Agugliaro, Vicenza, 10 luglio 1861 - Rovigo, 1° dicembre 1935
Isabella Amalia Andreoli nasce ad Agugliaro, in provincia di Vicenza, il 10 luglio 1861. A causa di problemi familiari, viene affidata alle Suore della Misericordia di Este, quindi alle Madri Canossiane di Venezia. Sentendo vivo il desiderio di consacrarsi al Signore per l’educazione delle giovani, compie alcune esperienze tra le Dame del Sacro Cuore di Gesù e le Serve di Maria di Galeazza. Seguendo il consiglio di padre Giovanni Dalla Costa, dei Servi di Maria, si trasferisce con sua madre a Vidor presso Treviso, per entrare in una famiglia religiosa ondata dal canonico Giovanni Battista Mander. Le due donne e altrettante compagne vestono l’abito religioso e il 12 luglio 1900 emettono la professione nel Terz’Ordine dei Servi di Maria. Suor Maria Elisa, come Isabella si chiama da allora in poi, si adopera dei bambini e nelle opere parrocchiali. La congregazione si espande e riceve nuovo apporto dall’Opera della Riparazione Mariana, voluta da Maria Inglese, che successivamente entrerà come religiosa col nome di suor Maria Dolores (Venerabile dal 2011): dal 1913, quindi, la fondazione assume il nome di Serve di Maria Riparatrici. Madre Maria Elisa e le sue figlie vivono la riparazione aiutando dovunque vengano chiamate, in risposta ai drammi del loro tempo. A lungo malata di nefrite emorragica, la fondatrice muore a Rovigo il 1° dicembre 1935. Il 10 dicembre 2010 papa Benedetto XVI ha autorizzato il decreto con cui madre Maria Elisa, i cui resti mortali riposano nella casa madre delle Serve di Maria Riparatrici ad Adria, è stata dichiarata Venerabile.
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Madre Maria Elisa Andreoli nasce ad Agugliaro (Vicenza) il 10 luglio 1861 da Marco e Margherita Ferraretto di Lonigo (Vicenza). Al fonte battesimale riceve i nomi di Isabella, Amalia, Ester: in seguito prenderà il nome di Elisa.
La prima infanzia è segnata da tristi vicende familiari: il padre, di professione sarto e piccolo proprietario, abbandona la famiglia; la madre, per evitare il disagio creato dalla situazione e per garantire alla figlia una buona formazione cristiana e culturale, si trasferisce a Este (Padova); successivamente l’affida alle suore Canossiane di Venezia perché compia gli studi superiori.
Giovane diciassettenne, diplomata, Elisa sente vivo il desiderio di consacrarsi al Signore e di dedicarsi all’educazione delle giovani. Vive una prima esperienza fra le Dame del Sacro Cuore. La sofferta ricerca della volontà di Dio l’avvicina alla spiritualità dei Servi di Maria e trascorre un breve periodo tra le Serve di Maria di Galeazza (Bologna).
Consigliata dal Padre Giovanni Dalla Costa, frate a Monte Berico, si reca con la madre a Vidor (Treviso), dove il canonico Giovanni Battista Mander sta formando una nuova famiglia religiosa dedita all’educazione della gioventù. Elisa e sua madre si rendono presto conto della precarietà della nuova fondazione.
Loro profonda aspirazione è servire Dio e il prossimo come Serve di Maria, condividendo la spiritualità di un Ordine che sul finire del secolo XIX privilegia la devozione alla Vergine Addolorata.
Il cammino di ricerca porta Isabella, la madre Margherita e altre due compagne, a vestire l’abito religioso e, il 12 luglio 1900, ad emettere la professione come terziarie laiche dei Servi di Maria, con il consenso del parroco e del vescovo. Suor Maria Elisa, come si chiama da allora, e le sorelle sono stimate dalla popolazione di Vidor per la testimonianza di vita, il servizio nella scuola materna comunale e nelle opere parrocchiali.
Nel 1902 suor Elisa decide di iniziare una nuova presenza ad Adria, grazie all’eredità messa a disposizione dalla signora Elisa Oriani. La comunità si prende cura dapprima delle orfane e più tardi dei bambini della scuola materna. Inoltre educa le giovani, impegnandole anche in nuove attività lavorative.
Ad Adria Elisa vive grandi gioie e grandi prove; il riconoscimento canonico della nuova famiglia religiosa da parte del vescovo, il 31 marzo 1903, e l’aggregazione all’Ordine dei Servi di Maria, il 19 gennaio 1910, da un lato; mentre grande sofferenza le procura il processo intentatole dai massoni della città per sottrarle la “proprietà Oriani”.
Aperta alle indicazioni interiori dello Spirito e sollecita a promuovere la conoscenza e l’amore verso la Madre di Dio, suor Elisa inserisce nella spiritualità della congregazione l’Opera della Riparazione mariana, promossa a Rovigo da Maria Dolores Inglese, la quale poi entra nella congregazione diventando suor Maria Dolores (Venerabile dal 2011). L’8 dicembre 1913 le Serve di Maria di Adria assumono, perciò, il nome definitivo di Serve di Maria Riparatrici.
Madre Elisa risponde con dedizione e con la disponibilità delle sue figlie a varie richieste della Chiesa in Italia. L’educazione dei piccoli e dei giovani, il servizio ai bisogni emergenti, divenuti drammatici durante e dopo la prima guerra mondiale, trovano continuità nell’assistenza e nell’impegno educativo verso gli orfani e gli abbandonati, verso le giovani con scuole di lavoro e formazione cristiana; nell’accoglienza di studenti e di ragazze madri, nelle scuole materne, nelle catechesi, nel servizio infermieristico a domicilio e negli ospedali. Nel 1921, spinta dal desiderio di portare ovunque la viva carità di Dio, invia le sue suore in Brasile, nella missione amazzonica dell’Alto Acrepurús, aperta dai Servi di Maria l’anno precedente.
Madre Elisa entra nella numerosa e variegata schiera delle fondatrici vissute nell’Otto-Novecento. Possiede una cultura sufficientemente vasta per il suo tempo. È affascinata dall’ispirazione di vivere al femminile la spiritualità dell’Ordine dei Servi di Maria e contribuisce alla crescita delle Congregazioni femminili moderne, ossia di quella componente della famiglia servitana, detta anche “diaconale”, per la caratteristica del servizio. Delinea uno stile di consacrazione sostenuto dal valore evangelico e agostiniano dell’amore di Dio e del prossimo, dalla comunione fraterna e dalla dimensione mariana.
La vita di madre Elisa è intensa e non priva di ostacoli da lei superati con fede e tenacia, perché convinta della bontà della missione che si è assunta.
Per la sua famiglia religiosa, ricca ormai di numerose comunità in Italia e in Brasile, ottiene il 24 marzo 1931 l’approvazione pontificia. Gracile e delicata di salute fin dall’infanzia, la fondatrice, negli ultimi anni di vita, soffre di nefrite emorragica. Muore santamente a Rovigo il 1° dicembre 1935.
Tra il 2 febbraio 1965 e il 15 settembre 1971 è stato celebrato a Rovigo il processo diocesano informativo della causa di beatificazione e canonizzazione di madre Maria Elisa, per l’accertamento dell’eroicità delle sue virtù. È quindi seguito il processo apostolico: il 24 maggio 1974 è stato pubblicato il decreto sugli scritti.
Il 22 maggio 1987 è stato emanato dalla Congregazione delle Cause dei Santi il Decreto sulla validità dei Processi. Redatta la Positio, il 29 gennaio 2010, il congresso peculiare dei Consultori Teologi ha discusso, con esito favorevole, se la Serva di Dio avesse esercitato in grado eroico le virtù cristiane.
I Cardinali e i Vescovi membri della stessa Congregazione, nella sessione ordinaria del 16 novembre 2010, hanno riconosciuto che la Serva di Dio aveva esercitato in grado eroico le virtù teologali e cardinali e le annesse, e aveva osservato i consigli evangelici.
Il 10 dicembre 2010, ricevendo in udienza il cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Benedetto XVI ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui madre Maria Elisa Andreoli veniva dichiarata Venerabile.
Numerose grazie sono attribuite alla sua intercessione. I suoi resti mortali sono custoditi nella casa madre di Adria, dove sono visitati da numerosi fedeli.
Autore: Don Giuseppe Busato
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