e il numero, nonostante la difficile situazione politica, era destinato a crescere. Le realtà curate dalle Francescane Ospedaliere erano le più disparate: ospedali, collegi, asili d’infanzia e mense per i poveri. Nel 1883, approfittando del fatto che il Governo accettava l’esistenza di congregazioni dedite all’assistenza, all’educazione e alle missioni d’oltremare, inviò alcune suore in Angola, poi in India, Guinea Bissau e Capo Verde.
Tredici anni dopo, nel maggio 1896, madre Clara, come ormai la chiamavano le religiose, venne riconosciuta dalla Santa Sede come Fondatrice e Superiora Generale a vita. Tuttavia, non le mancarono dolorose sofferenze, calunnie e persecuzioni, come del resto accadeva a tutta la Chiesa in Portogallo all’epoca. Cercò di appianare le divergenze e di essere più forte delle critiche: «Senza unione non c’è pace», andava ripetendo.
Per questo motivo, accettò in spirito d’obbedienza una visita apostolica, anche se il visitatore si era lasciato influenzare dagli oppositori delle suore. In una lettera circolare inviata alle consorelle il 29 ottobre 1899, mostrò la serenità e la fiducia che l’accompagnavano: «Anche nelle più crudeli amarezze, contraddizioni e dispiaceri, vedo lo sguardo provvidenziale di Dio che veglia su di noi». Con questa consapevolezza, il 1° dicembre 1899, madre Clara lasciò questo mondo; aveva 56 anni. Per tre giorni una folla impressionante di fedeli si recò a darle l’ultimo saluto.
L’idea di avviare un processo canonico su di lei, maturata nei difficili anni di persecuzioni e dei due conflitti mondiali, era sorta già nel 1948. Tuttavia, negli anni ‘70 vennero bloccati i primi tentativi in tal senso, per la mancanza di forze e di mezzi. Solo nel 1989 il Capitolo Generale delle Francescane Ospedaliere stabilì di mettere in campo tutti gli strumenti possibili per farlo partire.
Il 15 giugno 1995 venne quindi richiesto alla Santa Sede il nulla osta per l’avvio della sua causa di beatificazione, ottenuto il 21 agosto dello stesso anno. Il 5 dicembre il Patriarca di Lisbona, cardinal António Ribeiro, ha promulgato il Decreto per l’apertura del processo e ha costituito il Tribunale Diocesano, nominando allo stesso tempo la commissione dei periti storici e dei censori degli scritti.
Il processo si è solennemente aperto il 18 dicembre 1995 e concluso, dopo 27 sessioni del Tribunale, il 1 dicembre 1997, anniversario della morte di madre Clara. Le 21 casse contenenti il materiale istruttorio vennero consegnate a Roma il 12 dello stesso mese. La fase romana del processo è durata dal 10 febbraio 1998 al 16 ottobre 2003 e ha visto l’approvazione del processo diocesano il 6 novembre 1998. La “positio super virtutibus”, infine, è stata approvata il 4 marzo 2004.
Quasi contemporaneamente alla presentazione della Positio, si verificava una presunta guarigione inspiegabile per intercessione di madre Clara. La signora Georgina Troncoso Monteagudo, residente a Bayona, in Spagna, risultò inspiegabilmente guarita da un pioderma cancrenoso il 12 novembre 2003. Il processo sul miracolo venne aperto il 18 gennaio 2005 e concluso il 23 aprile, quattro mesi dopo.
Il 1 febbraio 2008 i periti teologi hanno dato parere affermativo circa l’eroicità delle virtù, confermato, il 7 ottobre, dai cardinali e vescovi membri della Congregazione delle Cause dei Santi. Papa Benedetto XVI, a quel punto, ha firmato il decreto, reso pubblico il 6 dicembre 2008, con cui madre Clara era dichiarata Venerabile.
In seguito al decreto, la Consulta medica, riunita il 14 gennaio 2010, riconobbe come immediata, completa, duratura e inspiegabile la guarigione della signora Georgina. Dopo i voti affermativi dei periti teologi, il 15 giugno, e dei membri della Congregazione, il Papa riconobbe ufficialmente il miracolo con il decreto reso pubblico il 10 dicembre 2010.
La cerimonia di beatificazione si è svolta a Lisbona, nello Stadio di Restelo, sabato 21 maggio 2011. A presiedere l’Eucaristia era il Patriarca di Lisbona, cardinal José Policarpo, mentre il cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, era presente in qualità di rappresentante del Santo Padre.
Presenti in 14 Paesi, le suore Francescane Ospedaliere dell’Immacolata Concezione operano nel campo dell’istruzione, dell’assistenza sanitaria, dell’azione sociale e delle missioni. Il loro carisma è condiviso dalla Famiglia Secolare Francescana Ospedaliera e dai movimenti Lucerna Ardente e Chama Hospitaleira (“Fiamma Ospedaliera”). In Italia, precisamente a Roma, hanno una Casa di Procura.
I resti mortali della Beata Maria Clara di Gesù Bambino riposano attualmente presso la Casa Generalizia delle Francescane Ospedaliere, a Linda-a-Pastora, in Portogallo, nella medesima cripta che ospita anche padre Raimondo degli Angeli Beirão.
Autore: Emilia Flocchini
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