Søren Kierkegaard, filosofo danese, rifiuta la costruzione sistematica della filosofia di Hegel preferendo una concezione della filosofia come riflessione del singolo a partire dall'esperienza religiosa del soggetto in lotta con la propria coscienza. La fenomenologia kierkegaardiana si basa sulle nozioni di scelta e di possibilità che emergono in un complesso gioco di specchi negli scritti pseudonimi.
Søren Kierkegaard nasce il 5 maggio 1813 a Copenaghen. La famiglia è originaria della penisola dello Jutland. Il padre, dall'infanzia povera riscattata da una ricchezza abilmente ottenuta in età matura, segue il pietismo della confraternita di Hernhuter ed educa il figlio a una religiosità severa. «Figlio della vecchiaia», Kierkegaard vede morire tra il 1819 e il 1839 due fratelli, tre sorelle, la madre e quattro anni dopo il padre. Søren Kierkegaard attribuirà la dolorosa perdita dei suoi familiari a una maledizione divina provocata da un grave peccato mortale commesso dal padre e da lui stesso confessato al figlio.
A diciassette anni si iscrive alla facoltà di Teologia dell'Università di Copenaghen. Quattro anni più tardi ottiene consensi per la pubblicazione dei suoi primi articoli e inizia a scrivere il Papirer, diario cui si dedicherà per tutta la vita e nel quale svilupperà la concezione di pensatore soggettivo esistente.
Un'idea secondo la quale il filosofo non può «tirarsi fuori» dall'esistenza e dal tempo per contemplarli oggettivamente, ma deve essere responsabile del suo rapporto esistenziale con la verità. Il sistema colloca tutte le cose in un continuo astratto, ma l'esistenza è discontinua, è salto. Quanto più il sistema è diplomatico, nel suo riconciliare i concetti, dominandoli, tanto più l'esistenza è scelta, alternativa, aut-aut inesorabile, e proprio per questo, angoscia.
La vera dialettica non è la dialettica oggettiva di Hegel, la razionalità del concetto all'opera nella storia, ma la dialettica appassionata, qualitativa, della soggettività. Dio non è l'Idea assoluta ma una persona, Cristo, con cui l'individuo dialoga e vive. La fede è una relazione privata dell'individuo con Cristo: è il luogo della verità e, proprio per questo, rischio assoluto.
Nella primavera del 1837, Kierkegaard conosce la figlia del consigliere di stato, Regina Olsen, che allora ha solo quattordici anni. Si fidanzeranno brevemente solo nel 1840, ma Kierkegaard romperà presto il fidanzamento a causa della sua convinzione di non poter compiere una vita normale, tematica che nel suo pensiero svilupperà come irriducibile individualità del singolo. Regina Olsen si sposerà più avanti con Friedrich Schlegel. Kierkegaard parlerà della sua relazione con Regina solo molti anni dopo nel suo Diario.
La morte del padre, nel 1838, lo segna profondamente. Kierkegaard riprende i suoi studi di teologia e si laurea con lode due anni dopo. Nel 1841 si iscrive al seminario pastorale e tiene il suo primo sermone, contemporaneamente lavora alla tesi Sul concetto di ironia con particolare riguardo a Socrate che gli farà ottenere il grado di magister (dottore di ricerca) in Teologia.
Nell'autunno dello stesso anno va a Berlino dove frequenta le lezioni di Schelling e inizia la stesura di Aut-aut (Enten-Eller). Tornato a Copenaghen, inizia a collaborare con il giornale «Faedrelandet» con lo pseudonimo di Johannes Climacus, da questo momento in poi Kierkegaard pubblicherà molti dei suoi scritti sotto falso nome per esplorare varie possibilità esistenziali.
Aut-aut, trattato sulla scelta in quanto categoria etica, e Timore e tremore usciranno nel 1843 firmati rispettivamente con gli pseudonimi Victor Eremita e Johannes de Silentio. L'anno dopo è la volta delle Briciole di filosofia ovvero una filosofia in briciole che firmerà con il suo primo pseudonimo, mentre Il concetto di angoscia conterrà una doppia contraffazione con la sigla di Vigilius Haufniensis per il testo e di Nicolaus Notabene per la prefazione.
L'angoscia, secondo Kierkegaard, scaturisce dall'esistenza in quanto regno delle possibilità, spazio della libertà e dell'illimitato contro cui si accaniscono i limiti dell'essere umano. L'angoscia è quindi condizione esistenziale insopprimibile e inaccettabile.
Nel 1845 escono con il suo vero nome Diciotto dissertazioni che edificano. Kierkegaard riceve numerosi attacchi dalle pagine del giornale satirico «Il corsaro», risponde con un'intervista a se stesso sotto il nome di Frater Taciturnus. In questi anni coltiva anche l'idea di diventare pastore, progetto che non realizzerà.
Nel 1849 pubblica "La malattia mortale" con il nome di Anti-Climacus, pseudonimo che utilizzerà anche per "L'esercizio del cristianesimo", che sarà edito da S.K. l'anno dopo. Kierkegaard continua la sua attività di scrittore nonostante la salute cagionevole e l'aggravarsi della condizione economica.
Nel 1854 il suo rapporto con la chiesa luterana danese si rompe violentemente. Kierkegaard attacca il nuovo vescovo Martensen dalle pagine del «Faedrelandet», accusandolo di aver elogiato con estrema facilità il suo predecessore, Mynster, come «testimone della verità». La discussione continuerà fino alla morte di Kierkegaard, l'11 novembre 1855.
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